Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

In meno di due anni e mezzo il colosso assicurativo tedesco Allianz ha investito più di 5 miliardi di euro sulle acquisizioni, sparse per il mondo, dall’Australia, al Brasile. Generali Assicurazioni, come dichiarato dallo stesso group ceo Philippe Donnet, negli ultimi anni sulle operazioni di crescita ha puntato 1,8 miliardi, compresi gli acquisti nel settore del risparmio gestito. I francesi di Axa, al contrario, dal 2019 ad oggi, hanno spinto forte sulle dismissioni degli asset non più strategici, incassando più di 7 miliardi dalle cessioni. Ma è un processo che è iniziato dopo che nel 2018 il gruppo guidato da Thomas Buberl aveva deciso di scommettere tutto sull’americana Xl Group, con un investimento monstre di oltre 12 miliardi di euro. Il bilancio netto dei francesi, tra acquisti e vendite, in un orizzonte temporale un po’ più lungo, è pari quindi a circa 5 miliardi a favore dei primi.
Nei decenni la bancassurance (cioè le forme di partenariato tra banche e assicurazioni) ha stimolato ora vivo interesse, ora tiepida attenzione come molte tendenze che attraversano il mondo della finanza. Vero è però che negli ultimi anni la passione che fu di Cuccia ha contagiato molti banchieri. La spiegazione è semplice. Oggi il prodotto assicurativo consente agli istituti di fare margini decisamente più interessanti rispetto al business tradizionale. Inoltre le banche hanno sempre beneficiato di un vantaggio competitivo nel collocamento delle polizze, grazie alla presenza di una forte rete commerciale. Senza contare i potenziali margini di crescita nel ramo danni: se sul vita c’è ormai un concreto rischio di cannibilizzazione, nei prossimi anni gli istituti potrebbero spingere con decisione sul danni non auto che in Italia risulta ancora sottoassicurato. In un contesto di questo genere non sorprende che quasi tutte le maggiori banche italiane siano tornate a guardare con interesse al mondo delle polizze. Non solo. Secondo molti analisti proprio il settore assicurativo potrebbe essere uno dei terreni di caccia in cui i grandi gruppi si lanceranno nei prossimi mesi, nell’ambito della più ampia ristrutturazione del settore del credito.
Quest’anno l’1 maggio, la festa dei lavoratori, coincide con il ritorno al centro della scena politico del tema di Quota 100. Il meccanismo di flessibilità in uscita, che permette a chi ha 38 anni di contributi e almeno 62 anni di età di lasciare in anticipo il lavoro rispetto ai requisiti standard, scade alla fine di quest’anno. Ed è bastato un accenno al tema nella bozza del Recovery Plan per riaccendere il dibattito: il governo ha pensato di mettere le mani avanti scrivendo nella versione non definitiva del Piano nazionale di ripresa e resilienza che «in tema di pensioni la fase transitoria di applicazione della cosiddetta Quota 100 terminerà a fine anno e sarà sostituita da misure mirate a categorie con mansioni logoranti».
Nonostante le varie riforme degli ultimi anni, gli italiani tendono ad avere ancora aspettative irrealistiche sulla pensione e quindi fanno ancora poco per costruire una integrazione all’assegno pubblico. Certo, la crisi del Covid non ha aiutato, ma proprio la ripresa economica sostenuta dai fondi europei dovrebbe contribuire a rilanciare la propensione a risparmiare per la pensione. Il nuovo sondaggio condotto da Moneyfarm e Progetica sulle attese delle varie fasce di età nei confronti della previdenza pubblica fotografa una situazione in cui solo un 3% pensa che avrà una pensione più alta dei propri desideri, mentre per il 90% la pensione sarà più bassa. Ma allarma il fatto che metà dei lavoratori non sappia quanto percepirà di pensione (54%). Per quanto riguarda le preferenze sul quando smettere di lavorare, soltanto sei su dieci hanno un’idea ben precisa (59%). Un dato che dovrebbe far riflettere.
