Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Nel 2022 la Consob ha dovuto sventare oltre 2 milioni di «eventi avversi», come sono definiti nella relazione che accompagna il bilancio, sferrati per compromettere i servizi o trafugare informazioni riservate. Sempre lo scorso anno sono stati 26 i procedimenti sanzionatori definiti, ossia 44 in meno rispetto al 2021, anche con un calo delle sanzioni applicate, scese da 8 a 5,2 milioni di euro. Proprio sulla disciplina delle sanzioni interviene il ddl Ipo introducendo per Consob il procedimento negoziale. In pratica permette all’autorità di emettere impegni vincolanti per chi è destinatario della lettera di contestazione per presunte lesioni degli interessi degli investitori. I riferimenti sono a istituti già sperimentati in Antitrust e a quanto avviene in altri mercati finanziari europei come Belgio, Paesi Bassi, Francia e Irlanda.
Banco Bpm esercita l’opzione call sul 65% delle joint venture assicurative Vera Vita e Vera Assicurazioni in mano a Cattolica, di cui l’istituto bancario deteneva già il 35%. L’acquisto è avvenuto a un controvalore di 392,5 milioni, cui va aggiunto il 65% del risultato d’esercizio maturato dall’inizio del 2023 fino alla data del closing e «creerà uno dei principali gruppi nazionali captive nella bancassicurazione vita», hanno dichiarato dall’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Vera Vita, a sua volta, detiene Vera Financial Dac, impresa assicurativa di diritto irlandese, mentre Vera Assicurazioni ha il 100% di Vera Protezione.
Da quando Luigi Sturani ha preso la guida di Howden in Europa, a giugno del 2020, in piena pandemia, la società di brokeraggio fondata a Londra da David Howden nel 1994, ha chiuso 25 operazioni di m&a nel Vecchio Continente, arrivando a triplicare il fatturato nell’area. Ma siamo solo all’inizio della crescita che Howden vuole realizzare, assicura il manager, in questi giorni a Roma per un incontro con clienti, istituzioni e oltre 100 risk manager. Il questi anni il gruppo è arrivato ad avere sedi in 45 Paesi e in altri 45 ha dei partner con cui opera, con un fatturato che ha raggiunto 2 miliardi e mezzo di cui l’Europa rappresenta circa il 20% (esclusi Irlanda e UK), aggiunge Sturani sottolineando che Howden è già oggi il più grande broker indipendente non quotato del Vecchio Continente, e lo sviluppo continuerà, promette, passando anche per l’Italia dove le occasioni sono tante.
Il risparmio, la sua tutela al tempo dell’alta (o comunque lontana al 2%) inflazione. Sarà uno dei temi centrali del dibattito istituzionale e di quello pubblico di queste settimane. A margine del Festival dell’Economia il presidente della Consob Paolo Savona ha preannunciato che nell’annuale incontro con il mercato che si terrà a Milano il 9 giugno darà ampio spazio al tema della protezione del risparmio.  Savona ha pure parlato di educazione finanziaria e ne ha sottolineato il legame anche con l’evoluzione tecnologica e con l’impiego dell’Intelligenza Artificiale. Soprattutto in quest’ultimo versante è necessario attrezzarsi adeguatamente mentre, da un lato, dell’AI si esaltano le sorti magnifiche e progressive, ma, dall’altro, se ne evidenziano i rischi, fino all’abbandono della progettazione da parte di personaggi di altissimo livello e competenza.
Intervento del presidente della Consob in Assosim: Il decreto legge Fintech, da poco convertito, che riflette lo spirito delle scelte europee del Pilot Regime e del Micar, presenta una regolamentazione incentrata sugli strumenti finanziari virtuali (o, come si dice, digitalizzati o tokenizzati, ossia a validità totalmente decartolarizzata) al fine di renderne il trattamento simile a quello degli strumenti tradizionali. L’integrazione tra questi due universi (virtuali e tradizionali) dovrebbe passare attraverso l’uso di tecniche contabili a registro decentrato, immutabili e autocertificabili (come la blockchain permissionless dei bitcoin) o quelle solo apparentemente decentrate (come le Dlt permissioned per tutti gli altri usi). Ancora però le normative varate o in corso di definizione insistono su una, per me incomprensibile, «neutralità tecnologica».

