Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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L’acquisizione di un sito inquinato può comportare per l’avente causa il diritto a ottenere un risarcimento danni dal dante causa così come, addirittura, l’opposto obbligo di procedere alla bonifica dello stesso. Tutto dipende, come ricorda la più recente giurisprudenza, dalla posizione delle parti coinvolte, senza dimenticare che, in base al Codice ambientale, alcuni oneri gravano comunque sul nuovo proprietario, seppur incolpevole. Ecco un excursus giurisprudenziale.
L’abuso del potere disciplinare in ambito lavorativo è compatibile con il c.d. «stalking occupazionale» e può portare a conseguenze anche di natura penale. In particolare, integra il reato di atti persecutori, previsto e disciplinato all’art. 612-bis del codice penale, la condotta di mobbing da parte del datore di lavoro consistente in una mirata reiterazione di plurimi atteggiamenti convergenti nell’esprimere ostilità verso il lavoratore dipendente e preordinati alla sua mortificazione e isolamento nell’ambiente di lavoro.
La fotografia sui prestiti scattata dall’EY European bank lending economic forecast 2022
Inflazione e tensioni rallentano la crescita: 1,1% nel 2023
Il post emergenza Covid non modifica, per ora, le abitudini di lavoro. Eccetto la patente del green pass (non più necessaria), sul resto sono confermate tutte le misure anti-contagio già adottate e già in uso nei luoghi di lavoro: nonostante sia cessato lo stato d’emergenza, governo e parti sociali hanno deciso all’unanimità «di ritenere operante il protocollo 6 aprile 2021 nell’interezza e d’impegnarsi a garantirne l’applicazione» in tutti i luoghi di lavoro. Idem sul versante tutele: la conversione in legge del dl n. 24/2022, infatti, prorogherà la sorveglianza sanitaria (fino al 31 luglio), il rimborso forfetario di 600 euro di malattia ai lavoratori fragili (fino al 30 giugno), lo smartworking semplificato (fino al 31 agosto) e il diritto al lavoro agile.

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  • Ultimi al mondo in cultura finanziaria la rimonta deve partire dalla scuola
I consigli della banca o il passaparola di parenti e amici: così gli italiani decidono quali prodotti acquistare. Siamo in coda alle classifiche mondiali sull’educazione. Ecco come si può rimediare. Dalla truffa dei tulipani allo Schema Ponzi, quante bolle e quanti raggiri si sarebbero evitati se la cultura finanziaria dei risparmiatori fosse più alta? E quanti errori si dribblerebbero se ci fosse più consapevolezza dei meccanismi della finanza? Secondo l’Osservatorio Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane, il 43% degli intervistati non avverte la necessità di approfondire temi potenzialmente utili in occasione di scelte importanti e il 17% ritiene che sia sufficiente il supporto dell’intermediario o di parenti e amici. Dall’indagine emerge inoltre che le conoscenze di base risultano ancora piuttosto basse. La quota di risposte corrette riferite a cinque nozioni di base si attesta in media attorno al 50%. Rispetto al 2019, comunque, c’è un miglioramento di tre punti percentuali.
  • Fondi comuni, raccolta senza stop la serie positiva dura da 24 mesi
A differenza di quanto successe con il Covid, la guerra per ora non ha fermato l’avanzata. È cambiata la composizione dei prodotti: più azionari e bilanciati. Nevralgico il ruolo svolto dalla consulenza. Marzo è stato il ventiquattresimo mese consecutivo chiuso con una raccolta positiva, le sottoscrizioni sono state pari a 2,2 miliardi, e il totale da inizio anno supera gli 11 miliardi. Nel primo trimestre del 2022 la raccolta delle reti di consulenza è stata pari a 5,1 miliardi, il 45% degli 11,3 miliardi raccolti dall’intero sistema fondi, ed è significativo che nel mese di marzo l’apporto delle reti sia stimato in oltre il 73% del totale. Le scelte passate dei sottoscrittori italiani, ispirate alla prudenza, si riflettono inevitabilmente sui rendimenti realizzati.
  • Assicurazioni, il conto diventa salato
L’impennata dei costi anche per i pezzi di ricambio trascinerà le polizze a cominciare dall’aumento riguardante i sinistri. Ma ci sono cinque azioni che le compagnie potrebbero mettere in campo. La corsa dei prezzi rappresenta un grosso problema non solo per i consumatori ma anche per le compagnie assicurative del ramo auto. È questo quanto emerge dal recente studio “Managing Motor Claims Inflation in the Post-Pandemic Environment” realizzato da Bcg, dal quale emerge come dall’inizio della pandemia in Europa il costo dei sinistri automobilistici sia cresciuto in media del 4% all’anno, aggiungendo così un costo complessivo pari a 5 miliardi di euro sui conti delle assicurazioni. I rincari, inoltre, potrebbero non essere ancora finiti: gli esperti della società di consulenza si attendono un ulteriore aumento compreso fra il 5% e il 7% nel corso di quest’anno. A far lievitare il conto è soprattutto il rialzo dei prezzi dei pezzi di ricambio, dovuto alle interruzioninella supply chain.

