di Paola Valentini
La volatilità del mercato e l’incertezza geopolitica non hanno scalfito neppure in aprile la fiducia che gli investitori italiani ripongono nei fondi aperti, che hanno registrato il 25° mese consecutivo di raccolta positiva, con flussi netti per 1,55 miliardi di euro dopo i 2,16 miliardi di marzo. Un bilancio florido che porta il complessivo da inizio anno a 14,33 miliardi. In totale l’industria italiana del risparmio gestito, emerge dalla mappa mensile di Assogestioni, ha però chiuso aprile in rosso per 1,98 miliardi (+8,9 miliardi il saldo da gennaio), a causa di operazioni infragruppo nelle linee istituzionali delle Generali. Infatti le gestioni istituzionali hanno chiuso il mese in negativo per 4,34 miliardi (-11,05 miliardi da gennaio). Positivi invece, come per i fondi aperti, anche i flussi sulle gestioni retail (623 milioni, pari a +4,26 miliardi da inizio anno) e sui fondi chiusi con 185 milioni (+1,4 miliardi nei quattro mesi). Il patrimonio gestito è sceso a 2.427 miliardi dai 2.485 miliardi di fine marzo a causa sia dell’effetto raccolta negativa, sia dell’impatto dei mercati sulla valorizzazione delle masse che l’Ufficio studi Assogestioni quantifica in circa -2,3%. Di questi asset, 1.283 miliardi sono custoditi nelle gestioni collettive (1.202 miliardi nei fondi aperti, che si confermano in prevalenza sulle masse gestite, e 80,8 miliardi nei chiusi) e 1.143 miliardi nelle gestioni di portafoglio. Lo spaccato dei dati dei fondi aperti conferma ancora una volta che la preferenza dei sottoscrittori per gli azionari (+2,24 miliardi per un totale da gennaio di 11,48 miliardi) e i bilanciati (+1,16 miliardi, 6,41 miliardi nei quattro mesi) non è stata intaccata dall’incertezza dello scenario di mercato e geopolitico. Sempre in rosso gli obbligazionari (-2,54 miliardi nel mese, risultato che porta il totale del quadrimestre a -7,95 miliardi). Sul fronte delle singole società spicca Generali che ha avuto deflussi totali per 4,2 miliardi per via di uscite pari a 5,07 miliardi dalle gestioni istituzionali (fondi aperti +749 milioni e gestioni retail +103 milioni). È questo il dato che ha portato in rosso il sistema. La compagnia precisa che «il risultato di raccolta registrato dal gruppo è dovuto principalmente a flussi finanziari infragruppo tra le controllate». Sotto la parità nel mese anche Intesa Sanpaolo (-936 milioni) per via di Eurizon (-1,4 miliardi, mentre è in attivo Fideuram, (470 milioni). Segno meno per Azimut (-36 milioni), Allianz (-133 mln) e Axa Im (-81 mln). Lunga la lista dei big in attivo: Amundi (431 milioni), Anima (309 milioni), Poste (1,24 miliardi), Mediolanum (328 milioni), Arca (176 milioni), Deutsche Bank (320 milioni) e Bnp Paribas (183 milioni). Per quanto riguarda le sgr estere senza rete propria di distribuzione in Italia, Jp Morgan ha registrato una raccolta positiva per 80 milioni, Morgan Stanley 16 milioni, M&G 218 milioni. Schroders in rosso per 118 milioni. (riproduzione riservata)
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