di Anna Messia
Le compagnie assicurative europee chiedono lo sconto di capitale sui green bond. L’occasione per incentivare questa tipologia di investimenti potrebbe essere l’imminente revisione delle regole di Solvency II, in discussione in questi mesi tra le autorità europee, e tra le compagnie più calde sulla questione c’è l’italiana Generali. Il group ceo Philippe Donnet. durante i lavori dell’assemblea dello scorso 29 aprile, aveva parlato dell’esigenza di prevedere norme specifiche per il trattamento dei green bond alla luce della revisione di Solvency II e ieri ed tornato sul tema in un editoriale pubblicato ieri di Euractiv, la piattaforma d’informazione sugli affari europei. Il gruppo ha messo a punto una proposta puntuale che è già stata presentata alla commissione Europea che a metà luglio diffonderà la sua linea sulla nuova Solvency. Un tema che ad oggi, non è ancora ufficialmente entrato sul tavolo di riforma della direttiva, come non si è parlato di una possibile penalizzazione degli investimenti sui brown bond, quelli emessi dalla aziende più inquinanti. Anche perché i nodi da sciogliere restano ancora numerosi, a partire dalla definizione stessa di cosa sia green, che resta ancora dibattuta, nonostante la Commissione Europea abbia di recente pubblicato il primo atto delegato per l’implementazione della Tassonomia Ue, che fissa i criteri per l’identificazione della attività economicamente sostenibili. È un mercato che deve ancora strutturarsi, come pure devono strutturarsi le agenzie di rating che danno i loro giudizi a imprese e strumenti finanziari «verdi» e soprattutto non c’è ancora nessuna dimostrazione che gli investimenti green siano meno rischiosi degli altri, tanto da meritarsi uno sconto sugli accantonamenti di capitale. Non solo.

La penalizzazione delle imprese e degli investimenti non green potrebbe mettere in difficoltà diverse aziende, soprattutto nei Paesi dell’Est Europa. Ma è altrettanto evidente che la scelta verde e sostenibile sia la strada maestra indicata dalla Commissione Europea, a partire dal piano di rilancio post covid Next Generation Eu, e che l’appuntamento con la revisione di Solvency II entrerà nel vivo nei prossimi mesi. Per questo motivo Generali ha fornito alla Commissione Europea una serie di proposte per consentire già oggi di rendere più convenienti gli investimenti green in termini di capitale. Secondo la compagnia di Trieste bisognerebbe introdurre nella cornice di Solvency II una classe di attivi green bond a sé stante, con requisiti di capitale decrescenti per periodi di detenzione più lunghi, superiore ai 5 anni ma guardando anche ad un periodo superiore ai 10 anni, con la vendita anticipata del titolo che dovrebbe essere possibile solo in caso di emergenza, con il rischio di fallimenti dell’emittente. «Ciò scoraggerebbe lo scambio, favorendo un mantenimento in portafoglio per periodi di detenzione più lunghi», suggerisce Donnet, mentre per la definizione di titoli verdi, bisognerebbe fare riferimento alla Tassonomia in via di definizione dalla Commissione. Non solo. A sostegno degli investimenti green e sostenibili potrebbero scendere in campo i governi nazionali, agevolando fiscalmente l’investimento in questi strumenti, ma anche su questo fronte la discussione è solo all’inizio, ma è di certo destinata ad entrare nel vivo nelle prossime settimane. (riproduzione riservata)

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