Simona D’Alessio

Giocare la «carta» Superbonus 110% per mettere a posto «un tramezzo spostato», oppure una porta (che, magari, era stata tolta), non certo per intervenire su una veranda abusiva. E, intanto, l’idea di ricorrere all’incentivo per migliorare l’assetto degli edifici pubblici, anticipata dal ministro dell’Economia Daniele Franco (come raccontato su ItaliaOggi di ieri), genera perplessità tra gli ingegneri, giacché «la novità, per certi aspetti, è positiva», l’importante, però, è che «non vada a scapito degli interventi dei privati». È stato il Consiglio nazionale della categoria a fare il punto sull’andamento della misura, a margine della presentazione, ieri a Roma, del programma televisivo «Andiamo a 110», a cura dello stesso Ordine professionale e di Raicom, che andrà in onda su Rai 2; lo strumento, per il presidente Armando Zambrano, «è una grande occasione per il rilancio economico del Paese», dunque «è necessario che il maggior numero di cittadini italiani impari a conoscerlo meglio, per capire quando e come utilizzare le agevolazioni fiscali, anche grazie all’aiuto di ingegneri esperti». I «nodi», però, restano: «Uno dei problemi maggiori, che ha rallentato la partenza dei lavori, è stato dover attestare lo «stato legittimo» degli edifici», ha riferito il consigliere nazionale Remo Giulio Vaudano, poiché in Italia «esistono un sacco di piccole situazioni di irregolarità, non sempre e solo abusi, ma in questo periodo il problema grosso è riuscire ad accedere agli uffici pubblici», e confrontare quanto è riscontrabile negli archivi edilizi con il contesto attuale. Alle volte occorre attendere «mesi e mesi, solo per avere un appuntamento in comune», tuttavia, adesso lo scenario, ha aggiunto, sta migliorando. «Noi professionisti (il 20% degli ingegneri lavora col 110%)stiamo dicendo a tutti» che il Superbonus costituisce un’opportunità per «metter a posto anche le piccole cose», facendo «il nostro mestiere in maniera rigorosa».

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