di Anna Messia
Ha avuto un avvio sprint il nuovo piano strategico Sustain & Innovative di Poste Italiane che guarda al 2024. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto di 447 milioni, in crescita del 46% sullo stesso periodo dello scorso anno, un risultato operativo di 620 milioni (+40,8%) e ricavi di 2,93 miliardi (+2,9%). Certo questi primi tre mesi vanno confrontati con l’anno scorso su cui aveva pesato il lockdown totale di marzo 2020, ma i risultati sono in crescita anche rispetto al primo trimestre 2019 e sono stati migliori delle previsioni degli analisti che avevano fissato l’asticella dell’utile netto a 408 milioni, e va poi considerato che anche in questo primo trimestre non sono mancate le misure di distanziamento in diverse regioni d’Italia. Tanto che qualche analista è arrivato a chiedere a Del Fante se alla luce di questo avvio positivo Poste potrebbe rivedere al rialzo le stime del piano e il dividendo. «Se vedremo l’opportunità di un upgrade della guidance lo faremo. Ma non è ora il tempo di fare una revisione», ha risposto, aggiungendo che ci sarà «più visibilità nella seconda metà dell’anno per decidere qualcosa». A sorprendere nei numeri del gruppo è stata la crescita registrata del volume di pacchi, che hanno registrato ricavi record di 368 milioni (+74,5%) grazie anche alla joint venture con la cinese Sengi che ha spinto sulla crescita dei volumi internazionali con 7 milioni di pacchi nel trimestre. Così il risultato operativo del comparto corrispondenza, pacchi e distribuzione ha chiuso con un risultato operativo positivo per 57 milioni dopo la perdita di 36 milioni che era stata registrata nello stesso periodo dello scorso anno. Il contributo maggiore ai risultati del gruppo è arrivato però dai servizi assicurativi che hanno chiuso il trimestre con ricavi in crescita del 40%, a 496 milioni, spinti dalla vendita delle polizze Vita multiramo oltre che dall’offerta modulare nel comparto danni e un risultato operativo di 288 milioni, in crescita del 53,9%. Ancora da definire, invece, la nuova convenzione con Cdp, per la distribuzione di buoni e libretti, che per il gruppo vale circa 1,8 miliardi di euro l’anno. «Manteniamo il focus sul risparmio postale, stiamo avendo ottimi risultati e questo ci porterà a un buon accordo con Cdp», ha detto Del Fante che invece, rispetto a un’ipotesi di interesse di Poste verso le banche, alla luce del consolidamento in atto (il riferimento implicito era in particolare a Mps) ha parlato di uno scenario regolamentare «se non completamente impossibile decisamente difficile». (riproduzione riservata)

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