Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

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Stretta contro il greenwashing (ecologismo di facciata) che può nascondersi dietro dichiarazioni ed etichette ambientali. Dal 25 giugno 2023, per effetto del dlgs n. 28/2023, contro le pratiche commerciali ingannevoli, tra cui quelle che presentano come ecosostenibili beni e servizi cercando di occultarne il reale impatto ambientale, potrà in Italia essere esperita una nuova azione a tutela degli interessi dei consumatori. Azione che sarà nel prossimo futuro irrobustita da disposizioni di matrice Ue le quali da un lato introdurranno una presunzione di slealtà per le asserzioni verdi prive di fondamento e dall’altro detteranno standard minimi per la formulazione di quelle lecite. La nuova “class action” (anche) verde. Il dlgs 28/2023 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 23 marzo 2023 n. 70) ha inserito direttamente nel dlgs 206/2005 (“Codice del consumo”) il nuovo istituto della “azione rappresentativa”, quale azione giudiziaria esperibile da alcuni rappresentanti dei consumatori nei confronti di imprese e professionisti al fine di tutelare determinati interessi collettivi nel caso di violazione di specifiche disposizioni normative eurounitarie e nazionali.
Se in conseguenza di un demansionamento il dipendente ha subito un danno, le somme erogate a titolo di risarcimento sono esenti da imposizione fiscale a condizione che compensino l’impoverimento della capacità professionale, i danni biologici ed esistenziali. Le somme riconosciute a titolo di risarcimento del danno da perdita di redditi di lavoro sono invece soggette a tassazione. Questo è quanto ha stabilito la Suprema Corte con l’ordinanza n. 8615 del 27 marzo 2023 con la quale ha affermato il principio per cui la mera e generica affermazione circa il riconoscimento di un risarcimento del danno, non è sufficiente a configurare i presupposti di un ristoro esente da tassazione.
Dall’autovettura che dialoga con l’infrastruttura stradale per prevenire incidenti, agli elettrodomestici di casa che si coordinano per ottimizzare l’impegno di potenza, dagli impianti di produzione che scambiano dati con i manufatti per la gestione del loro ciclo di vita ai dispositivi medicali che si localizzano nel presidio di un pronto soccorso, fino agli sci che inviano informazioni sullo stato della neve: sono alcuni esempi dei molti ambiti applicativi dell’internet of things (internet delle cose). Non per nulla quello degli oggetti intelligenti e connessi è un mercato che cresce, sia in termini di valore che di maturità dell’offerta. Gli ambiti di applicazione. Alla base dell’internet of things ci sono oggetti come termostati, elettrodomestici, impianti produttivi, automobili, in grado di connettersi a una rete per elaborare dati e scambiare informazioni con altri oggetti.
La legge sull’equo compenso per i professionisti “si applica ai conferimenti degli incarichi che avvengono dopo l’entrata in vigore” della riforma, “quando che sia stata stipulata la convenzione a monte”. Così il presidente dell’Unione nazionale delle Camere civili Antonio de Notaristefani di Vastogirardi interviene sulla questione della (presunta) irretroattività della riforma.