  • Occhio al pepp: sfida i «vecchi» con tasse, costi e decumulo
il Regolamento Ue 1238 del 2019 ha previsto il lancio dei Pepp nel mercato europeo e definito i profili di funzionamento, di regolamentazione e tassazione di questo prodotto individuale. Questa decisione finirà per riaprire la questione del rapporto tra secondo pilastro pensionistico collettivo e terzo pilastro individuale che non è mai stata davvero risolta in Italia. La scelta politica di molti anni fa fu di farli coesistere, ma adesso l’avvio dei Pepp richiede di confermare questa scelta, evitando di introdurre asimmetrie imprudenti. Il legislatore nazionale sembra optare per una disciplina autonoma rispetto al decreto che ha lanciato i fondi pensione di secondo pilastro (d.lgs. 252/2005), con regole differenti per le prestazioni e la fiscalità. Il Regolamento Ue definisce il Pepp come un prodotto integrativo di quelli già esistenti, affermando che esso «non sostituirà, néarmonizzerà gli schemi o i prodotti pensionistici individuali esistenti» e «non inciderà sugli attuali schemi pensionistici nazionali obbligatori o aziendali o professionali». Parole molto belle, purtroppo non sarà così e i Pepp potrebbero avere effetti significativi sulle altre forme di previdenza integrativa. Ci sono alcune criticità per la fase di accumulo e per quella di decumulo.
  • Unipol, la terza via di Cimbri
Il piano Opening new ways promette 2,3 mld di utili al 2024. No ad acquisizioni di controllo nelle banche né ai patti di sindacato
  • «La governance? una questione di indipendenza»
Parleremo ancora per molto di quello che è accaduto alle Generali. Per un fatto molto semplice: sono tra le maggiori istituzioni finanziarie del Paese e per quanto in alcune cronache finanziarie la vicenda sia apparsa una sorta di Disfida di Barletta, in realtà è la fotografia di quanto e come sia andato avanti il mercato. Ma norme e regole sono andate alla stessa velocità? «Si è detto che abbia vinto il mercato, ma forse sono stati i proxy advisor ad avere affermato un ruolo importante. Di sicuro come avete scritto voi de L’Economia un tagliando alla governance andrà fatto». Massimo Ferrari, General manager corporate and finance e Group chief financial officer di Webuild alza la mano e sollecita una riflessione più larga su governance e dintorni. Ferrari ha le carte in regola. Classe ‘61, conosce la finanza in pratica e in teoria. Un centrocampista con competenze operative e curriculum da regolatore. Ha guidato la divisione emittenti di Consob per quattro anni con Lamberto Cardia. Con Pietro Salini e Claudio Costamagna (poi candidato presidente della lista Caltagirone), ha scalato Impregilo, più di recente è stato attivo nella partita su Tim per Elliott, sempre con il più grande attivista del mondo fondato da Paul Singer ha avuto un ruolo attivo nella vicenda del Milan, club della quale è consigliere. È anche consigliere d’amministrazione di Cairo Communication, che controlla Rcs MediaGroup.
  • Salone, l’educazione finanziaria? Gli italiani la vorrebbero a scuola
Lo dicono gli oltre 1500 lettori che hanno partecipato al sondaggio Corriere e Comitato EduFin presentato al Salone del Risparmio

  • Danni da vaccini Covid: possibile il risarcimento se non arriva l’indennizzo