Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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In pensione in ritardo, con importi bassi che non consentiranno di vivere dignitosamente. Sono le prospettive dei giovani italiani nei confronti del loro percorso previdenziale che emergono dall’analisi del report «Condizioni e prospettive occupazionali, retributive e contributive dei giovani», realizzato da Eures e Consiglio nazionale dei giovani. Si tratta di un sondaggio realizzato su un campione di 960 giovani della fascia 18-35 anni, di cui 624 «lavoratori» stabili o discontinui, finalizzato a «raccogliere le esperienze dirette e le valutazioni dei giovani relativamente alle tre grandi questioni della stabilità/instabilità occupazionale, della situazione retributiva e della prospettiva pensionistica».

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  • C’erano una volta i Bot people. Ora le famiglie investono altrove
Nella relazione annuale che sarà presentata lunedì 31 maggio il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco inserirà qualche considerazione sul risparmio degli italiani e aggiornerà i dati al 2020. Non si attendono tuttavia cambiamenti di rilievo rispetto ai megatrend registrati negli ultimi anni. Sarà certificata la definitiva uscita di scena di quelli che un tempo furono chiamati i Bot People. Nel 2019 la quota di titoli di Stato acquistata dalle famiglie era scesa a un misero 2,7% su un totale di 4.469 miliardi. Gli ultimi dati al terzo trimestre 2020 riportano una percentuale praticamente analoga: 3% su un totale di 4.421 miliardi. La parte del leone nella ricchezza finanziaria degli italiani la fa adesso il risparmio gestito.

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  • L’auto online? Gli italiani preferiscono il concessionario
Per il 73% dei consumatori l’auto è un bene da possedere: dà libertà di movimento, è necessaria, è comoda ed è il mezzo più sicuro in tempi di pandemia. È quanto rileva il Gruppo autotorino, principale dealer italiano, sulla base dei dati di marzo 2021 dell’Osservatorio Findomestic. Lo studio rivela che nonostante la crescita degli acquisti online per molti beni, l’87% degli italiani per l’auto sceglie la concessionaria fisica. Il 70% vorrebbe essere sempre seguito da un venditore; il 17 è propenso a scegliere online, ma vorrebbe comunque rivolgersi a un dealer per concludere; solo il 12 andrebbe in concessionaria solo per il ritiro.

 

