di Pierluigi Mandoi
Continua il processo di derisking di Banco Bpm, che ha deliberato la cessione di un portafoglio di crediti classificati come utp e npl con valore lordo di bilancio complessivo pari a circa 700 milioni di euro. La cessione avverrà nel contesto di un’operazione di cartolarizzazione le cui note mezzanine e junior saranno sottoscritte, a seguito della negoziazione e definizione della documentazione contrattuale, da società controllate da fondi di Elliott. A ricoprire il ruolo di master servicer e special servicer il gruppo Gardant. Il perfezionamento dell’operazione, nella quale Banco Bpm si è avvalsa di Deloitte financial advisor in qualità di advisor finanziario e di Chiomenti in qualità di advisor legale, è atteso entro la presentazione dei risultati del primo semestre 2022 dell’istituto. Rispetto alla situazione al 31 marzo 2022, la cessione permette alla banca di ridurre a 5,6 miliardi di euro lo stock di crediti deteriorati lordi, per un npe ratio lordo del 4,9%. Intanto la banca ha presentato ieri i risultati trimestrali, che hanno visto un utile netto a 177,8 milioni di euro in crescita sui 100,1 del 31 marzo 2021. Il consensus di mercato si fermava a 138 milioni. L’ebt, pari a 399 milioni, è il migliore mai registrato dal gruppo. I proventi operativi sono ammontati a 1,18 miliardi (+5,2% anno su anno) e il risultato della gestione operativa è stato di 561,2 milioni (+16%). Nel trimestre il cost/income ratio, al 52,7%, è stato inferiore sia al dato del corrispondente periodo del 2021 (57,1%) sia a quello relativo all’intero anno passato (55,8%). Il Cet1 ratio Ifrs 9 fully phased del gruppo è stato del 13,1%, in diminuzione rispetto al 13,4% del 31 dicembre scorso, «principalmente per effetto del decremento delle riserve da valutazione dei titoli». Il margine di interesse è stato di 511,5 milioni e le commissioni nette a 480,1. Pari a 624,7 milioni gli oneri operativi. Il gruppo prevede che l’utile netto del 2022, salvo ulteriori peggioramenti di scenario, si attesti in miglioramento rispetto al 2021 (710,08 milioni). Sul conflitto in Ucraina, la banca ha precisato che non ha avuto impatti significativi, in quanto l’esposizione verso Russia e Ucraina è minore dello 0,1% del totale delle attività. (riproduzione riservata)
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