Si chiama greenwashing e consiste nella strategia comunicativa e di marketing usata dalle aziende per far credere di essere più eco-friendly e guadagnare punti in termini di immagine. Esg, sostenibilità, rivoluzione verde, sono tutti trend in accelerazione su cui si potrebbe intravedere l’ombra di una bolla. Qual è la realtà? Qual è il discrimine tra forma e sostanza? Quanto è sostenibile oggi il mondo della finanza? «Non è una moda, il sostenibile è il nostro obiettivo di tutti i giorni: nessun greenwashing», ha chiarito Sergio Molisani, finance, insurance and tax director e senior vice president degli international assets di Snam, intervenuto, insieme ad altri esperti, al panel Quanto Esg c’è davvero nella finanza green? A confronto i protagonisti della sostenibilità nel risparmio gestito e nella governance aziendale, durante l’ultima giornata di Milano Capitali 2021, rassegna organizzata da Class Editori.

«I nostri obiettivi al momento eccedono i target dell’Ue», ha continuato Molisani, «ci siamo presentati sul mercato evitando ogni equivoco e cercando di educare alla sostenibilità. I risultati di questi sforzi si sono visti nel transition bond e nell’euro commercial paper programme».

Se Snam è sulla buona strada, lo stesso vale per altre aziende italiane. Secondo Jacopo Schettini Gherardini, direttore ricerca e rating di Standard Ethics, «c’è un progressivo allineamento alle indicazioni nazionali: vediamo positivamente il percorso che si è avviato in Italia sulla sostenibilità», ha commentato.

E le pmi? Ivan Mazzoleni, ceo di Flowe, conto digitale focalizzato sulla sostenibilità ambientale, ha raccontato come si stiano iniziando a vedere «molte piccole aziende italiane, dal terzo settore alle startup innovative, muoversi ed essere effervescenti». D’altronde, ha evidenziato, «non c’è opzione: dobbiamo costruire modelli di business sostenibili a 360 gradi». Concorde sul punto è stato Alessandro Commito, head of business innovation e head of investment management advisory di EnVent Capital Markets, secondo il quale ciò su cui bisogna puntare è l’educazione al valore della sostenibilità. La banca di investimento con sede a Londra, focalizzata sul mid-market, ha deciso infatti di dotarsi di esperti per sedimentare questi valori nella cultura aziendale. «Offriamo un supporto completo sia alle pmi che agli asset manager nell’implementazione di tecnologie per diventare più sostenibili», ha spiegato Commito. «Il modo in cui ci si presenta e in cui si comunica sui mercati permette di aumentare il proprio valore intrinseco».
L’Italia è a buon punto sulla finanza green, ma la strada da percorrere è ancora lunga. «Siamo in una fase di apprendimento e sicuramente avremo bisogno di tempo per imparare», ha commentato Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi (Associazione italiana di private equity, venture capital e private debt), «da un sondaggio tra i nostri associati abbiamo constatato che l’86% dei fondi ha adottato criteri di sostenibilità per gli investimenti».

Un argomento ribadito anche da Elena Flor, responsabile Esg e sustainability di Intesa Sanpaolo, secondo la quale il tema ambientale è tornato a essere il cardine per la selezione degli investimenti. «Gli Esg fino a qualche anno fa erano di nicchia, poi c’è stata un’estensione. La pandemia ha sicuramente portato l’attenzione sul sociale». Quale sia la strada da seguire per le banche lo ha raccontato invece Mario La Torre, professore ordinario di sustainable finance and impact banking dell’università La Sapienza. «Dallo studio condotto», ha spiegato, «non abbiamo trovato correlazioni tra sostenibilità e performance, ma uno spiraglio circa la creazione di valore». Le banche, ha aggiunto, «dovrebbero pensare alla sostenibilità in ottica di business model: solo così si verificherebbe una vera rivoluzione». In questo processo «anche le assicurazioni sono parte della soluzione», secondo Massimo Di Tria, chief investment officer di Cattolica Assicurazioni, che ha affermato: «Cerchiamo di allocare le risorse sempre in un’ottica sostenibile». Le risposte del panorama nazionale sembrano essere incoraggianti. Sensibilizzare, educare, investire e innovare dovranno essere alcuni degli imperativi del mondo della finanza post pandemia. (riproduzione riservata)

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