Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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C’è attesa per i conti del primo trimestre di Generali, che la compagnia comunicherà questa mattina prima dell’apertura di borsa dopo il passaggio nel cda di ieri. Il consenso pubblicato dalla compagnia triestina indica in media premi lordi pari a 18,606 miliardi, in leggero calo rispetto ai 18,874 miliardi dei primi tre mesi del 2019, di cui 12,241 miliardi per il Vita (12,502 miliardi nel 2019) e 6,365 miliardi per il Danni (6,371 miliardi). Gli utili operativi totali sono attesi a 1,297 miliardi dagli 1,346 miliardi dello stesso periodo 2019: 747 milioni nel Vita (contro 804 milioni nei tre mesi del 2019), 547 milioni nel Danni (548 milioni), 85 milioni nell’asset management (71 milioni). L’ultima riga di bilancio è prevista a 379 milioni, poco meno della metà rispetto ai 744 milioni del primo trimestre 2019 e il Solvency Ratio dovrebbe attestare al 190%, dal 207% di fine marzo 2019. Intanto Banca Imi ha confermato il rating buy e target price a 14,7 euro.
Giuseppe Lasco diventa ufficialmente il braccio destro dell’amministrato delegato Matteo Del Fante in Poste Italiane. Proprio mentre il gruppo postale ha appena investito 20 milioni per innovare nel servizio di consegna. Nel mirino del gruppo guidato da Del Fante è finita in particolare la veronese Milk Deliveries, società controllata da Milkman spa. Una start up, fondata nel 2015, che ha lanciato un servizio tecnologico di consegna a domicilio, grazie al quale il cliente può scegliere il giorno e l’ora del recapito con velocità e flessibilità. Un servizio già utilizzato da catene come Coop, Eataly e Nespresso, che ha evidentemente fatto gola al colosso postale che punta a migliorare la qualità del servizio offerto ai propri clienti. La struttura dell’operazione prevede più fasi: lo scorso 24 aprile Poste ha sottoscritto un aumento di capitale per 15 milioni nella società Mlk Deliveries spa, acquisendone una partecipazione del 70%.

Non c’è equazione tra riconoscimento dell’indennizzo Inail per il contagio Covid-19 sul lavoro e responsabilità del datore di lavoro. Infatti, il riconoscimento dell’origine professionale del contagio si basa su un giudizio di ragionevole probabilità che è del tutto avulso da qualunque valutazione sull’imputabilità di eventuali comportamenti omissivi del datore di lavoro che possano aver causato il contagio. A ribadirlo è l’Inail nella circolare n. 22/2020, con placet del ministero del lavoro (nota prot. n. 5239/2020), nel mettere la parola fine alle questioni relativi ai profili di responsabilità, civile e penale, del datore di lavoro in caso di contagio da Covid-19 dei dipendenti.
Contributi a fondo perduto preclusi ai professionisti ordinistici e fruibili da quelli iscritti alla gestione separata, a patto però che non abbiano goduto del bonus di 600 euro per il mese di marzo. Sul versante bonus, limiti di reddito per le casse private e non per le partite Iva iscritte all’Inps, che però ne avranno per accedere al bonus di maggio. Bonus baby sitter solo per il lavoratori autonomi che versano all’Istituto nazionale di previdenza. Il ventaglio di misure predisposte dal governo per sostenere il mondo professionale, prima con il Cura Italia e ora con il decreto Rilancio, presenta delle differenze a seconda dell’iscrizione previdenziale delle partite Iva. Già il Cura Italia presentava delle divergenze: per quanto riguarda i bonus, ad esempio, il testo approvato dal Cdm non prevedeva esplicitamente un intervento per gli iscritti alle casse private, ma piuttosto l’istituzione di un Fondo per il sostegno al reddito che poi, con un decreto del Ministero del lavoro, è stato destinato all’erogazione delle indennità.
Negli ultimi cinque anni sempre più operatori lontani dal mercato finanziario hanno cominciato a offrire prodotti assicurativi, aumentando la competizione.
L’affollamento del mercato da parte di player tradizionali e nuovi ha portato, per il 91% degli intervistati, a un incremento della concorrenza di prezzo. È quanto emerge da un’indagine realizzata da Nomisma e Crif.
Digitalizzazione dei processi produttivi e trasformazione dei sistemi informativi rappresentano le chiavi per ottimizzare l’efficienza interna
Tra le promesse dei soldi del decreto Rilancio (dl 34/20) e l’accredito sul conto corrente, corre la burocrazia. E occorre armarsi di tanta pazienza. Sebbene il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, martedì, 19 maggio 2020 si è impegnato con le partite Iva per accreditare le nuove indennità dei mesi di aprile da lunedì per il resto delle misure tra provvedimenti attuativi da emanare e ingranaggi dispositivi che si bloccano il tempo corre e la pazienza dei contribuenti finisce.
Il piatto forte del decreto Rilancio, per le imprese che hanno subito perdite di fatturato, sono gli indennizzi a fondo perduto gestiti dall’Agenzia delle entrate, in un inedito ruolo di Agenzia delle uscite. La relazione tecnica che accompagna il decreto stima richieste per oltre 6 mld di euro.
Euromobiliare Advisory sim (Ea sim), Euromobiliare Asset Management sgr e Credemvita, società dell’area Wealth management del gruppo Credem che si occupano di fornire soluzioni di investimento, hanno avviato un progetto comune (Esg Transition) per sviluppare la corporate social responsibility. Si tratta di una cultura aziendale della sostenibilità, di un’integrazione dei criteri Esg nel processo di investimento e dello sviluppo di modelli di comunicazione sempre più conformi verso la comunità finanziaria e la clientela. È prevista una road map con obiettivi progressivi, che vedrà impegnate per tre anni tutte le strutture dell’area Wealth management con l’affiancamento di un advisor dedicato, Raiffeisen Capital Management.

