Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

È esplosa la passione per le polizze Vita. A marzo, secondo i dati diffusi da Ania, l’associazione che rappresenta le compagnie di assicurazione, questi prodotti hanno raccolto poco meno di 9 miliardi di euro, il dato più alto degli ultimi cinque anni e se si aggiungono le imprese Ue il dato sale a 10,6 miliardi. Un numero che stupisce perché se da un parte era più che plausibile un rimbalzo nelle sottoscrizioni dopo l’inevitabile rallentamento che c’era stato a marzo 2020 con l’avvio del lockdown (-8,6% nell’intero 2020 a 91 miliardi), a sorprendere è il vigore della ripresa da record. A lievitare sono state sia le polizze unit, a più alto contenuto finanziario e meno onerose in termini di requisiti di capitale per le compagnie (che hanno raccolto 3,7 miliardi), sia quelle tradizionali di ramo I, che richiedo invece un sforzo maggiore in termini di accantonamento (5,2 miliardi). Un risultato positivo cui hanno contribuito tutti i canali di vendita, banche e consulenti finanziari in prima linea, con un bilancio pari rispettivamente a 5.5 miliardi (+90,8% su marzo 2020) e a 1,67 miliardi (+100%) mentre gli agenti hanno preso la medaglia di bronzo con una raccolta di 1,2 miliardi, con una crescita più contenuta del 65%.
Una cosa sembra assodata. Dopo l’integrazione tra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca e il successo dell’offerta pubblica del Crédit Agricole sul Credito Valtellinese il consolidamento bancario italiano non si fermerà. Ne sono convinti banker, consulenti e analisti finanziari che da mesi ormai sono al lavoro per individuare le combinazioni più convincenti. Gli stessi ceo non fanno un mistero delle proprie intenzioni. Se l’amministratore delegato di Banco Bpm Giuseppe Castagna ha recentemente rilanciato l’idea di un terzo polo per il credito tricolore, il nuovo numero uno di Unicredit Andrea Orcel si è soffermato proprio sul tema del m&a nella sua prima uscita pubblica: «Il m&a non è un obiettivo in sé e per sé, ma è qualcosa che vedo come un acceleratore e come un fattore che può migliorare i nostri risultati strategici laddove soddisfa il migliore interesse degli azionisti», ha puntualizzato Orcel.
Dopo un vero e proprio boom delle Spac negli Usa tra lo scorso anno e l’inizio di questo, il mercato oltreoceano si è congelato. Per contro il mercato di Amsterdam sembra in grande spolvero, mentre in Italia, dopo un blocco durato un anno e mezzo, qualcosa si torna a muovere, sebbene il dibattito sia ancora aperto circa la migliore struttura da adottare per evitare le trappole che hanno portato le ultime Spac a fallire la loro missione.
Su Milano le iniziative non mancano, a partire da quelle promosse da alcune società molto attive nel passato e dai protagonisti del panorama bancario e assicurativo italiano. Come è il caso di Alberto Minali, ex amministratore delegato di Cattolica Assicurazioni ed ex direttore generale di Generali, che insieme a Claudio Costamagna (ex Goldman Sachs ed ex presidente Cdp) presenterà lunedì 10 maggio alla stampa la Spac Revo, finalizzata alla creazione di un nuovo gruppo assicurativo. La Spac sarà sponsorizzata da Intesa Sanpaolo e Ubs.
Un paio di giorni prima della presentazione dei risultati trimestrali, lunedì 3 maggio Andrea Orcel ha incontrato i rappresentanti della rete commerciale italiana di Unicredit, dai manager della torre B di piazza Gae Aulenti ai direttori di area. Nel corso del meeting il ceo si è soffermato sulla delicata congiuntura economica che il paese sta attraversando e sulle sfide operative che oggi si pongono per la banca, a partire da quella rappresentata dalla tecnologia. Espressioni come «attenzione per il cliente», «rapidità di risposta», «riduzione della complessità», «responsabilizzazione dei dipendenti» e, soprattutto, «crescita» sono tornate con frequenza, tratteggiando una strategia che il piano industriale di settembre renderà più puntuale.
