Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

Ad aprile torna il sereno per il risparmio gestito italiano. Nonostante il lockdown, l’industria ha chiuso il mese con una raccolta netta pari a 2,05 miliardi di euro dopo i deflussi per 8,66 miliardi di marzo grazie al forte recupero dei mercati finanziari nel mese dopo i crolli di marzo, quando è scoppiata l’epidemia del coronavirus. Il risultato di aprile non è bastato però a riportare in attivo il saldo di inizio anno (-10,02 miliardi). A contribuire al dato positivo sono stati i fondi comuni con 5,93 miliardi dai -10,51 miliardi di marzo (-4,95 miliardi nei quattro mesi), in particolare gli aperti con 5,73 miliardi (-10,79 miliardi a marzo e da gennaio -6,39 miliardi) ai quali si aggiungono 195 milioni dei chiusi (+282 milioni a marzo e +1,43 miliardi da gennaio). Le gestioni collettive hanno invece chiuso aprile con un rosso di 3,88 miliardi (+1,84 miliardi a marzo e -5,06 miliardi da inizio anno) di cui +105 milioni nelle linee retail (+514 milioni da gennaio) e -3,98 miliardi in quelle per istituzionali (-5,57 miliardi nei quattro mesi). Le masse, grazie all’effetto combinato delle sottoscrizioni e dell’andamento dei mercati, sono risalite fino a 2.178 miliardi. La quota investita nei fondi comuni è del 48,5% (1.056 miliardi), il resto (1.122 miliardi) è impiegato nelle gestioni di portafoglio
Le domande sono arrivate in un arco di tempo ristretto, i carichi di lavoro di conseguenza sono diventati più gravosi e da gestire in una condizione di emergenza che ha reso necessario per le banche rivedere l’organizzazione interna. Sta di fatto che delle domande di finanziamenti fino a 25 mila euro garantiti dallo Stato in base ai decreti CuraItalia e Liquidità per sostenere l’economia italiana colpita da Covid-19, appena una su due è stata accolta ed erogata. E la percentuale scende addirittura a un quarto per le operazioni sopra tale tetto di finanziamento. I numeri emergono dall’elaborazione delle risposte inviate dagli istituti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario, presieduta dalla pentastellata Carla Ruocco, che ha illustrato i risultati a deputati e senatori. Il quadro è aggiornato a prima del 20 maggio scorso, data ultima per rispondere al questionario inviato a 147 banche.

Nessun cattivo pagatore fino a settembre. L’attivazione di un prestito accompagnato dalla garanzia pubblica determina per il beneficiario anche la sospensione delle segnalazioni alla Centrale rischi fino al 30/09/2020.
Questo è uno dei principali interventi apportati al dl. 23/2020 (cd. Decreto Liquidità) dalle Commissioni parlamentari Finanze e attività produttive e passati al vaglio della Camera con l’approvazione ieri con 269 voti favorevoli, 193 contrari e 3 astenuti..
E che ora passa all’esame del Senato, tenendo presente che il decreto dovrà essere convertito entro l’8 giugno 2020. Altra novità, riguarda la limitazione della responsabilità dei datori di lavoro per eventuali contagi da Covid-19 dei dipendenti, qualora le imprese applicano le prescrizioni contenute nel protocollo per il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro.
Via libera alla sospensione anche dei mutui trentennali sottoscritti dagli enti locali con istituti di credito privati. L’indicazione arriva dall’Abi, che nella lettera circolare n. 1013/2020 ha fornito alcuni preziosi chiarimenti sulla corretta interpretazione del protocollo sottoscritto con Anci e Upi l’8 aprile scorso. In base a tale accordo, le banche possono procedere alla sospensione della quota capitale delle rate in scadenza nel 2020 dei mutui erogati in favore degli enti locali, sulla scorta di quanto già avvenuto con la sospensione della quota capitale dei c.d. “mutui Mef” (dl Cura Italia) e in parallelo con l’operazione di rinegoziazione dei mutui recentemente approvata da Cassa depositi e prestiti. Il protocollo prevede l’allungamento di un anno del periodo di ammortamento attualmente vigente al fine di recuperare la rata non corrisposta nel corrente esercizio. Al riguardo, l’art. 4, comma 2, aggiunge che la scadenza del mutuo a seguito della sospensione non può comunque eccedere i 30 anni. Tale previsione viene intesa da alcuni istituti in modo rigido, ovvero escludendo in toto tutti i mutui trentennali, indipendentemente dal fatto che siano stati appena stipulati o siano già in ammortamento, magari da molti anni.
  • Risparmio gestito positivo, Eurizon prima a 2,5 mld
In aprile la raccolta netta dell’industria del risparmio gestito in Italia è stata positiva per 2 miliardi di euro, in ripresa dopo il pesante rosso di marzo (-8,66 miliardi). Assogestioni evidenzia «l’ottimo risultato dei fondi aperti, che invertono la tendenza con afflussi per 5,7 miliardi, scomposti tra i 4,8 miliardi dei fondi di lungo termine e gli 846 milioni dei fondi monetari». Il patrimonio gestito totale è salito dell’1,7% a 2.178 miliardi di euro. Fra le società si è posizionata al vertice Eurizon con oltre 2,5 miliardi di euro di raccolta netta