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  • Autonomi, mille euro a maggio con perdite gravi
Se vengono rinnovati in automatico i bonus per le partite Iva da 600 euro, e, come promette il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, entro pochissimi giorni le cifre arriveranno ai destinatari, per il mese di maggio chi ha avuto perdite più gravi potrà avere un sostegno fino a mille euro. Vale per professionisti, Co.co.co., lavoratori autonomi iscritti alle Gestioni speciali dell’Ago, lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che hanno registrato perdite superiori al 33% rispetto al fatturato dello stesso periodo nel 2019 e a loro il bonus arriverà «entro giugno» come prevede Gualtieri. Per altre categorie di lavoratori escluse dal precedente decreto Cura Italia — stagionali, autonomi senza Partite Iva, lavoratori dello spettacolo, venditori a domicilio — arriva il bonus da 600 euro per i mesi di aprile e maggio. Per i braccianti invece il bonus scende a 500 euro.
  • Professionisti fuori dalla lista degli aiuti
Un «tesoretto» da cui sono stati esclusi all’ultimo secondo perché «iscritti a casse previdenziali autonome». Non se lo aspettavano e ora promettono battaglia. In Parlamento. Ma soprattutto fuori. Con manifestazioni proprio mentre senatori e deputati esamineranno il nuovo decreto Rilancio. Perché architetti, ingegneri, avvocati, commercialisti, notai, ma anche tutti i lavoratori delle professioni sanitarie, infermieri, medici, dentisti e tutti coloro che sono iscritti ad un ordine professionale non potranno accedere al finanziamento del fondo perduto destinato a chi nell’aprile di quest’anno ha perso due terzi di fatturato rispetto all’aprile 2019. Una misura destinata a tutte le partite Iva ma non ai professionisti iscritti alle casse. Di fatto così esclude milioni di persone che a causa del lockdown hanno dovuto chiudere studi e sospendere le attività. Sono almeno 2,4 milioni e nella maggior parte dei casi si tratta di giovani professionisti che non potranno accedere al contributo e che già prima non navigavano nell’oro. Gli esclusi parlano di «scelta inaccettabile» e di «atteggiamento sostanzialmente punitivo della politica». Si spera invece che si tratti semplicemente di una svista che verrà presto corretta.

  • Inail: sugli infortuni Covid non giudichiamo noi le aziende
Il riscontro di un’infezione Covid-19 di origine professionale e legata all’attività lavorativa si fonda su un giudizio di «ragionevole probabilità» ed è «totalmente avulso da ogni valutazione in ordine alla imputabilità di eventuali comportamenti omissivi in capo al datore di lavoro che possano essere stati causa del contagio». Eccolo il punto fondante della nuova circolare Inail (n.22 del 20 maggio) che aggiorna le discusse istruzioni operative adottate il 3 aprile (circolare n. 13), nel pieno dell’emergenza sanitaria, in sede di attuazione dell’articolo 42 del decreto “Cura Italia” che aveva assicurato la tutela infortunistica anche ai colpiti da coronavirus
  • Il Governo frena sulla norma per lo scudo in caso di contagio
Il governo frena sulla norma per tutelare da azioni di responsabilità penale e civile i datori di lavoro che rispettano le prescrizioni contenute nei protocolli sulla sicurezza firmati dalle parti sociali, in caso di contagio da Covid-19 di un loro dipendente. Un emendamento al Dl liquidità, all’esame della Camera, era stato riformulato dalla maggioranza, ma è emerso che mancavano le condizioni politiche per approvarlo, di fronte alle obiezioni del ministro del Lavoro, la M5S Nunzia Catalfo, di una parte del Pd, di Leu, oltreché della Cgil. Dopo un braccio di ferro all’interno della maggioranza, dunque, ha prevalso la linea del ministro Catalfo, convinta che sia sufficiente la circolare dell’Inps (si veda l’articolo sopra), perchè «non esiste correlazione automatica tra il riconoscimento dell’infortunio e la responsabilità del datore di lavoro. Per essere responsabile dovrebbe non aver adottato le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore e deve sussistere un collegamento diretto tra il contagio e l’inosservanza delle regole da parte dell’azienda».
  • «Necessario far dialogare imprenditori e risparmio»
«Ben vengano iniziative che mirano a raccogliere capitali da destinare a progetti per la ripresa, ma credo che sia arrivato il momento di far dialogare di più la qualità imprenditoriale ben presente in Italia con il risparmio dei privati». Nei giorni in cui con il BTp Italia si punta, con successo, a far riaffluire il denaro delle famiglie italiane verso il debito pubblico, Gian Maria Mossa guarda all’opportunità di mettere in contatto gli investitori con l’economia reale. L’idea, che l’a.d. di Banca Generali spiega a Il Sole 24 Ore, è di riallacciare un discorso che l’emergenza coronavirus ha interrotto, ma solo per il momento.