Ballarin (Prevedi): associandosi, i lavoratori edili accumulano da subito anzianità di iscrizione e sgravi fiscali. Ma servono regole più semplici
di Carlo Giuro
In attesa di novità normative sul fronte del sistema previdenziale, è opportuno le innovazioni introdotte dalla contrattazione collettiva. Il riferimento è alle adesioni contrattuali, meccanismo di spinta gentile delle iscrizioni ai fondi pensione, introdotto nel settore edile e poi mutuato in altri comparti. MF-Milano Finanza ne ha parlato con Diego Ballarin, direttore generale di Prevedi, il fondo pensione collettivo del settore edile.
Domanda. Quali sono le peculiarità di Prevedi?
Risposta. Tra le innovazioni ricordiamo l’introduzione nel 2011 della possibilità di aderire anche senza il conferimento del tfr, l’istituzione, da gennaio 2015, del contributo previdenziale integrativo a favore di tutti i lavoratori edili, l’equiparazione, a partire dal 2020, delle misure di conferimento del tfr per i lavoratori occupati prima e dopo il 28 aprile 1993, in aggiunta alla già prevista la possibilità di sospendere e riattivare in qualsiasi momento tale conferimento.
D. Qual è lo stato di salute del fondo?
R. Nel 2020, nonostante il contesto economico dovuto alla pandemia, il flusso contributivo in entrata in Prevedi è cresciuto del 7% rispetto all’anno precedente, mentre il valore delle erogazioni si è ridotto di circa il 14%: si tratta di segnali che manifestano l’avvio di una fase espansiva per il settore. Nel 2020, peraltro, Prevedi ha registrato un rilevante incremento nella raccolta di adesioni esplicite, proseguita quest’anno e che sembra confermare l’auspicato segnale di ripresa del settore.
D. Come avete reagito alla turbolenza dei mercati?
R. I lavoratori sono stati rassicurati sulla qualità degli investimenti del fondo e sulle prospettive di rialzo dei rendimenti, al fine di evitare che l’emotività potesse indurre una scelta o una variazione del profilo di investimento in modo incoerente con le rispettive esigenze.
D. Come funziona l’adesione contrattuale?
R. Consiste nell’associazione del lavoratore a Prevedi per effetto del contributo contrattuale, a carico del datore di lavoro, introdotto nel 2015 dalla contrattazione collettiva nazionale del settore edile. Grazie al contributo contrattuale e alla conseguente adesione a Prevedi tutti i lavoratori edili, fin dal momento dell’assunzione, iniziano ad accumulare un accantonamento automatico nel fondo pensione e a maturare anzianità di iscrizione alla previdenza integrativa, con i conseguenti benefici fiscali previsti dalle disposizioni: ad esempio, tutti i lavoratori edili occupati alla data del 1° gennaio 2015, a partire dal gennaio 2020 avranno già maturato cinque anni di iscrizione a Prevedi e accederanno, in caso di pensionamento, alla prestazione con tassazione agevolata al 15% anziché al 23%.
D. Può fare un bilancio dell’esperienza?
R. Il settore edile è soggetto a un’alta mobilità che interessa, ogni anno, oltre il 30% dei lavoratori contribuenti a Prevedi. Si riscontra inoltre una permanenza media nel settore edile bassa e un elevato numero di posizioni in uscita dal fondo. Nonostante tali complessità, negli ultimi anni il numero di posizioni associate a Prevedi con contributi aggiuntivi a quello contrattuale è cresciuto, con un’accelerazione sensibile nel 2020 e nei primi mesi del 2021.
D. Quali iniziative suggerisce per rilanciare i fondi pensione?
R. Ritengo che una delle iniziative più utili sia la semplificazione della relativa disciplina fiscale e normativa. (riproduzione riservata)

Fonte: