Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

L’Italia si caratterizza per un accentuato processo di invecchiamento della popolazione. La longevità è oggetto di attenzione anche in ambito comunitario con la Commissione europea che ha realizzato una pubblica consultazione sul Libro Verde dell’invecchiamento stimolando contributi anche sui temi sanitari e della non autosufficienza. Gli elevati fabbisogni assistenziali sono stati coperti in questi anni sia dal pubblico ma in maniera rilevante dalle famiglie in un modello italiano di welfare privato in evoluzione considerando la tendenziale riduzione dei componenti delle famiglie e la mobilità territoriale per esigenze occupazionali. E nel post Covid-19 diventa prioritario attivare reti integrate di assistenza per affiancare le famiglie, sia dal punto di vista organizzativo che economico, troppo spesso lasciate sole nell’assistenza di malati cronici o non autosufficienti. Quali potrebbero essere le evoluzioni?
Sembra delinearsi una maggiore attenzione per i temi legati alla salute, ricordando che in maniera non casuale il rafforzamento dei servizi sanitari rappresenta una delle principali linee guida del Next Generation Eu. Appare particolarmente eloquente quanto evidenziato dal recente Rapporto Censis- Intesa Rbm Salute riferito al 2020 secondo cui due cittadini su tre mostrano una forte preoccupazione per la protezione della salute a causa della pandemia. Il 90,8% degli italiani richiede maggiore protezione in caso di nuova emergenza sanitaria. Oltre uno su tre è interessato a rispondere a questa esigenza attraverso una polizza sanitaria (+50% rispetto alla precedente rilevazione relativa al 2019). Si sottolinea poi come la pandemia mostra quanto sia fondamentale disporre di un sistema di tutele supplementari rispetto a quelle del Servizio sanitario nazionale, che consenta non tanto di avere il rimborso delle spese da sostenere al di fuori del sistema pubblico ma che permetta l’accessibilità alle cure.
In attesa di novità normative sul fronte del sistema previdenziale, è opportuno le innovazioni introdotte dalla contrattazione collettiva. Il riferimento è alle adesioni contrattuali, meccanismo di spinta gentile delle iscrizioni ai fondi pensione, introdotto nel settore edile e poi mutuato in altri comparti. MF-Milano Finanza ne ha parlato con Diego Ballarin, direttore generale di Prevedi, il fondo pensione collettivo del settore edile.
Quasi un terzo della popolazione mondiale è ingrassato durante la pandemia di Covid-19: in media circa 6 chili. Si tratta forse del dato più eclatante per capire quanto sia indispensabile, al giorno d’oggi, scommettere su un stile di vita sano, anche a livello di investimenti. Come farlo in maniera vincente? MF-Milano Finanza ne ha parlato con David Kägi, portfolio manager del fondo RobecoSam Sustainable Healthy Living Equities di Robeco.
Grazie alla loro doppia identità, una più aggressiva e una più prudente, sono diventate un must nell’offerta di banche, reti e agenzie. Le polizze Vita multiramo consentono infatti di rispondere all’esigenza di sicurezza degli investitori e nel contempo di diversificare i capitali per intercettare le potenzialità di rendimento dei mercati finanziari. Non a caso nel primo trimestre la ripresa del mercato assicurativo Vita è stata guidata proprio da questi contratti, che hanno come sottostanti una polizza rivalutabile (ramo I) legata a gestioni separate (la parte che dà la garanzia del 100% del capitale) e una polizza unit linked (ramo III, ovvero fondi comuni che investono nei mercati). Un mix che consente di tenere il più possibile sotto controllo il rischio ma anche di sfruttare le possibilità di rialzo dei listini.
Puntuale come un orologio torna lo spauracchio di imposte di successione più salate. Stavolta a rispolverarlo è il segretario del Pd Enrico Letta che, forte anche di un recente studio Ocse sul tema, l’ha rilanciato nei giorni scorsi, in una nuova formula: più tasse sui ricchi (patrimoni oltre il milione di euro) per aiutare i giovani, oggi una delle categorie sociali più sacrificate. Chiari i fondamenti su cui si basa il ragionamento del segretario: l’Italia è uno dei Paesi dove la tassazione sui patrimoni in successione è più bassa: il prelievo non arriva allo 0,2% del gettito totale contro una media Ocse dello 0,5%. Il ricavato di quest’imposta è anzi andato assottigliandosi nel tempo. Potremmo farne una tassa di scopo, destinando i maggiori introiti ai diciottenni meno abbienti.
