Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

Se da una parte ci sono i risparmiatori, con quelli rappresentati dal Codacons che starebbero valutando gli estremi di una class action, dall’altra ci sono anche i dipendenti dell’assicurazioni Vita preoccupati di sapere in quali delle cinque compagnie che hanno promesso di partecipare al piano saranno trasferiti. Si tratta di circa 230 persone (scese rispetto ai 240 di inizio crisi per 10 uscite volontarie) che aspettato di sapere dove saranno trasferite e la questione non è di poco conto visto che mentre tre delle cinque assicurazioni (Intesa Sanpaolo Vita, Allianz e Generali) hanno sede a Milano proprio come Eurovita, le altre due, Poste Vita e Unipol, hanno invece sede rispettivamente a Roma e a Bologna. Ieri c’è stata una nuova riunione tra i soggetti interessati al piano di salvataggio di sistema, ovvero le compagnia di assicurazioni e le banche coinvolte nella distribuzione delle polizze Eurovita (Banca Fineco, Fideuram, Credem, Sparkasse e Banca popolare di Puglia e Basilicata), per discutere dei tanti nodi ancora da sciogliere. Si sono fatti passi avanti anche se ancora non risolutivi e l’impegno resta quello di riversi presto. Con aspetti tecnici da definire tutt’altro che sono però tutt’altro secondari.
Il gruppo Credit Agricole in Italia ha registrato nel primo trimestre un risultato netto aggregato di 375 milioni di euro (+44%), di cui 299 milioni di pertinenza della casa madre francese. Nel complesso l’attività commerciale continua a essere dinamica, spiega una nota della società: in totale sono stati pari a 96 miliardi di euro i finanziamenti all’economia, mentre la raccolta è stata di 324 miliardi. el primo trimestre sono stati acquisiti oltre 39 mila clienti (+7% a/a), collocati 1,7 miliardi di prodotti Wealth Management e si è registrato un aumento dei premi assicurativi danni (+14% a/a).
L’Unione Europea si appresta a mettere le briglie all’Intelligenza Artificiale. Oggi le commissioni Giustizia e Mercato Interno dell’Europarlamento saranno chiamate ad accendere il semaforo verde sull’Eu Ai Act, “il Gdpr dell’Intelligenza Artificiale”, che poi verrà nuovamente votato in plenaria a giugno, prima dell’avvio dei negoziati con gli Stati membri.  Il regolamento, pensato già nel 2021, rappresenta una stretta che potrebbe fare scuola in tutto il mondo. Dopo la prima stesura «abbiamo aggiunto un articolo che riguardi i modelli di AI molto avanzati, a cui abbiamo collegato una serie di obblighi simili a quelli dei sistemi ad alto rischio». Ci sono anche clausole stringenti per l’Intelligenza Artificiale generativa (quella di ChatGpt): «Il regolamento imporrà l’obbligo di rendere identificabili in modo chiaro tutti i contenuti prodotti con l’AI, in modo tale che si possa capire subito quale materiale viene da un chatbot e quale da esseri umani». E poi «abbiamo incluso l’obbligo di pubblicare in maniera sufficientemente dettagliata un resoconto dei materiali coperti da copyright usati per l’addestramento, in modo tale che gli autori possano avere il giusto compenso laddove ne abbiano diritto».
Banca Mediolanum ringrazia raccolta e tassi di interesse e chiude un primo trimestre in forte crescita rispetto al 2022. A cominciare dalle commissioni nette, favorite dal rimbalzo dei mercati, cresciute del 4% a 261 milioni di euro. E poi c’è il margine da interesse, arrivato a quasi 158 milioni. Un incremento annuo del 119%, giustificato proprio dai tassi in aumento e favorito dalla componente variabile del portafoglio crediti e dai titoli detenuti in tesoreria.Alla luce di questi dati il margine operativo della banca guidata da Massimo Doris è risultato pari a 228,1 milioni, superiore del 64% rispetto al primo trimestre del 2022, e miglior trimestre di sempre. L’utile netto è arrivato a 178,3 milioni, segnando un incremento annuo del 59%.Anche a livello di solidità, e nonostante le recenti turbolenze, Banca Mediolanum può ritenersi ampiamente soddisfatta. L’incidenza di crediti deteriorati netti sul totale è pari allo 0,7%, mentre l’indice Cet1 è del 20,6%.