  • Potere e azioni
In quella che un tempo era chiamata la galassia del Nord – lungo l’asse tra Milano e Trieste – si sta disputando un confronto di potere che non ha nulla di inedito. Gli equilibri azionari di Mediobanca e Generali – con tutto ciò che sta loro intorno – hanno sempre costituito una perfetta cartina tornasole dello stato dei rapporti tra proprietà e mercato, azionisti e manager, finanza e industria, privato e pubblico. Molto dipenderà dall’assetto di governance che non solo regolerà la vita e la crescita di due importanti istituzioni, ma condizionerà le aggregazioni future della finanza italiana, la sua reputazione internazionale, la sua capacità di attrarre capitali, investitori istituzionali e talenti nell’era della sostenibilità e dei fattori Esg.
  • Polizze, queste sconosciute: fatele più chiare…
Allo stato della conoscenza e dei comportamenti assicurativi degli italiani tocca (per ora) un’insufficienza. Un cinque e mezzo, dice l’indice generale presentato nei giorni scorsi nell’indagine Ivass 2021. Un termometro inedito — realizzato da Università Milano- Bicocca e Doxa in collaborazione con la Herbert Simon Society — che può consentire in futuro di promuovere con più cognizione di causa strategie efficaci a far maturare una cultura delle polizze nel nostro Paese. In estrema sintesi gli italiani, rappresentati da un campione di 2.053 persone su tutto il territorio nazionale, non hanno molte polizze facoltative, non ne sanno abbastanza — anche se ritengono di sì con evidenti segni di eccessiva confidenza in sé stessi — e infine (e su questo andrebbero ascoltati davvero) chiedono prodotti meno oscuri con spiegazioni semplici e comprensibili.
  • Pensioni, i conti dopo la fine di quota 100
Un anticipo di tre anni e due mesi, in cambio di un taglio della pensione che può arrivare al 12%. Oppure, nell’ipotesi al momento più accreditata, la possibilità di staccare un anno e quattro mesi prima con un assegno più basso dell’8%. Le simulazioni realizzate da Progetica, società di consulenza in pianificazione finanziaria e previdenziale, mostrano che cosa potrebbe succedere dal 2022 con la scadenza di Quota 100.
  • Così il Covid ha «fermato» a 67 anni il requisito da qui al 2023 (almeno)
I requisiti pensionistici di vecchiaia resteranno probabilmente fissi a 67 anni per ancora un biennio, forse anche di più. È una buona notizia, ma non la possiamo annunciare con il sorriso. È’ una notizia positiva perché sia nei desideri di chi fa le leggi, sia in quelli dei cittadini, c’è la voglia di non ritardare ulteriormente il momento della pensione. Non possiamo però sorridere perché dietro a questa stabilità ci sono la pandemia 2020 e le sue vittime. I numeri appena rilasciati da Istat ad inizio maggio confermano quello che era già emerso nelle prime anticipazioni: la pandemia ha portato ad un crollo senza precedenti dell’attesa di vita a 65 anni nel 2020, pari a 13 mesi in meno a livello nazionale.
  • Un fisco più equo e il ritorno al silenzio-assenso
Migliorare il regime fiscale e varare un nuovo semestre di silenzio-assenso nella scelta del Tfr. Sono le proposte di Assofondipensione, che raggruppa 31 fondi pensione negoziali (aziendali o di categoria), per rilanciare la previdenza complementare. Un secondo pilastro che per milioni di lavoratori sarà sempre più necessario per per compensare la minore copertura offerta dal sistema pensionistico obbligatorio.
  • E-commerce e polizze per cavalcare la crescita cinese
Lovelace, vice chairman e presidente di Capital Group, è convinto che la Cina offra oggi numerose opportunità d’investimento, soprattutto nella terza generazione di aziende appena nate, in diversi settori: nell’e-commerce, nella home video, nei social media, ma anche nei beni di lusso e nella cosmesi, “grazie alla forte crescita della classe media e al conseguente aumento della domanda di beni e servizi di qualità. Tra gli altri settori che seguiamo da vicino ci sono quello assicurativo, per le polizze sulla vita, e quello delle rinnovabili, con la Cina che si sta impegnando molto sul fronte della sostenibilità”.

  • Vale 37 giorni lo stop a obblighi e pagamenti per chi è colpito da Covid
Con la conversione in legge del decreto sostegni (Dl 44/2021, legge 69/2021) approda finalmente nell’ordinamento italiano una norma di garanzia per i liberi professionisti colpiti dal Covid. Per questi, il mancato rispetto dei termini previsti per la trasmissione di atti, documenti e istanze, nonché i mancati pagamenti entro il termine previsto, che comportino mancato adempimento verso la pubblica amministrazione, non causano decadenza dalle facoltà e non costituiscono inadempimento connesso alla scadenza dei termini. Il decreto Sostegni copre solo la malattia da Covid-19. Non ha ancora ottenuto il via libera in Senato il Ddl sulla malattia dei professionisti che garantirebbe la sospensione per tutti i casi di malattia o infortunio grave.

  • Verso un’assicurazione sanitaria è più facile da confrontare
Gli assicuratori e le associazioni dei consumatori hanno raggiunto un compromesso per migliorare la leggibilità dei contratti di assistenza sanitaria integrativa. Secondo l’accordo, elaborato dal Comitato consultivo del settore finanziario e reso pubblico giovedì, gli assicuratori sanitari hanno accettato di rivedere, “entro maggio 2022”, il modo in cui forniscono esempi di rimborso sanitario sotto forma di una tabella standardizzata.