Grazie anche all’arrivo di Draghi il Paese sta migliorando in termini di crescita e di reputazione sui mercati. Le banche? Devono aggregarsi. Intesa l’ha già fatto e resterà leader. Parla il ceo Messina
Arca Vita Gamma Obiettivo 2.0 è un prodotto assicurativo unit linked a vita intera, a premio unico e con facoltà di versamenti aggiuntivi. Le prestazioni in termini finanziari dipendono dal valore delle quote dei fondi interni messi a disposizione dalla compagnia, selezionabili dall’investitore in numero minimo di uno e massimo di tre. Si tratta di Valore Prudente (fondo obbligazionario misto, che investe in misura prevalente in obbligazioni), Valore Ponderato (fondo bilanciato-obbligazionario) e Valore Bilanciato (fondo bilanciato-azionario, che investe in misura prevalente in azioni internazionali). La soluzione presa in esame si basa sulla combinazione d’investimento denominata Linea Ponderata, rappresentata dai fondi Valore Prudente e Valore Bilanciato presi con lo stesso peso, dove su entrambi non è prevista alcuna garanzia di rendimento. Il premio iniziale deve essere di almeno 5 mila euro, e sono concessi versamenti integrativi di almeno 2500 euro.
  • Credem fa il pieno di utili
Credem chiude il primo trimestre con ricavi, utili e raccolta in crescita. Per la banca emiliana diretta da Nazzareno Gregori il giro d’affari sale a 335,7 milioni (+12,5% su marzo 2020). L’utile netto è di 62 milioni, a fronte dei 44 attesi dagli analisti. Risultato in aumento non solo se paragonato ai livelli del 2020 (+52,3%), ma anche a quelli pre-pandemia del 2019 (+41%). Sul fronte patrimoniale, la raccolta è stata di 81,6 miliardi (+20,5%): la diretta è salita a 32,2 miliardi, l’indiretta è a 41,3 miliardi (+24%) e quella assicurativa a 7,9 miliardi. Gli impieghi a clientela sono cresciuti del 13,2% a 29,6 miliardi, sostenuti da mutui raddoppiati a 642,5 milioni.

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  • Moratorie sui crediti e più risparmio gestito fanno bene alle banche
Alla lunga, la pandemia fa bene alle banche. Sembra un paradosso, ma a guardare i bilanci trimestrali e gli utili dichiarati sembra proprio così. E per tutte, con le dovute sfumature, la ricetta del successo è la stessa: minori accantonamenti sui crediti; buone commissioni – in particolare da risparmio gestito – e ottimi utili da trading, cioè dalla compravendita di titoli, grazie alle performance dei mercati. Al contrario, il margine di interesse (la differenza tra i tassi sui prestiti e quelli pagati sui depositi) ha quasi sempre deluso le aspettative, risultando più debole del previsto (già basso). Per ora il risultato finale, sommando le banche che hanno già reso noti i conti (Intesa, Unicredit, Mps, Banco Bpm, Creval e Bper) fa poco più di 3 miliardi. Utili di gran lunga superiori alle stime degli analisti. Con la parziale eccezione di Bper per quanto riguarda l’ultima riga del conto economico (comunque in utile per 400 milioni). Bisogna dire che Bper, che solo da 37 giorni ha formalmente inglobato gli sportelli ex Ubi, ha una trimestrale fortemente caratterizzata dalla contabilizzazione del badwill (una posta contabile legata appunto alla fusione) e tutta la politica di bilancio è piuttosto complessa e influenzata da scelte prospettiche (ad esempio, la decisione di mettere fieno in cascina, con il risultato di veder salire gli accontanamenti sui crediti, in controtendenza rispetto al mercato).

