L’ANDAMENTO POSITIVO DEI RICAVI MINACCIA DI RIDURSI IN MODO SIGNIFICATIVO. SITUAZIONE SERIA PER TURISMO, VOLI E RISTORAZIONE
di Luca Gualtieri
La guerra in Ucraina sta mettendo a rischio la ripresa dell’industria italiana. Dopo la frenata degli anni della pandemia il conflitto in corso e le sue conseguenze macroeconomiche, a partire dalla fiammata delle materie prime, potrebbe dimezzare la crescita dei ricavi nel prossimo biennio, con effetti particolarmente seri per i settori più esposti, cioè turismo, voli e ristorazione, già pesantemente colpiti dalla pandemia. Sono queste le previsioni formulate da Cerved nell’ambito delle Industry Forecast che la società ha rivisto rispetto alla fine del 2021. In base alle nuove previsioni, spiega il report, nel 2022 il tasso di crescita dei ricavi in termini reali potrebbe decelerare al 3,2% (con un delta negativo di 2,7 punti percentuali rispetto alle stime pre-guerra), per poi attestarsi al 2,2% nel 2023, con un recupero dei livelli pre-Covid posticipato soltanto al termine del 2023 (+1,4% rispetto al 2019) e di entità inferiore rispetto alle previsioni pre-guerra. In uno scenario più pessimistico, che ipotizza una durata più lunga del conflitto ed effetti strutturali dei rincari sull’inflazione, i margini di ripresa sarebbero ancora più esigui, con una crescita del 2,5% nel 2022, dell’1,6% nel 2023 e valori di fatturato nel 2023 analoghi al pre-Covid (+0,2% su 2019). Cerved ha inoltre aggiornato i propri modelli di previsione per analizzare con maggior dettaglio gli impatti specifici della guerra e le ricadute del nuovo scenario sui diversi settori. Le previsioni settoriali, spiega il report, mettono in evidenza andamenti molto eterogenei sul sistema produttivo. In base alle stime, gli effetti della pandemia risultano molto diversificati con alcuni comparti, come le costruzioni (6,4%), l’agricoltura (3,9%), i metalli (1,4%) e i prodotti intermedi (1,3%), che già nel 2021 fanno registrare un rimbalzo positivo e livelli superiori al pre-Covid mentre altri, come i servizi non finanziari (-12,7%), i carburanti (-11,4%) e il sistema moda (-10,4%), continuano ad essere molto penalizzati dalle restrizioni e dal calo di margini dovuto ai rincari delle materie prime. Considerando gli effetti del biennio 2021-23, condizionati dal fisiologico rimbalzo rispetto alle perdite della pandemia e dall’impatto della guerra, i settori che fanno registrare traiettorie di ripresa più consistenti rispetto ai livelli del 2019 sono quello delle costruzioni, dei metalli, dei mezzi di trasporto e dell’elettrotecnica e informatica, mentre quelli più colpiti sono carburanti, servizi non finanziari e sistema moda. A livello disaggregato, i comparti che a causa dei nuovi sviluppi congiunturali registrano il maggior ridimensionamento delle aspettative sono per la maggior parte legati al mondo del turismo. (riproduzione riservata)
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