L’uscita di Fininvest è solo l’ultimo scossone agli assetti della merchant bank, dove però i primi stakeholder restano i fondi La scadenza del patto e le opzioni per sciogliere l’intreccio con Generali. A Trieste si andrà dunque allo scontro? Non è detto, anche perché Mediobanca avrà un approccio laico alla partita avendo cura di preservare l’autonomia del board e la trasparenza della governance. Ma soprattutto non è detto che Piazzetta Cuccia voglia conservare ad ogni costo lo storico legame con Trieste. In più di un’occasione il vertice della merchant (che pure ha 1,1 miliardi di capitale in eccesso) si è detto disponibile a liquidare parte della quota per finanziare acquisizioni. Un’alternativa è stata invece suggerita da un recente report di Bank of America-Merrill Lynch: Mediobanca potrebbe distribuire 3,6 miliardi di euro in azioni Generali agli azionisti.
La prima volta che Cesare Geronzi, storico banchiere romano, è tornato a parlare del caso Mediobanca- Generali è stata alla fine di una giornata importante: era la metà di agosto del 2020, chi scrive lo chiamò il giorno in cui Mario Draghi aveva appena parlato a Rimini al Festival dell’Amicizia. Ci sarà amicizia anche tra Alberto Nagel, Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone? La domanda, dovuta alle tensioni che già allora erano presenti tra i tre.
In alcuni importanti passaggi la vita delle ultrasecolari Generali si è intrecciata con quella della Banca d’Italia, la quale, fino alla dismissione in relazione all’acquisizione dei compiti di Vigilanza sulle imprese di assicurazione con la comunione degli organi di vertice con l’Ivass, era il secondo socio della compagnia triestina con il 5% circa. Il potenziale conflitto di interesse imponeva lo smobilizzo. Quella che già negli anni 80 veniva definita come l’unica multinazionale italiana era stata comunque oggetto di una doverosa attenzione da parte della banca centrale. In essa erano investite le risorse del trattamento di quiescenza del personale di quest’ultima. Già era accaduto che la Banca d’Italia di Antonio Fazio aveva manifestato il sostegno ad alcuni istituti di credito – in particolare, Unicredit e Banca di Roma-Capitalia – e fondazioni che erano intervenuti a difesa dell’autonomia del Leone in presenza di una manovra di stampo francese ma con convergenze nazionali. Lo scopo era la protezione delle predette risorse e la tutela dell’indipendenza di un intermediario con competenze anche finanziarie oltre che assicurative.
Proprio quando si è acceso lo scontro sulla nuova governance di Trieste, con Caltagirone in polemica con Mediobanca e con la gestione del Leone, il ceo della compagnia ha calato due assi: cittadinanza italiana e trimestrale da record. Ma il tema della governance resta in primo piano sul tavolo di Trieste e coinvolge anche gli altri soci privati. A partire da Leonardo Del Vecchio, che di Generali detiene il 4,82% e che soprattutto è salito al 15,4% di Mediobanca (dopo aver rilevato nei giorni scorsi il 2% di Fininvest). L’interesse di Del Vecchio e Caltagirone (che di Mediobanca detiene l’1% del capitale) potrebbe quindi convergere. Gli occhi restano puntati sul comitato governance, dove un posto è occupato dall’imprenditore romano.
È una domanda che dobbiamo porci e la cui risposta è destinata ad avere uno straordinario impatto sulle nostre vite, i comparti industriali di riferimento, l’economia globale e, in buona misura, la democrazia. E si tratta di una questione ormai divenuta ineludibile.
La suggerisce, solo per stare agli avvenimenti delle ultime settimane, da una parte la nascita di Mobile Drive, la joint-venture alla quale hanno dato vita il gigante dell’industria automobilistica Stellantis e il colosso dell’elettronica di consumo coreana Foxconn e dall’altra la sanzione stellare – almeno per i numeri di casa nostra – irrogata nei giorni scorsi a Google dall’Autorità Antitrust per aver tenuto fuori dalla piattaforma Android e, quindi, da tutti gli smartphone che nascondono sotto il cofano – tanto per restare in tema – il sistema operativo di casa Google.
