di Luisa Leone
Sorpasso storico dell’Italia sulla Germania nelle stime di Primavera della Commissione Europea. Per Bruxelles infatti quest’anno Roma crescerà del 4,2% mentre Berlino si fermerà al 3,5%. E se è vero che la caduta del pil italiano era stata molto più profonda nel 2020 (-8,9% contro -5,3%) il segnale è certamente incoraggiante, anche perché per la prima volta da anni il Paese non è più fanalino di coda nella classifica europea ma pienamente allineato alle previsioni della media Ue, che per il 2021 è fissata appunto al 4,2% e per l’anno successivo al 4,4%, lo stesso dato previsto per l’Italia. «L’Unione europea ha un tasso di crescita sia quest’anno che l’anno prossimo nettamente superiore al 4% e l’Italia in questo quadro ha una crescita che è nella media dell’Eurozona. Anche questa in sé è una notizia, perché siamo abituati a considerare l’Italia come un Paese che ha una crescita molto bassa da alcuni decenni, e che certamente non cresce a livello della media di tutti i paesi europei», ha detto ieri il commissario europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni.

Altro dato decisamente positivo per il Paese è che le previsioni di Bruxelles sostanzialmente convergono con quelle indicate dal governo italiano nel Documento di Economia e Finanza dello scorso aprile. Quanto alla crescita per il 2021 Roma è stata leggermente più ottimista, puntando l’asticella al 4,5% (contro il 4,2% di Bruxelles), mentre sul deficit/pil è stata la Commissione Ue a vedere leggermente più rosa per l’anno in corso indicando 11,7% contro l’11,8% previsto nel Def, come pure per il 2022 quando la stima europea è del 5,8% contro l’indicazione italiana del 5,9%. Il debito/pil è perfettamente allineato nel 2021 al 159,8% mentre per l’anno successivo l’esecutivo prevede 0,3 punti percentuali in meno della Ue 156,3% contro 156,6%. Anche sui livelli di disoccupazione le stime sono piuttosto vicine con il governo italiano che proietta al 9,6% il tasso per il 2021 e al 9,2% per il prossimo anno e l’Europa che stima un valore intorno al 10% per il biennio.

Più in generale le nuove previsioni europee sono decisamente migliorative, quanto alla crescita, rispetto a quelle pubblicate lo scorso autunno quando si indicava un +3,4% per l’anno in corso e un +3,5% per il 2022. L’economia recupererà però i livelli pre-pandemia solo verso la fine del prossimo anno. Decisamente in peggioramento la previsione per il deficit/pil, passata dal 7,8% all’11,8%, come era ampiamente prevedibile dopo i nuovi scostamenti di bilancio per 72 miliardi complessivi approvati dal Parlamento negli ultimi mesi.

Per la Ue la crescita sarà spinta soprattutto dalla ripresa dei consumi (anche se il livello dei risparmi rimarrà molto elevato) e dagli investimenti pubblici e privati che dovrebbero essere spinti dai primi fondi del Recovery. Proprio per questo Gentiloni ha ribadito l’importanza della sfida dell’implementazione del Pnrr per l’Italia: «Bisogna evitare di ritirare troppo presto le misure di sostegno all’economia, ma bisogna soprattutto cogliere la sfida del grande piano di ripresa, dei fondi europei che arriveranno in maniera molto consistente per l’Italia; e la sfida principale che avremo nei prossimi mesi sarà quella di mettere questi programmi, queste riforme a servizio degli investimenti in attuazione» (riproduzione riservata)

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