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L’ inflazione è entrata nella fase 2. L’imprevisto rialzo in aprile dopo sei mesi di “free fall” (+7% nell’eurozona contro il 6,9 di marzo, l’8,3 in Italia dopo il 7,6% di marzo), e una serie di segnali analoghi in America dove mercoledì sarà pubblico il dato di aprile (che si teme nuovamente in salita) «indica che l’inflazione si è insinuata nelle nostre vite e non ci resta che accettarla», spiega da Berkeley il Nobel 2021, David Card. «Sono superati i fattori che l’avevano provocata: le spese degli americani super- sovvenzionati in pandemia, gli eccessi di aumenti retributivi peraltro riservati solo a una minima parte del mondo del lavoro, le strozzature nelle supply-chain. E in Europa si sono allentati i rincari energetici. Eppure l’inflazione resiste tenacemente: visto che di aumenti salariali non si parla, a spingerla sono i profitti delle aziende. Non per tutti l’inflazione è un guaio».
Il Covid ha lasciato agli italiani l’abitudine ad assicurarsi contro i rischi d’annullamento e per le spese sanitarie all’estero. «In seguito alla pandemia, leabitudini dei viaggiatori in materia assicurativa sono cambiate e a fronte di una abitudine a partire che non è ancora tornata ai livelli pre-covid (meno 20% rispetto al 2019) – spiega Fabio Carsenzuola, ceo Med&Latam Region di Europ Assistance – il fatturato di EuropAssistance Italia ha registrato un più 40% sul mercato Travel». Perché ci si assicura? «Si registra un aumento delle polizze di annullamento che danno protezione in caso di cancellazione del viaggio: mentre nel 2019, su 100 polizze vendute, 85 erano per la copertura di spese mediche e assistenza e solo 15 per annullamento – aggiunge Carsenzuola – oggi i dati relativi al primo trimestre del 2023 evidenziano che il 70% sono polizze per la copertura di spese mediche e assistenza e il 30% per annullamento, insomma il numero dellepersone che proteggono la propria vacanza è raddoppiato».
Accanto alla storia, all’italiano e alla matematica, gli studenti italiani impareranno anche le regole basilari del risparmio e degli investimenti. Il governo ha infatti dato il via libera al Ddl Competitività che affida al ministero dell’Istruzione e del Merito il compito di definire le linee guida per lo studio di questa materia nelle scuole, d’intesa con la Banca d’Italia e la Consob, nell’ambito delle ore di educazione civica. Un passo importante, considerato che nelle classifiche internazionali l’Italia arranca sul fronte delle conoscenze in questo campo, con tutti i problemi che ne derivano quando si tratta di fare le scelte migliori per il proprio futuro. Lo conferma anche l’ultima edizione del “Rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie italiane”, realizzato dalla Consob, secondo cui le conoscenze finanziarie non sono ancora sufficientemente diffuse né rispetto ai concetti di base, né rispetto agli strumenti finanziari o alle dimensioni del rischio finanziario. Per quattro italiani su cinque gestire le proprie finanze risulta complesso. Con la conseguenza che la gestione dei risparmi spesso crea ansia e una sensazione di impotenza, specie tra le donne e le famiglie a basso reddito: il 62% degli italiani ritiene che si possano perdere i propri risparmi anche senza responsabilità. La maggioranza degli intervistati si mostra comunque consapevole della necessità di innalzare le proprie competenze e si dichiara disposta ad approfondire temi utili per le scelte finanziarie più importanti. Una buona notizia, considerato che oggi più che mai vale la massima del filosofo e giurista inglese Francis Bacon secondo cui “sapere è potere”.
Il boom di richieste che ha caratterizzato le ultime emissioni del debito pubblico italiano è il segnale più evidente della ritrovata competitività dell’obbligazionario, dopo i rialzi operati dalla Bce nell’ultimo anno. “Oggi i BTp decennali rendono quattro volte più di fine 2021, collocandosi in area 4,2/4,4%», segnala Alessandro Tentori, chief investment officer di Axa Im Italia. Un livello che non consente di difendere completamente il valore reale del patrimonio dall’erosione dell’inflazione, ma ci va vicino. Anche se, come sempre, in tema di investimenti le cose sono più complicate di quelle che potrebbero apparire. «Se infatti paragoniamo questo rendimento a quello offerto dai Treasury americani o da altri Paesi europei non c’è alcuna sovraperformance da parte dei BTp, nonostante la maggiore fragilità del nostro debito pubblico», aggiunge. A questo proposito il Centro Studi di Confindustria si attende per fine anno un livello dello stock al 146,4% del Pil, in crescita rispetto al 144,7% del 2022. Una crescita che dovrebbe proseguire anche nel 2024, portando il livello al 147,9% della ricchezza annua prodotta nella Penisola. Questo trend risulta ancora più pericoloso in un contesto di tassi in rialzo, che rendono sempre più caro finanziarsi sul mercato. Tanto che nelle ultime settimane sono cresciute le preoccupazioni in vista della decisione da parte dell’agenzia di rating Moody’s, attesa per il 19 maggio, che potrebbe declassare a “junk” (cioè spazzatura) il nostro debito pubblico, con la conseguenza che molti fondi d’investimento a rischio basso o medio sarebbero costretti a disfarsi del BTp.
Il peggioramento della congiuntura economica e l’inflazione ancora elevata svuotano le tasche degli italiani, con un numero crescente di famiglie che fatica a onorare le rate del mutuo. A marzo, le richieste di sospensione del pagamento recapitate a Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici, controllata del Tesoro) sono state 526, contro le 402 di febbraio e le 228 di settembre. In sostanza, nell’arco di sei mesi, il numero è quasi raddoppiato e la tendenza fa riflettere se si considera che storicamente il mutuo è tra le voci di spesa prioritarie delle famiglie, che piuttosto fanno rinunce in altre direzioni pur di restare in regola su questo fronte.

Il quadro generale sulla regolarità dei pagamenti delle imprese italiane l’anno scorso è migliorato, ma resta il divario con altri Paesi europei. Lo rivela l’Osservatorio sui pagamenti 2023, riferito al 2022, di Cribis. La società del gruppo Crif che offre servizi per la gestione del credito ha analizzato le pratiche di pagamento in tutto il mondo, dal Nord America all’Oceania, passando per l’Europa, e ha visto nel 2022 l’Italia tornare sui livelli precedenti all’emergenza Covid. In particolare, i pagamenti saldati entro la data di scadenza sono stati circa il 41% del totale: un miglioramento del 2,4% anno su anno (2022 su 2021) e del 6,2% rispetto alla fine del 2019.
La raccolta delle reti di consulenza finanziaria non si ferma e a marzo fa registrare il nuovo record storico degli ultimi 15 mesi, con un bilancio netto in positivo per 5,9 miliardi di euro. La crescita rispetto al mese precedente è stata del 32,9%, mentre a un anno si attesta al 24,2%. È quanto emerge dalla consueta fotografia mensile scattata da Assoreti, che vede la maggior parte di flussi privilegiare il risparmio amministrato, con una raccolta di circa 6,4 miliardi. In particolare, nel risparmio amministrato si consolida l’attenzione ai titoli di Stato, tra collocamento del Btp Italia sul mercato primario (1,2 miliardi) e l’attività sul mercato secondario (3,1 miliardi), e si confermano i flussi consistenti destinati alle obbligazioni corporate (1,6 miliardi). Bene i titoli azionari, che mostrano un saldo delle movimentazioni in attivo di 755 milioni, così come i certificate (334 milioni) e gli Etp (140 milioni). Positivo anche il bilancio dei fondi comuni di investimento (308 milioni di raccolta netta) e delle gestioni patrimoniali individuali (249 milioni), mentre il saldo delle movimentazioni è negativo per i prodotti assicurativi (-1,1 miliardi) e per conti correnti e depositi (-1,7 miliardi).
Caltagirone è salito al 9,9% Nel capitale di Piazzetta Cuccia. Ma il focus, dicono, restano le Generali e non il rinnovo del board della banca che ne controlla il 13%. Appuntamento al 28 ottobre