Banca Mediolanum ha chiuso il trimestre con commissioni nette per 261 milioni (+4% su base annua), un margine di interesse più che raddoppiato a 157,7 milioni, un margine operativo di 228,1 mln (+64%) e un utile netto di 178,3 milioni (+59%). Il totale delle masse gestite e amministrate è salito del 2% a 108,7 miliardi e gli impieghi alla clientela retail hanno raggiunto 16,6 mld (+12%). Il Cet 1 si è attestato al 20,6%. La raccolta netta totale è stata positiva per 3 miliardi e quella gestita è ammontata a 1,35 miliardi.
Addio quattordicesima e importo aggiuntivo sulle tredicesime per i pensionati che non hanno presentato il modello Red2020 (relativo ai redditi del 2019). Con messaggio 1661/2023, l’Inps annuncia la definitiva revoca delle due prestazioni collegate al reddito e il conseguente avvio del recupero a carico dei pensionati, in 12-24 rate a partire dalla mensilità di giugno 2023.

corsera

Continua la corsa delle trimestrali bancarie e anche quella del Crédit Agricole non delude. In Italia la Banque Verte tra gennaio e marzo ha registrato un risultato netto aggregato di 375 milioni di euro (+44% anno su anno), di cui 299 milioni di pertinenza della casa madre francese. Il gruppo — che include l’istituto di credito e le altre società prodotto e attività con cui Crédit Agricole opera nel nostro Paese, e che totalizza circa 16.500 collaboratori e 5,3 milioni di clienti — nei primi tre mesi dell’anno ha erogato finanziamenti per 96 miliardi di euro e dispone di una raccolta, inclusi gli asset in gestione e la banca depositaria, di 324 miliardi di euro. A questi numeri l’attività bancaria di Crédit Agricole Italia, guidata da Giampiero Maioli, ha contribuito con un utile di 208 milioni di euro, in crescita del 65%, sorretto dalla corsa dei ricavi (+21,3%), spinta dalla performance del margine di interesse (+46,6%).
Accanto a notizie positive, come la ripresa dell’export, è emerso l’allarme sulla regolarità dei pagamenti delle imprese rilevate da Cribis. Benché nel 2022 i pagamenti puntuali siano tornati a circa il 41% del totale, nel primo trimestre 2023 si registra un aumento dei ritardi gravi oltre i 30 giorni, arrivati al 9,5%. Come dire che un’azienda su dieci è in una situazione critica. «L’Italia mostra ancora un differenziale importante rispetto ad altri Paesi europei, soprattutto con la Germania — nota Macro Preti, amministratore delegato di Cribis —. Ci troviamo in uno scenario complicato, con un’inflazione che può avere impatto sulla produzione e il rischio di contrazione del credito bancario».

Repubblica_logo

La data da cerchiare in rosso è il primo luglio. Per 1,3 milioni di pensionati segnerà la fine di un’attesa. Durata sei mesi. Perché è da gennaio che aspettano l’aumento promesso da Giorgia Meloni. Ma i soldi non sono mai arrivati. Quindi un aiuto a chi prende una pensione minima (ricalcolata quest’anno in 563,74 mensili) o inferiore. Basta leggere la parte iniziale del comma della Finanziaria che ha dato forma alla misura: «Al fine di contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche registrate e attese per il biennio 2022-2023» si prevede, «in via eccezionale, il riconoscimento in via transitoria di un incremento».

Ieri si è tenuto un nuovo incontro per il salvataggio della compagnia in amministrazione straordinaria dallo scorso 29 marzo. Pare che si stiano facendo passi in avanti, con un avvicinamento tra le parti, nell’individuare una soluzione che permetta la messa a terra del progetto già delineato che vede le cinque principali compagnie italiane (Generali, Poste Vita, Intesa Sanpaolo Vita, Unipol e Allianz) che dovrebbero spartirsi la compagnia e le banche chiamate a fornire garanzie sui riscatti (in particolare sulle Ramo I). Dopo il nuovo confronto di ieri si sono rese necessarie delle valutazioni tecniche con un nuovo appuntamento previsto per la prossima settimana. Oltre al commissario per la gestione straordinaria Alessandro Santoliquido sono al lavoro gli advisor (Kitra e Legance), mentre le banche che hanno venduto le polizze hanno scelto Vitale.
Risultati in forte crescita per il Credit Agricole e per la sua divisione italiana. La Banque verte nel primo trimestre ha visto un balzo dell’utile netto a quota 1,23 miliardi, più del doppio rispetto ai 571 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso. In crescita anche i ricavi, saliti del 9,6% a 6,12 miliardi di euro grazie anche al balzo delle attività della banca di investimento i cui ricavi sono saliti del 19% a 2,05 miliardi. Bene anche Agricole Italia, che ha registrato un risultato netto aggregato di 375 milioni di euro, in crescita del 44% rispetto allo stesso periodo del 2022 e un utile netto consolidato pari a 208 milioni di euro (+65% a/a).

Handelsblatt

 

Il gruppo quotato al DAX investirà fino a 1,5 miliardi di euro in un altro programma di riacquisto nei prossimi mesi. Si tratta già dell’ottavo dal 2017.