  • Faro Agcm sulla Rc auto
L’Agcm ha avviato un’istruttoria nei confronti di comparatori di prezzo e di imprese assicurative per una sospetta intesa su polizze di Rc Auto. L’indagine è volta a verificare se le aziende in questione abbiano realizzato un accordo restrittivo della concorrenza scambiando informazioni sensibili sulle condizioni economiche di vendita diretta. L’intesa, che sarebbe stata realizzata almeno dal 2012 e si sarebbe verificata anche durante il lockdown, avrebbe avuto l’obiettivo di praticare ai consumatori dei premi più elevati per le polizze Rca, tramite politiche di sconti attenuati dalla conoscenza della politica di prezzo e delle strategie commerciali dei concorrenti nel segmento della vendita diretta. Tra le società coinvolte figurano anche Facile.it, Allianz Direct, Bene Assicurazioni, Compagnia Italiana di Previdenza, Genertel, Verti Assicurazioni, B2C Innovation e Zurich Insurance.
  • Cresco e Lode propone pac per bravi studenti
La polizza vita di Vittoria Assicurazioni vuole premiare quelli meritevoli. Ma le garanzie rischiano di erodere i rendimenti

Dunque, l’Italia dal 23 aprile ha un cittadino in più. Un cittadino autorevole, potente, con un nome francese e un amore dichiarato per Venezia e per tutta l’Italia. Lo ha dichiarato lui stesso, Philippe Donnet, ceo di Generali, in una inconsueta lettera al Corriere della Sera, pubblicata come un editoriale nella pagina 34 di domenica 16 maggio. Scrive, fra l’altro, Donnet: «Una città, quella lagunare (dove vive, ndr), di cui Generali porta con orgoglio il simbolo, il Leone di San Marco, e di cui io condivido personalmente, come cittadino italiano e francese, i valori di europeità, internazionalità, apertura al mondo…». E poi, dopo molte righe: «… A livello europeo, il settore assicurativo dispone di 11 mila miliardi di euro di masse gestite (Generali supera 660 miliardi di euro): è una potenza di fuoco enorme, che una legislazione attenta e una regolazione oculata possono far convogliare sulla grande visione dell’Europa disegnata dall’attuale Commissione…».

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  •  Sospetti Antitrust: sull’Rca fuoco amico dei comparatori
Mentre l’Ivass rilasciava l’indagine sulle competenze assicurative degli italiani, per i quali le polizze fanno rima con «scarsa comprensibilità» e «opacità», i funzionari Antitrust facevano visita a comparatori online e compagnie per raccogliere le prove di un presunto cartello finalizzato ad abbattere la concorrenza a danno dei consumatori. Azione sfociata in una istruttoria su 6Sicuro, Segugio.it, ComparaMeglio, Facile.it, Allianz Direct, Admiral, 24hassistance, Bene, Linear, Italiana, Fit, Genertel, Hdi, Prima, Quixa, Verti e Zurich. Il sospetto è che le parti del sistema si scambiassero, dal 2012 a oggi, e persino durante il lockdown, dettagli su preventivi e pacchetti Rc Auto per tenere su i prezzi. Un metodo scientifico, con report dettagliati e sessioni di business review , basato su dati analitici su clienti e concorrenti che solo il web può offrire. In un mercato assicurativo governato dalla corsa al miglior prezzo — mentre la protezione è un incomprensibile dettaglio — la beffa sarebbe scoprire che i paladini del cliente non sono altro che fornitori d’intelligence delle compagnie. Dalle quali, d’altra parte, arriva il loro sostentamento. Ora entrambi rischiano sanzioni fino al 10% del fatturato.

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  • Antitrust, indagine sui comparatori online per Rc Auto: sospetta intesa
L’Antitrust sospetta un’intesa sulle polizze rc auto tra i comparatori di prezzo e le imprese di assicurazioni. Secondo il Garante della concorrenza le aziende coinvolte avrebbero regolarmente scambiato informazioni sensibili sulle condizioni economiche di vendita diretta, condividendo report elaborati dalle società di comparazione di prezzo relativi alle tariffe delle polizze per la responsabilità civile auto. Tanto che l’Autorità guidata da Roberto Rustichelli ha avviato un’istruttoria nei confronti di 19 società: 6Sicuro, CercAssicurazioni.it (Segugio), Daina Finance, Rappresentanza Generale per l’Italia (ComparaMeglio), Facile.it, Allianz Direct, Admiral Intermediary Services, B2C Innovation, Bene Assicurazioni, Compagnia Assicuratrice Linear, Compagnia Italiana di Previdenza, Assicurazioni e Riassicurazioni, FIT Società Benefit, Genertel, HDI Assicurazioni, Prima Assicurazioni, Quixa Assicurazioni, Verti Assicurazioni e Zurich Insurance. L’istruttoria dell’Antitrust punta, insomma, ad accertare se le modalità operative di comparatori e gruppi assicurativi si configurino come un’intesa restrittiva della concorrenza tramite lo scambio di dati sensibili sulle condizioni economiche di vendita delle polizze. Le società avrebbero scambiato dati e informazioni sensibili a partire dal 2012.
