di Anna Messia
Dopo la pandemia le compagnie di assicurazione rivedono i modelli distributivi per migliorare la qualità del servizio grazie alle nuove tecnologie. Ma al centro del sistema resteranno gli agenti e gli intermediari. La fotografia è stata scattata dal World Insurance Report 2021 di Capgemini ed Efma da cui emergono nuovi bisogni e qualche punto debole. Secondo lo studio più del 60% degli assicuratori ha affermato che il virus ha influenzato i proprio sforzi di acquisizione di nuovi clienti, e circa il 40% ha dichiarato di avere avuto problemi sulla fidelizzazione di quelli attuali. Di conseguenza, molti stanno considerando di investire in soluzioni tecnologiche per proteggersi da ulteriori difficoltà. L’approccio, secondo Capgemini, dovrebbe andare nella direzione di un aumento del livello di convenienza e consulenza, investendo sui canali digitali ma anche su agenti e intermediari. L’87% degli assicuratori afferma infatti che investirà in miglioramenti digitali, ma solo il 32% sostiene che i canali digitali sono efficaci nelle vendite perché mancano di capacità di consulenza personalizzata. I canali digitali piacciono ai clienti e hanno ottenuto un punteggio elevato per la disponibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7, la facilità di aggiornamento delle informazioni per gli assicuratori e le capacità di ricerca. Tuttavia sono limitati nella capacità di fornire una consulenza approfondita e personalizzata per i prodotti complessi, come i piani pensionistici e le rendite. «Le compagnie assicurative hanno l’opportunità di convertire il traffico digitale in vendite, ponendo l’accento su un’esperienza virtuale iper-personalizzata», ha dichiarato Michele Inglese, Insurance Sector Director di Capgemini in Italia. (riproduzione riservata)

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