I risparmiatori italiani, in misura maggiore rispetto al resto d’Europa, sono sempre più orientati alla protezione del patrimonio e poco propensi ad assumere rischi negli investimenti.

Secondo l’edizione 2021 dell’EY Global Wealth Research Report, infatti, il 52% degli intervistati italiani (il 38% in Europa) si sente più avverso al rischio e questa tendenza è ancora più marcata tra i millennials (67%).

L’EY Global Wealth Research Report, si basa su un sondaggio condotto su 2.500 clienti dei gestori patrimoniali in 21 paesi, inclusa l’Italia, ed esplora i cambiamenti nelle aspettative dei risparmiatori sui servizi e sulle modalità di relazione con i propri wealth manager.

Dalla ricerca EY emerge che salvaguardare il capitale e diversificare la propria ricchezza è la priorità per il 48% degli intervistati, mentre il 55% mira ad assicurarsi un reddito adeguato. Per raggiungere i propri obiettivi d’investimento, 2 risparmiatori italiani su 5 prevedono di spostare il proprio patrimonio verso un provider differente, dimostrandosi meno fedeli dei clienti europei (1 su 3). Le intenzioni di cambiamento riguardano però solo una parte del proprio patrimonio, circa il 30%.

L’ampiezza dell’offerta è il principale fattore di scelta del wealth manager per il 56% dei clienti italiani, mentre il 52% valuta prioritario l’eccellente track record di performance. Acquistano sempre maggiore importanza nelle scelte d’investimento la reputazione del brand (44% contro il 36% del resto d’Europa), la sostenibilità e l’inclusione.

Anche l’attenzione del wealth manager ai temi di Diversity & Inclusion assume un’importanza crescente nelle scelte d’investimento dei clienti italiani: il 71% considera rilevante le politiche di inclusione del gestore, una percentuale molto più elevata della media europea (48%). Sono soprattutto le generazioni più giovani (il 75% dei millennials) e i segmenti più abbienti (86%) a considerare l’importanza di questi aspetti.

Le capacità digitali del gestore sono apprezzate dagli investitori italiani più che da quelli europei: secondo l’indagine EY, entro 3 anni il 39% dei risparmiatori (contro il 29% di oggi) si rivolgerà sempre di più a banche private specializzate per la gestione dei propri investimenti, mentre il 21% (rispetto all’8% di oggi) ricorrerà alle Fintech. Le banche retail, invece, sembrano avere una tendenza decrescente nelle preferenze dei clienti del nostro paese (20% nel 2024 rispetto al 35% di oggi).

La pandemia ha accelerato l’uso delle tecnologie, una tendenza che proseguirà nel futuro. Gli investitori italiani ne sono convinti, visto che il 71% (contro il 49% della media europea) si attende un utilizzo sempre più intenso dei tool digitali e il 70% (il 51% a livello europeo) un maggiore engagement tramite virtual advisor.

Oltre ad un’esperienza più digitale, i risparmiatori italiani desiderano un’esperienza personalizzata. Infatti, l’indagine EY rivela che il 76% dei clienti italiani è disposto a condividere i propri dati personali con il proprio wealth manager in cambio di un servizio più personalizzato e di una migliore user experience. A seguito della pandemia, tuttavia, il 36% degli intervistati, in linea con la media europea, si aspetta che il rapporto con il proprio gestore patrimoniale o consulente diventi meno personale dal punto di vista dell’interazione umana.

La maggioranza (79%) degli investitori italiani percepisce una corrispondenza tra il prezzo pagato al proprio gestore e il servizio ricevuto, tuttavia il 50% è preoccupato per i possibili costi nascosti.

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