Repubblica_logo

  • “Uffici vuoti e ristoranti in crisi” Citylife vittima dello smart working
L’Italia è ripartita (anche se al ralenti) lasciando molta gente a lavorare da casa. E sotto i tre grattacieli di Citylife a Milano la vita delle vittime collaterali dello smart working è durissima. Le scene da saloon dell’era pre-Covid nella paninoteca sotto lo “Storto” — il gigante di 177 metri diventato ora Torre Generali — sono un ricordo. Alle 13 di un qualsiasi mercoledì di qualche mese fa, davanti al bancone si sarebbero “assembrate” decine di persone pronte a tutto — buoni pasto alla mano — per addentare un sandwich al tonno o comprare centrifughe anti-stress. Ora è il deserto. Nel grattacielo disegnato da Zaha Hadid ci sono solo 50 impiegati, mentre gli altri 2.150 hanno trasferito da quasi tre mesi l’ufficio a casa. Dirimpetto, in Allianz Tower, hanno timbrato il cartellino una trentina di persone, l’1% dei 2.800 dipendenti.
  • Le fake news di Russia e Cina per sovvertire l ’ordine
Il 21 marzo l’agenzia stampa Sputnik , organica agli interessi del Cremlino, scrive sul proprio sito in lingua ceca che le radiazioni degli impianti 5G, la rete superveloce di quinta generazione su cui si concentrano gli interessi di tutte le superpotenze mondiali, provocano la mutazione del Covid 19 e facilitano l’infezione. Nell’articolo si citano imprecisate “fonti” e “studi scientifici”. Il 5 aprile, poi, i social in lingua araba vengono infestati da un’altra notizia dello stesso tenore, che accredita la seguente tesi: è una bugia che il contagio sia partito dalla Cina, perché in realtà è dovuto ai test effettuati sulla rete 5G. L’eco della bufala risuona in tutto il mondo. Rimbalza in Italia dove i gruppi no-vax la rilanciano. Arriva a Maddaloni, nella pagina Facebook aperta da alcuni cittadini del comune casertano. Se ne parla tanto. Il 15 aprile il sindaco firma un’ordinanza per bloccare l’installazione e la sperimentazione delle tecnologie 5G nel territorio comunale. E una settimana dopo un gruppo di balordi incendia due torri telefoniche dell’infrastruttura del 3G e del 4G. Risultato: un pezzo di città resta senza segnale. La stessa cosa accade nel Regno Unito: più di 70 impianti sono stati incendiati e vandalizzati. A dimostrazione che i pericoli dell’”infodemia” eterodiretta da Mosca e Pechino, sollevati dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, non riguardano solo l’Italia. E non rimangono confinati nell’arena digitale.

  • «Contro le pandemie serve l’intesa tra governi e assicuratori»
Le assicurazioni possono fare di più per accelerare la ripresa economica? «Certamente hanno la possibilità e i capitali per dare una spinta significativa all’economia europea, ma non a qualsiasi condizione. Servono investimenti per uno sviluppo sostenibile e noi daremo l’esempio mettendo a disposizione quasi un miliardo di euro». Nel settore assicurativo è in arrivo un nuovo giro di aggregazioni? «Qualcosa accadrà. In Europa la pandemia ha fatto perdere forza a un discreto numero di piccole e medie compagnie. Alcune, da sole, non ce la faranno». Generali capitalizza in Borsa poco più di 19 miliardi di euro. È a rischio scalata? «Dopo il crollo dei mercati, tutta la Borsa è caduta di valore. La domanda andrebbe fatta a tanti gruppi bancari e assicurativi. Però il nostro titolo è tra quelli andati meglio. Non va guardato solo il valore assoluto, ma il confronto con gli altri». Philippe Donnet, amministratore delegato delle Assicurazioni Generali, tiene molto a sottolineare «la piena salute» del gruppo anche se aggiunge che «il momento è sfidante» e che «a causa della pandemia nulla sarà più come prima».
  • La raccolta dei gestori ad aprile torna positiva per oltre 2 miliardi

  • Coronavirus: il rebus delle assicurazioni
Sotto l’impulso di Bercy, gli assicuratori e le imprese stanno cercando di mettere insieme un nuovo sistema per coprire le imprese la cui attività sarebbe messa a repentaglio da un rischio eccezionale, come una futura pandemia. Le discussioni procedono, ma l’equazione è complessa e le opinioni sono ancora molto divise sulle soluzioni concrete. Quanto più generoso sarà il sistema di copertura per gli assicurati e quanto più sarà possibile intervenire regolarmente, tanto più difficile sarà trovare un equilibrio tra la disponibilità delle compagnie a contribuire, i mezzi finanziari degli assicuratori e la capacità dello Stato di sostenere l’insieme.
  • Amazon punta sull’auto autonoma
Amazon non è mai stata meglio. La crisi del coronavirus ha rafforzato la sua presa sull’e-commerce globale e le sue vendite hanno continuato a crescere mentre l’economia globale si è fermata. Questo ha dato ad Amazon la libertà di perseguire la sua strategia. Ed estendere la sua influenza in nuovi campi d’azione. Questo potrebbe essere presto il caso dell’auto autonoma. Secondo il Wall Street Journal, Amazon è in trattative avanzate per l’acquisizione di Zoox, una società fondata nel 2014 che sviluppa tecnologie e attrezzature utilizzate nei taxi robotici.