Sei i parametri per attualizzare la rendita a chi perde capacità di guadagno: la somma annua che si ritiene persa dal danneggiato in termini di mancato guadagno; l’arco temporale per cui si protrarrà la perdita; l’età e il sesso del danneggiato; il tasso di rendimento futuro, in base agli indici europei Eiopa; la media della svalutazione attesa nel triennio successivo, secondo le previsioni Mef. Pronte le tabelle milanesi per la capitalizzazione anticipata della rendita dovuta a chi perde la capacità di guadagno, ad esempio perché è rimasto invalido in un incidente. L’Osservatorio ambrosiano sulla giustizia civile offre una formula finanziaria per garantire un risarcimento adeguato del danno permanente attualizzando il reddito futuro che l’infortunato perderà. E dunque servono calcoli che assicurano la corrispondenza con la somma anticipata. È stata la Cassazione a bocciare più volte i criteri utilizzati finora, tratti dalla previdenza assicurativa.
Banco Bpm ha esercitato l’opzione call sul 65% del capitale delle compagnie Vera vita e Vera assicurazioni in mano a Cattolica, di cui l’istituto guidato dall’a.d. Giuseppe Castagna deteneva già il 35%. Il Banco sale così al 100% del capitale. L’acquisto, previsto dagli accordi sottoscritti nel 2021 con la compagnia controllata da Generali, è avvenuto per 392,5 milioni di euro, cui va aggiunto il 65% del risultato d’esercizio maturato dall’inizio del 2023 fino alla data del closing. L’operazione, hanno spiegato da Bpm, «creerà uno dei principali gruppi nazionali captive nella bancassicurazione vita».
Il 54% degli italiani è d’accordo con l’idea di fermare immediatamente i sistemi di intelligenza artificiale fino a che non si dimostrino più affidabili e sicuri e finché non si siano sviluppati protocolli di sicurezza, direzione e sorveglianza. È la sorprendente risposta che un campione di italiani tra i 20 e i 45 anni (di istruzione medio-alta) ha fornito nell’esclusiva indagine condotta da Ipsos per Class Editori, su «Gli italiani e la Ai», che oggi sarà dibattuta all’«Artificial Intelligence Day – La rivoluzione de-generativa?» di Class Editori.

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Banco Bpm sale al 100% di Vera Vita e Vera Assicurazioni esercitando l’opzione call nei confronti di Cattolica Assicurazioni sul 65% del capitale. Il prezzo di esercizio per il riacquisto di entrambe le partecipazioni è pari a 392,5 milioni, a cui si aggiunge il 65% del risultato d’esercizio delle compagnie maturato da inizio 2023 fino alla data del closing. Banco Bpm punta così a «creare uno dei principali gruppi captive nel bancassurance Vita», ha spiegato la banca che punta ad accrescere l’offerta integrata nel Wealth management e aumentare i ricavi da commissioni.

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Sul welfare aziendale molto è stato fatto. Però c’è un vizio di fondo che poi si è tramutato anche in un abuso. Molto spesso riusciamo a sostituire welfare con salario monetario. E questo ovviamente è un danno per il lavoratore, perché il welfare aziendale non si porta dietro oneri sociali e contribuzione e allo stesso tempo l’azienda ha una riduzione di costo perché la maggior parte del welfare aziendale è defiscalizzato. Dovremmo legare il welfare aziendale a effettivi aumenti di produttività. Quando ci sono questi aumenti allora possono essere cedute forme di welfare aziendale, altrimenti non sono giustificati e sono soltanto una riduzione di costo per le aziende
Banco Bpm esercita l’opzione per acquistare le compartecipate assicurative con Cattolica, ormai nell’orbita di Generali: comprerà il 65% che non possedeva a 392,5 milioni, cifra da arrotondare lasciando a Cattolica il 65% degli utili maturati fino alla chiusura del dossier, attesa nel quarto trimestre.

La banca guidata da Giuseppe Castagna ha annunciato ieri di aver esercitato l’opzione di acquisto (call), sul 65% del capitale sociale di Vera Vita e Vera Assicurazioni, compagnie operanti rispettivamente nel ramo vita e nel ramo danni di cui il Banco già possiede una quota del 35%. Il prezzo complessivo per il riacquisto di entrambe le partecipazioni è stato fissato in 392,5 milioni, a cui va aggiunto il 65% del risultato d’esercizio delle compagnie maturato da inizio 2023 fino alla data del closing. Per la banca si profila così un impatto sul Cet1 ratio che è negativo di 15 punti base nell’ipotesi di non applicazione del Danish Compromise – ovvero lo sconto patrimoniale riconosciuto a livello regolamentare per le quote detenute dalle banche nelle assicurazioni, riconoscimento il cui processo è in corso per il Banco – mentre i benefici, a Danish Compromise approvato, rimangono confermati «conservativamente» in 58 punti base, afferma in una nota l’istituto.