Sarà più facile comprare casa per i giovani sotto i 35 anni. Niente anticipo per accendere un mutuo, che potrà quindi arrivare al 100% (fino a un massimo di 250 mila euro), perché a fare da garante ci penserà lo Stato. Ancora da stimare in dettaglio le risorse necessarie da destinare alla misura, ma il Governo pensa di attingere ai 40 miliardi dell’ultimo scostamento di bilancio, più altre risorse ad hoc cui il premier Mario Draghi ha fatto cenno «per aiutare i giovani a metter su famiglia». Al momento si parla di uno stanziamento di 50 milioni complessivi. Funzionerà? «L’impatto della misura è potenzialmente enorme: prendendo come riferimento la media europea sono infatti un milione gli under 35 che potrebbero uscire di casa e quindi beneficiarne», spiega Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. «Non solo: i giovani coprono in media quasi il 30% delle compravendite, circa 150 mila nel 2020, il che vuol dire che ammonta a 850 mila abitazioni la domanda potenziale, o più prudenzialmente a 400-500 mila se prendiamo come riferimento le giovani coppie».
UnipolSai Investimento Mix Sostenibile è un’assicurazione mista multiramo con partecipazione agli utili e unit linked a premio unico, dove la selezione dei sottostanti finanziari avviene in base a criteri che tengono conto di politiche attente alla responsabilità ambientale, sociale e di buona governance (Esg). Viene però adottato un mix finalizzato al controllo del rischio. L’importo complessivo da investire è ripartito per il 40% nel Fondo interno Esg UnipolSai e per la restante parte nella gestione separata UnipolSai Fondirend. Sulla parte di capitale investita nella gestione separata è prevista una prestazione minima garantita pari alla somma dei capitali rivalutabili iniziali al netto di eventuali riscatti. La prestazione è riconosciuta al raggiungimento della scadenza contrattuale, in caso di precedente decesso dell’assicurato o a seguito di riscatto totale a partire dal decimo anniversario della data di decorrenza del contratto stesso. Come sempre, non è prevista alcuna garanzia o rendimento minimo in merito alla componente investita nel fondo, che risentirà delle oscillazioni di mercati finanziari.
Si chiama greenwashing e consiste nella strategia comunicativa e di marketing usata dalle aziende per far credere di essere più eco-friendly e guadagnare punti in termini di immagine. Esg, sostenibilità, rivoluzione verde, sono tutti trend in accelerazione su cui si potrebbe intravedere l’ombra di una bolla. Qual è la realtà? Qual è il discrimine tra forma e sostanza? Quanto è sostenibile oggi il mondo della finanza? «Non è una moda, il sostenibile è il nostro obiettivo di tutti i giorni: nessun greenwashing», ha chiarito Sergio Molisani, finance, insurance and tax director e senior vice president degli international assets di Snam, intervenuto, insieme ad altri esperti, al panel Quanto Esg c’è davvero nella finanza green? A confronto i protagonisti della sostenibilità nel risparmio gestito e nella governance aziendale, durante l’ultima giornata di Milano Capitali 2021, rassegna organizzata da Class Editori.
  • Scm sim mette le gestioni nelle polizze
Scm, la prima sim quotata su Aim Italia con quasi 1 miliardo di euro di masse, ha lanciato due polizze unit linked che hanno come sottostante delle gestioni patrimoniali: Capital Invest (a versamento unico) e Personal Plan (a versamento periodico). I due prodotti assicurativi sono stati messi a punto in collaborazione con Nobis Vita. Le linee sottostanti sono l’obbligazionaria Ladder e l’azionaria Chronos. Entrambe sono gpm e quindi sono composte da titoli singoli, obbligazioni, azioni, Etf. Non includono perciò fondi o sicav, consentendo di mantenere il costo ricorrente annuale per il cliente al 2,1%, ben al di sotto della media nazionale, spiega la sim. Inoltre, le due polizze unit linked non hanno costi di entrata o di uscita, è possibile riscattare dopo 30 giorni dall’avvenuta emissione della polizza e il taglio minimo è 25 mila euro. «Riteniamo che questo tipo di soluzione, rara sul mercato italiano come united linked in delega di gestione, consente ai sottoscrittori di usufruire della capacità gestionale di Scm a costi contenuti e concorrenziali rispetto al mercato», spiega Alessandro Forza, vicedirettore generale di Scm. L’investimento nella polizza può essere diversificato tra le due linee in funzione di esigenze del cliente, con la facoltà di spostarsi da un fondo all’altro nel corso del contratto. Sono poi contemplate alcune opzioni. Tra queste, la take profit prevede lo switch automatico della parte azionaria sulla obbligazionaria qualora si superi la percentuale obiettivo del 10%. È possibile anche attivare l’opzione di erogazione di prestazioni periodiche, ovvero richiedere il versamento di un 2%, 4% o 6% annuo del capitale semestralmente o trimestralmente: una sorta di cash flow periodico per chi ne ha necessità. Si segnala infine che Scm è stata tra le prime società in Italia a inviare ai clienti, ben prima della scadenza di fine aprile fissata dalla Consob, i rendiconti ex post 2020 sui costi.
