Simona D’Alessio
«Escalation» degli iscritti all’Ente di previdenza degli psicologi (Enpap), giunti ad oltre 72.600, con un progresso, in una sola annualità, quella dello scoppio della pandemia da Covid-19, del 5,7%. E, al tempo stesso, cresce pure la «fetta» della platea professionale che, con l’intento di incrementare il «peso» della futura pensione, effettua versamenti aggiuntivi: nonostante, infatti, il perdurare dell’emergenza sanitaria, «in occasione della comunicazione dei redditi 2020, presentata nell’ottobre 2021, quasi 20.000 associati hanno scelto di corrispondere una contribuzione con un’aliquota superiore a quella minima del 10%», di cui 14.600 hanno optato per una percentuale ricompresa tra il 20 e il 30% e, di questi, «quasi 9.000» hanno deciso di investire nel proprio montante il 30%.

A renderlo noto la stessa Cassa guidata da Felice Damiano Torricelli, a seguito dell’approvazione, da parte del Consiglio di indirizzo generale, del Bilancio consuntivo per il 2021; il documento mette in risalto un utile di oltre 77,8 milioni (erano 27,9 nel 2020) e un risultato finanziario di 197,3 milioni (a partire dai 155,8 dei dodici mesi precedenti). Il patrimonio investito dell’Ente sale a 2 miliardi, (in incremento, rispetto ai 1,78 miliardi del 2020) registrando un’ascesa del 13,8%, quello netto contabile è di 210,6 milioni (erano 150,8 nell’annualità precedente).

«La categoria degli psicologi ha un «trend» di crescita costante, al ritmo di 3.500-4.800 all’anno. È una professione prevalentemente femminile» (più di 8 su 10 sono donne), che, argomenta il presidente in un colloquio con ItaliaOggi, «sta ampliando il raggio d’azione: nella società attuale, mentre i supporti vengono meno, dalle famiglie agli amici, dai gruppi politici alla chiesa, le scelte diventano sempre più difficili. E tutto ciò che rende più fragile la nostra identità ci fa cercare sostegno nel professionista». A partire dalla pandemia che, conclude Torricelli, «è stata un acceleratore di dinamiche già esistenti» in «un’epoca di sensazione di impotenza e di enorme solitudine».

Simona D’Alessio
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