NEI 9 MESI UTILE DI 716 MLN (+19%). RICAVI A 2,15 MLD
di Giovanni Galli
Mediobanca, nei primi nove mesi dell’esercizio 2021-2022, ha realizzato un utile netto di 716 milioni di euro, in aumento del 19% su base annua. Il risultato netto dei tre mesi (-28% su base trimestrale a 190 milioni) sconta il maggior onere dei fondi sistemici. I ricavi sono saliti del 9,3% a 2,15 miliardi. In miglioramento anche l’utile operativo a 994,5 milioni (+13,4%). Le commissioni nette sono migliorate del 12,9% a 645,1 milioni, di cui 201,9 mln nel trimestre, riflettendo le performances del wealth management (+28,4%) e del Corporate e investment banking (+6,9%). Il cost-income si è posizionato al 45%. La raccolta netta ha raggiunto 6,9 miliardi, di cui 4 mln di raccolta indiretta. Complessivamente le attività gestite per conto della clientela sono ammontate a 80,3 miliardi, di cui 34,5 mld nel premier, 34 mld nel private e 24,9 mld nell’asset management.

La remunerazione agli azionisti è invariata, con un payout intorno al 100% e un cash payout del 70%. Per quanto riguarda l’intero esercizio, l’utile netto è atteso in crescita. Non sono previste inversioni di tendenza nel costo del rischio: su corporate e consumer la qualità del portafoglio resta soddisfacente. Il Cet 1 è stimato superiore al 14,5%. «Il trimestre dovrebbe concludersi, salvo shock imprevisti e inattesi, con una traiettoria industriale valida e con una generazione di capitale interessante», ha spiegato l’a.d. Alberto Nagel, precisando che Piazzetta Cuccia non ha esposizioni alla Russia e all’Ucraina.

Nagel ha poi sottolineato che Generali rimarrà importante anche in futuro per Mediobanca. «Siamo molto contenti della nostra partecipazione e della nostra esposizione assicurativa, che riteniamo anticiclica. Qualsiasi altra operazione non è inclusa nei nostri piani di traiettoria di crescita organica». Movimenti di crescita per linee esterne passeranno esclusivamente, in questa fase, da piccole acquisizioni e non da deal trasformativi: «Eventuali acquisizioni per Mediobanca devono avere un rischio limitato nei tre business in cui operiamo. Possiamo guardare a piccole operazioni, come advisory boutique, o ad altri deal come quello di Bybrook o Barclays. Non ci sono progetti in corso su merger trasformativi».
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