  • Bnl, utili +53% e deteriorati in calo
Bnl chiude il primo trimestre dell’anno con utili e ricavi in crescita. Il risultato lordo di gestione è salito dell’11,8%, piazzandosi a 217 milioni di euro, mentre l’utile lordo è cresciuto del 53,3% a quota 97 milioni. La controllata italiana del colosso creditizio francese Bnp Paribas ha registrato poi un aumento degli impieghi del 5,4% (del 7,2% al netto del credito deteriorato). Nel primi tre mesi la banca ha inoltre erogato quasi 700 milioni di nuovi prestiti garantiti dallo Stato e da Sace. Tra le passività, invece, i depositi hanno guadagnato il 18,8% rispetto a fine marzo 2020. Il margine di intermediazione si è portato a 676 milioni, con un incremento del 2,6% su base annua. Nonostante i bassi tassi dello scenario economico globale il margine di interesse è salito dello 0,8%, sostenuto da volumi maggiori, e le commissioni hanno registrato una crescita del 5,3% su base annua. Tra i segmenti ha premiato la raccolta indiretta, con un miglioramento del 14,3%. Bene anche la raccolta nell’assicurazione Vita, che ha registrato un aumento dell’8,5%. In diminuzione gli accantonamenti del credito deteriorato: il costo del rischio, dunque, è sceso a 110 milioni, valore che corrisponde a meno dello 0,56% di tutti i prestiti concessi.

  • Bankitalia: più divario tra le famiglie, rischio prestiti per le banche
I segnali di miglioramento dell’economia ci sono, e proseguiranno con l’intensificarsi della campagna vaccinale. Ma il sistema bancario – ben più tranquillo sul fronte delle sofferenze rispetto ad un decennio fa, in mezzo alla grande crisi finanziaria e del debito – deve comunque mettere in conto un aumento delle rischiosità dei prestiti. Il primo rapporto 2021 sulla Stabilità finanziaria della Banca d’Italia avverte: le banche italiane potrebbero subire, una volta finita la moratoria sui prestiti varata contro la crisi Covid, un «deterioramento della qualità del credito nel biennio 2021-22 che potrebbe generare perdite su crediti per circa 9 miliardi (lo 0,8% delle attività ponderate per il rischio complessive del sistema bancario)». In questo quadro gli istituti di credito, sia i grandi che quelli più piccoli, stanno lavorando per «evitare una possibile amplificazione degli effetti legati alle scadenze delle moratorie (cosiddetto cliff effect)»: in molte banche, infatti, «sono in corso interventi per identificare precocemente situazioni di difficoltà finanziaria strutturale.
  • Previdenza giornalisti: risorse per le pensioni solo per un anno
La gestione previdenziale, data dalla differenza da entrate contributive (pari a 375,95 milioni) e uscite per pensioni (564,36 milioni), è negativa per oltre 188 milioni. Il calo delle entrate è strettamente correlato alla perdita di lavoratori attivi, un esodo che da qualche anno non accenna a diminuire: attualmente gli iscritti all’istituto sono 14.719, erano 20mila dieci anni fa.

