di Andrea Pira
All’Italia serviranno tra 16 e 26 anni per rientrare del debito Covid e tornare ai livelli pre-crisi. Tra le grandi economie dell’Unione europea la Penisola non è però tra quelle che se la passano peggio, se messa a confronto con 67 anni necessari alla Francia o con gli 89 anni della Spagna. La previsione emerge da un’analisi di Euler Hermes, società di assicurazione crediti del gruppo Allianz. Soltanto la Germania, in base alle stime, riuscirebbe a tornare su livelli pre-crisi entro il 2028. Per l’Italia, che quest’anno toccherà il 159,3% di rapporto debito-pil, il ritorno al «business as usual» del saldo primario e della crescita nominale, ossia sui livelli registrati tra il 2000 e il 2019, dovrebbe permettere al fardello che grava sui conti pubblici di ridursi al 145% entro il 2035.

Negli scenari delineati da Euler Hermes conta però anche il combinato disposto dell’arrivo al governo di Mario Draghi con l’attuazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e delle riforme collegate. Secondo questo scenario, l’Italia potrebbe crescere in media del 2,5% nei prossimi 15 anni. Anche con un avanzo primario sotto l’1,4% in tale ipotesi il debito potrebbe scendere al 138% entro il 2035. Una scommessa ardua, sottolineano tuttavia gli stessi analisti della società tedesca. (riproduzione riservata)

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