di Andrea Pira
Salgono a 27,4 miliardi gli investimenti ammessi a detrazione nell’ambito del Superbonus 110%. Nel giorno in cui la politica si scontra sulle parole del presidente del Consiglio Mario Draghi che da Strasburgo, martedì, ha bocciato la misura, i dati diffusi dall’Enea mostrano un costo del 110% che viaggia al ritmo stabile di circa 3 miliardi al mese (3,2 miliardi ad aprile). Numeri branditi dai difensori dello strumento. I Cinque Stelle su tutti, pronti a portare a loro sostegno il plauso per la proroga della misura arrivato dal Bruxelles nelle scorse settimane assieme all’ok all’erogazione della prima rata del Recovery Fund. L’incertezza sull’atteggiamento del governo rispetto alla misura agita anche il mondo delle costruzione. Il rischio è «creare enormi contenziosi e di far fallire centinaia di operatori». È necessario quindi che il governo «ci dica una volta per tutte cosa si intende fare di questa misura», è l’invito lanciato dal presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), Gabriele Buia, in risposta all’affondo del premier. Nonostante i dubbi, finora, il governo ha comunque rinnovato l’incentivo all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare. «La proroga di altri tre mesi decisa dal governo per la detrazione del 110%, applicata alle case unifamiliari, potrebbe rivelarsi inutile», nota tuttavia Fabrizio Capaccioli, ad di Asacert e vicepresidente di Green Building Council Italia, che avverte: «Allungare i termini per la realizzazione di almeno il 30% da giugno a settembre 2022 dei lavori del Superbonus è una misura giusta ma insufficiente perché rischia di non avere gli effetti desiderati. Si chiede al settore di utilizzare il mese di agosto per tenere aperti i cantieri quando sarà molto difficile che questo possa accadere per via delle ferie estive». (riproduzione riservata)
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