di Francesco Bertolino
Il mercato italiano dell’auto non riparte, anzi mette la retro. Ad aprile le immatricolazioni sono sì cresciute del 3.277% rispetto allo stesso mese del 2020, ma si tratta di un dato non significativo perché condizionato dall’effetto lockdown che l’anno scorso aveva fatto precipitare le vendite a sole 4.295 vetture. Se si guarda al 2019, base di confronto più attendibile, quest’anno le immatricolazioni sono calate del 17,1% ad aprile e del 16,9% nei primi quattro mesi. Secondo il Centro Studi Promotor, la situazione è ancora più preoccupante perché sinora il mercato ha beneficiato delle agevolazioni del governo. «La spinta degli incentivi prenotati prima dell’esaurimento dei fondi dovrebbe continuare nella prima metà di maggio», prevede l’ente presieduto da Gian Primo Quagliano. «Poi per il mercato dell’auto si aprirà una crisi ben più severa che potrebbe portare il 2021 a chiudere il consuntivo anche molto al di sotto del risultato catastrofico del 2020, in cui, con 1.381.646 auto vendute, si è tornati ai livelli degli anni ’70». Si tratterebbe di un duro colpo per un’industria che con l’indotto vale circa il 12,5% del pil italiano. Gli operatori chiedono perciò al governo un intervento. L’Associazione delle Case automobilistiche estere (Unrae) stima che in assenza di rifinanziamento degli incentivi, nel prosieguo dell’anno, potrebbero essere a rischio oltre 300 mila immatricolazioni. Per quanto riguarda i risultati dei costruttori, Stellantis ha immatricolato 58.404 auto, per una quota di mercato del 40,3%. Nei primi quattro mesi del 2021 la casa nata dalla fusione Fca-Psa ha venduto 38.398 vetture. Sul fronte alimentazioni, rileva Federauto, continua la crescita delle vetture ibride ed elettriche. Le auto Hev (elettrificate senza ricarica) hanno raggiunto una quota di mercato quasi del 29% nel mese e del 27,4% nel primo quadrimestre; le Phev (ibrido plug-in) rappresentano il 4,3% nel mese e il 3,8% nel dato cumulato; le Ev (elettrico puro) arrivano al 3,3% nel mese e 3% nel cumulato. La quota delle auto a benzina è scesa dal 43,3% del 2019 al 33% del 2021, mentre quella delle vetture diesel è passata dal 43,1 al 24,5%. (riproduzione riservata). (riproduzione riservata)

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