  • Berlino verso il sì alle auto a guida autonoma già nel 2022
Via libera in Germania alle auto a guida autonoma che potranno circolare nel Paese nel già dal 2022, anche se con alcune limitazioni. A stabilirlo è una legge approvata ieri sera dal Bundestag, la Camera bassa tedesca. Il testo deve tuttavia ancora passare al vaglio del Bundesrat, il Senato federale. Secondo gli osservatori la Germania vuole in tal modo collocarsi fra i pionieri della rivoluzione nella mobilità su scala globale. Interessate dal provvedimento sono le auto a guida autonoma di livello 4, nelle quali in determinate condizioni il computer di bordo può assumere il controllo completo del veicolo.

  • L’economia migliora ma il 60% famiglie è in difficoltà
  • Rc Auto, ipotesi cartello: aggregatori sotto la lente
  • La Spac Revo arriva sull’Aim: raccolta a quota 220 milioni
REVO, la Spac promossa da Alberto Minali e Claudio Costamagna insieme a Stefano Semolini, Jacopo Tanaglia e Simone Lazzaro, ha completato la raccolta superando il target di 200 milioni: sono stati accettati ordini per 220 milioni. Così dal prossimo 26 maggio la Spac nata per lanciare un nuovo gruppo assicurativo leader nel segmento specialty lines debutterà sull’Aim con l’intento di definire entro l’anno la business combination. Dei 220 milioni sottoscritti, 45 milioni sono arrivati da Fondazione Cariverona, Scor e Vittoria Assicurazioni, 7 milioni dai fondatori e 168 milioni dal mercato. Di questi 20 milioni sono stati raccolti da Banor Sim, il cui fondatore e ceo, Massimiliano Cagliero, da socio Cattolica Assicurazioni è stato tra i grandi sostenitori del cambio di passo nella governance della ex cooperativa.

  • Osservatorio Pir Ad aprile saldo negativo per 56 milioni
  • Risparmio gestito. Il bello e il brutto dell’universo dei fondi multiasset
Con i fondi multi asset chi ci guadagna davvero? Proposti come la soluzione “più evoluta” per diversificare al meglio anche i portafogli dei piccoli investitori, in realtà sono prodotti cari se confrontati ai corrispettivi fondi bilanciati e perdipiù non sempre dai risultati soddisfacenti. Inoltre non è poi immediatamente identificabile la loro natura perché dietro l’etichetta multi asset c’è un potpourri di soluzioni flessibili: dai fondi azionari ai bilanciati, a quelli a cedola e ai più moderati.
  • Copertura Ltc anche per operai e impiegati Fca
Non più solo per i manager. Le coperture assicurative diventano anche a portata di operai e impiegati. Secondo quanto risulta a Plus24 il Fasif, fondo sanitario integrativo che copre gli oltre 80 mila dipendenti dei Gruppi Fca e Cnh Industrial, ha stipulato un accordo con Zurich per la copertura obbligatoria Long Term Care (Ltc) per i casi di sopravvenuta non autosufficienza. Un’iniziativa che va nella direzione contenuta nella proposta 10 di Plus24, illustrata nelle scorse settimane per rilanciare e rafforzare la previdenza complementare. In questo caso si tratta del secondo pilastro sanitario, e non pensionistico, ma la finalità è la stessa.
  • Agenti. Fonage rendimento al 4% e si va verso l’addio al mattone
  • Private Banking La nostra forza? Poter contare sull’essere “one bank”
Passaggio di testimone da Elena Goitini (il nuovo ad di Bnl Bnp Paribas) a Isabella Fumagalli da qualche giorno alla guida della divisione Private Banking & Wealth Management. Una realtà presente in oltre 100 piazze economico-finanziarie italiane dove sono in forze circa 350 relationship manager a cui fanno capo 35 miliardi di asset in gestione. Isabella Fumagalli dal 2002 ha guidato Bnp Paribas Cardif Italia, polo assicurativo del Gruppo e membro del comitato esecutivo di Bnp Paribas Cardif. C’è da chiedersi che cosa porterà di tutto questo passato nella divisione PB & WM.
  • Finanziamenti. Le famiglie tornano a indebitarsi, in primis con il quinto