ASSICURAZIONE DANNI

Autore: Fabrizio Mauceri

ASSINEWS 342 – giugno 2022

Premessa 

Nel proporre una polizza all risks ci sentiamo più tranquilli rispetto ad una polizza a rischi nominati. Questo perché si ritiene che siano coperti tutti i danni che colpiscono gli enti assicurati tranne quelli esclusi. Tutto sembra più semplice. Basta guardare le esclusioni e si capisce subito cosa è coperto e cosa no. È sempre così?

Una volta il testo base delle CGA delle polizze incendio a rischi nominati comprendeva sempre la copertura “dei danni causati alle cose assicurate da sviluppo di fumi, gas, vapori, da mancata od anormale produzione o distribuzione di energia elettrica, termica o idraulica, da mancato od anormale funzionamento di apparecchiature elettroniche, di impianti di riscaldamento o di condizionamento, da colaggio o fuoriuscita di liquidi purché conseguenti agli eventi garantiti con la presente polizza – eccezion fatta per quelle garanzie le cui clausole escludano esplicitamente i danni di cui sopra e fermi i limiti previsti in polizza per le singole garanzie coinvolte – che abbiano colpito le cose assicurate oppure enti posti  nell’ambito di m. 20 da esse”.

Oggi giorno la maggior parte dei testi all risks presenti in commercio non comprendono più questa semplice dicitura perché ci viene detto che non servirebbe, in quanto non sono rischi esclusi. Sarà vero? 

Il fatto

Un primario intermediario assicurativo inizia a seguire un nuovo cliente che, come attività, lavora la soia. Caratteristica di questa attività è che la merce va lavorata entro un determinato tempo per evitare che la stessa si deteriori.

Per questo motivo, viene prestata molta attenzione alla manutenzione di tutti i macchinari utilizzati nell’impresa. Il nuovo assicuratore convince il cliente a stipulare copertura  assicurativa property in forma all risks con importante compagnia multinazionale, con tutte le garanzie di cui aveva bisogno l’assicurato: fenomeni elettrici, catastrofali, ecc.

La formula utilizzata dalla compagnia non prevede alcuna normativa in merito ai danni consequenziali e l’intermediario non si preoccupa di chiederne l’inclusione.

Il sinistro

La soia, per essere lavorata, deve essere prima essiccata e poi mantenuta asciutta all’interno di alcuni silos conservati all’esterno dei fabbricati. Per mantenere la struttura asciutta, viene utilizzato un macchinario che preleva l’acqua piovana manualmente e la scarica all’esterno del silo.

Durante un temporale, un fulmine si scarica nella zona dello stabilimento. Lo sbalzo di corrente provoca un fenomeno elettrico al predetto macchinario. Un dipendente, nell’intento di mantenere la soia asciutta, manovra l’impianto medesimo, ignorando la presenza del danno da fenomeno elettrico. Il macchinario, anziché scaricare l’acqua all’esterno del silo finisce per inondare il medesimo, bagnando irrimediabilmente la soia, che finisce per gonfiarsi e diventare quindi inutilizzabile.

L’assicurato, ricordandosi che la copertura assicurativa era stata fatta in forma all risks e che quindi copriva praticamente tutto, chiama immediatamente l’assicuratore, chiedendogli l’indennizzo del medesimo.

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