  • Gli strumenti assicurativi da investimento finiscono nei resoconti
Da quest’anno nessun dubbio anche sulla rendicontazione dei costi sui prodotti assicurativi da investimento. Le modifiche al regolamento intermediari della Consob, in vigore dal 31 marzo, prevedono che siano indicati costi e incidenza sui rendimenti pure per le polizze con finalità finanziarie.Tra l’altro l’indicazione era stata già prevista dall’Esma, l’authority europea che vigila sui mercati finanziari. Non ci sono più dubbi allora. Sul tema infatti, non vi era traccia nella raccomandazione del 7 maggio 2020 (vedi articolo sopra): sulle polizze finanziarie, la Consob non si era espressa perché non erano ancora entrate in vigore le normative europee che regolavano tale categoria di prodotti. Ora tutte le zone grigie sono state spazzate via.
  • È possibile chiedere il dettaglio dei costi e quanto va al consulente
  • Polizze. ARTE Generali assicura musei e corporate collection
Nonostante nel 2020 il lockdown e le aperture centellinate di collezioni pubbliche e private abbiano visto decrescere i furti, registrati dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, del 21,4% nei musei, del 13,3% negli spazi privati e del 50% in archivi e biblioteche, una corretta attività di risk management nella gestione delle collezioni è fondamentale per prevenire molti altri tipi di danni. Il mondo istituzionale italiano in generale è poco valorizzato e assicurato: si contano più di 5.000 musei, si stimano circa 600 corporate collection.
  • Frodi assicurative. Ania assume gli impegni con Antitrust sulla banca dati
Va avanti il progetto dell’Ania di creare una banca dati antifrode per tutti i settori assicurativi, escluso quello dell’Rc Auto dove ci pensa l’Ivass con l’Archivio integrato antifrode (Aia). L’associazione delle compagnie, dopo due audizioni presso il garante della concorrenza e del mercato, ha infatti ha assunto degli impegni con l’Antitrust rispetto alle caratteristiche che la banca dati dovrà avere. Va ricordato che sul tema L’Authority per la concorrenza il 3 novembre 2020, aveva avviato un’istruttoria ai sensi dell’articolo 14 della legge 287/1990, nei confronti dell’associazione delle compagnie che aveva spontaneamente sottoposto al garante il progetto. L’idea della piattaforma antifrode del resto era stata presentata anche al vaglio dell’Ivass e del Garante delle Privacy che si devono ancora esprimere.
  • Polizze. Faro Ue sui costi delle multiramo e delle unit
Fari puntati sul reale valore per gli assicurati delle polizze ora più vendute in Italia, come alternativa ai rendimento zero o alla “tassa” sulle giacenze detenute sul conto operata da alcune banche. Si tratta delle polizze multiramo e delle unit linked che hanno rappresentato il grosso dell’offerta 2020, con 130 nuovi prodotti lanciati (62% dei nuovi Ibips). Soluzioni che vanno per la maggiore in quanto riescono ad aumentare molto i margini per chi le vende, visti gli elevati costi che sono nuovamente sotto esame in ambito Ue. Il 13 aprile Eiopa ha avviato, proprio su questi prodotti, una pubblica consultazione su un framework in materia di “value for money” (rapporto qualità prezzo) nel mercato europeo dei prodotti assicurativifinanziari. Un settore che vale, in termini di premi lordi contabilizzati, 340 miliardi € (dati al 2019), con un patrimonio stimato approssimativamente in 2.800 miliardi.
  • L’Eiopa dice sì al blocco delle polizze con basse rese chiesto dalla Polonia
C’è del marcio in Polonia. Verrebbe da adattare la famosa frase dell’Amleto, riferita alla Danimarca, per descrivere quanto sta accadendo all’interno dell’Ue dove, di riffa o di raffa, Varsavia sta diventando il motore delle azioni dell’Unione europea in favore dei consumatori (anche italiani). È successo per la Lexitor (dove una sentenza della Corte di giustizia europea sta condizionando il settore del credito al consumo, imponendo la restituzione di maggiori costi a chi estingue un prestito) e sta accadendo anche per la vigilanza sulle polizze.