  • Superbonus: avanti i lavori, ma il Mef frena la proroga anticipata
  • Messina: «Italia, servono altri due grandi player» Unicredit-Mps, si riparte
Intesa Sanpaolo rimane e continuerà ad essere «leader» del mercato. Ma l’Italia ha bisogno di «almeno altri due player» bancari, oltre a Ca’ de Sass. A dirlo è lo stesso numero uno di Intesa, Carlo Messina. Che tratteggia così i contorni che, a suo giudizio, dovrebbe assumere il mercato bancario affinché possa essere più competitivo e più efficiente. «In Italia siamo e rimarremo leader per definizione. Ma l’Italia ha bisogno di concentrazione, di avere almeno altri due player che abbiano una buona quota di mercato perché è il futuro avere concentrazione», ha detto il banchiere in una intervista alla Cnbc. Per Messina «nel giro di dodici mesi ci potrebbe essere qualche deal di M&A nel Paese». Nessun indicazione specifica arriva su quali possano essere gli “incastri in gioco” («Non so quali banche si fonderanno o si metteranno insieme»), ma il senso delle parole è chiaro: il mercato italiano sta entrando in una nuova fase di fusioni, fase che peraltro la stessa Intesa ha fatto scaturire con l’Opa lanciata a febbraio 2020 su Ubi («Noi abbiamo fatto la mossa giusta al momento giusto, Ubi era per definizione la miglior banca in Italia dopo Intesa Sanpaolo»), costringendo così gli altri a rincorrere.
  • Credem, balzo della raccolta
Il primo trimestre 2021 di Credem si chiude con i principali aggregati patrimoniali e gli indici di redditività in crescita. L’utile netto consolidato è pari a 62 milioni (Rote del 9,4%), in progresso del 52,3% rispetto ai 40,7 milioni nello stesso periodo dell’anno precedente, nonostante i 14,8 milioni di contributi ai fondi a supporto della gestione delle banche in difficoltà. Forte l’impennata della raccolta da clientela, che a fine di marzo – spiega una nota della banca guidata da Nazzareno Gregori – si è attestata a 81,5 miliardi, con una crescita del 20,5% rispetto ai 67,68 del 2020 mentre quella complessiva è ammontata a 95,05 miliardi (+19,3%).
  • Unipol balza in Borsa in attesa di conti e rating
In un mercato non particolarmente effervescente il Gruppo Unipol ha registrato ieri un balzo del 3,3% a 4,81 euro. A spingere le quotazioni le attese per la trimestrale e quelle per il verdetto di Moody’s sul rating italiano che, in caso di miglioramento positivo dell’outlook, potrebbe avere riflessi positivi sulla Solvency di tutte le principali compagnie con Btp in portafoglio. Quanto ai conti, alcuni broker si aspettano sorprese il prossimo 14 maggio, giorno del cda. In particolare, Intesa Sanpaolo vede «un buon set di risultati » con un utile pre tasse di 292,5 milioni, escludendo Bper, grazie a un risultato di 310 milioni attribuibile a UnipolSai. Kepler è ancora più convinta delle potenzialità della società, definita – nel titolo del report – «una rara fonte di valore»: viene ribadito il giudizio buy con prezzo obiettivo a 6,65 euro.
  • Intermediari, sull’onorabilità pesano le sanzioni antiriciclaggio
Il 5 maggio è stato pubblicato il provvedimento di Banca d’Italia sulle disposizioni di vigilanza in materia di procedura di valutazione dell’idoneità degli esponenti di banche, intermediari finanziari, istituti di moneta elettronica, istituti di pagamento e sistemi di garanzia dei depositanti. Tra le diverse indicazioni delle diposizioni di vigilanza si evidenzia l’entrata in vigore posticipata al 1° luglio 2021. Tuttavia, proprio dalle indicazioni transitorie del provvedimento della Autorità di vigilanza si evidenzia un diverso periodo di decorrenza delle disposizioni in relazione soprattutto ai requisiti di correttezza e i criteri di onorabilità da applicare.
  • La Cassazione «torna» alla tabella di Milano

  • Previdenza integrativa. Le 10 proposte per i giovani