Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Crollo senza precedenti per il mercato europeo dell’auto ad aprile. Nella sola Unione europea il calo delle immatricolazioni è stato del 76,3%, il peggior risultato da quando il dato viene registrato, dopo il -55,1% di marzo. È quanto ha comunicato ieri l’Acea, l’associazione dei costruttori europei, sottolineando che il calo record a 270.682 unità vendute è legato alle restrizioni per la pandemia con la maggioranza dei concessionari nei paesi Ue chiusi per tutto il mese. Per Fiat Chrysler le immatricolazioni ad aprile, con il lockdown totale dell’Italia, sono state 10.419, -87,7% rispetto allo stesso mese del 2019, mentre la quota di mercato si è quasi dimezzata al 3,8% dal 7,4%.
Un’occasione ghiotta per le assicurazioni e utile per i cittadini. Chi sottoscriverà una polizza contro le calamità naturali potrà godere di detrazioni pari addirittura al 90% del costo della copertura assicurativa. La novità è contenuta nel decreto Rilancio che introduce il Sismabonus del 110% per i lavori di efficientamento energetico e di messa in sicurezza degli edifici. Lo stesso articolo del decreto stabilisce anche che il credito fiscale del 110% può essere ceduto ad un’impresa assicurativa. E in questo caso, si potrà godere a cascata della detrazione del 90% anche del premio della polizza contro gli eventi calamitosi stipulata contestualmente. Un beneficio che potrebbe far lievitare la distribuzione di queste polizze in Italia che già oggi godono di una detrazione, ma che è pari al 19% del premio (che resta valido per modalità di acquisto diverse dal sismabonus).
I fondi pensione resistono al coronavirus. Certo, le performance del primo trimestre hanno inevitabilmente risentito della crollo dei mercati: i fondi negoziali hanno perso il 5,2% e i fondi aperti e le polizze unit linked, con una maggiore esposizione azionaria, rispettivamente il 7,5 e il 12,1%. Ma almeno per ora non ci sono dati allarmanti su anticipi, riscatti o blocchi dei versamenti contributivi. Un rischio di liquidità che era stato paventato da Eiopa, l’autorità europea di controllo del settore di cui fa parte la Covip, che aveva chiesto alle autorità nazionali di alzare la guardia. E la commissione italiana, presieduta da Mario Padula, ha intensificato i controlli, realizzando un monitoraggio ad hoc tra un campione di fondi negoziali. «La fotografia che ne emerge è di tenuta del sistema», spiega Padula a MF-Milano Finanza, «anche se i dati sui versamenti del primo trimestre saranno noti solo a luglio».
Il benessere e la salute dei cittadini e dei lavoratori innanzitutto. Ma anche la possibilità per gli imprenditori di poter riaprire con serenità e costi accettabili, senza incorrere addirittura in sanzioni penali in caso di contagio da Covid-19 dei propri addetti. Per cercare di trovare un difficile, indispensabile equilibrio tra queste due esigenze, con la fase 2 dovranno necessariamente essere utilizzati al massimo grado, laddove possibile, lo smartworking e la tecnologia. Il suggerimento lo si ricava da due indagini condotte da Nomisma, una delle quali realizzata insieme con UniSalute, secondo cui l’high tech sarà sempre più determinante in futuro per la tutela sanitaria, a tutto vantaggio del sistema pubblico, in una parola del welfare.
In base ai dati dell’Osservatorio Lockdown di Nomisma raccolti prima della fase 2, l’abitazione si è trasformata in ufficio per il 9% degli occupati. L’aumento del ricorso al lavoro agile ha portato quasi 2 milioni di italiani a lavorare da casa. Una soluzione che vorrebbe essere portata avanti dopo la ripartenza. Il 56% di chi ha lavorato da casa durante il lockdown vorrebbe infatti proseguire a tempo ridotto, in particolare «qualche giorno al mese».
  • Speciale Ripartitalia. Assicurazioni, cresce la domanda di salute
Il mondo delle assicurazioni nel post-Covid si prepara a soddisfare una domanda che chiederà maggiori garanzie sugli investimenti e una maggiore copertura sanitaria e dovrà fronteggiare non solo fattori tecnici, ma anche emotivi. Gli operatori del settore rilevano, però, anche una straordinaria energia liberatasi dopo il 4 maggio, con un picco di ripresa dell’attività che induce all’ottimismo per il futuro. Bisognerà, però, allentare i lacci della burocrazia

L’impatto devastante della pandemia sul settore dei viaggi in America ha reso vincente la scommessa di Apollo sul fallimento della società di noleggio auto Hertz: lo ha riportato l’agenzia Dow Jones Newswires. La società di private equity, famosa per le sue scommesse su aziende in crisi, ha acquisito una posizione di rilievo nei contratti assicurativi, i cosiddetti Credit default swap, sul debito di Hertz.
  • Fondi pensione, Covid-19 abbatte i rendimenti
Lo «tsunami» Covid-19 travolge (pure) l’andamento dei fondi pensione, nel nostro Paese: in conseguenza delle turbolenze sui mercati finanziari globali, infatti, nel primo trimestre del 2020 «i rendimenti medi son stati, in generale, negativi», giacché «al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i fondi negoziali hanno perso il 5,2%, il 7,5% ed il 12,1%, rispettivamente, i fondi aperti e i Pip (Piani individuali pensionistici) di ramo III», quelli, cioè, tendenzialmente caratterizzati da «una maggiore esposizione azionaria». E, nel contempo, sempre nello scorcio iniziale dell’anno dell’avvento del Coronavirus, in Italia il numero di posizioni in essere presso le forme di previdenza complementari è di «9,185 milioni» (per complessivi 8,325 milioni di individui iscritti), con un progresso, da gennaio a marzo, di 68 mila unità (pari allo 0,7%), una crescita che si rivela «limitata rispetto ai trimestri precedenti». È quel che mette in luce la Covip (Commissione nazionale di vigilanza dei fondi pensione), che ieri ha diffuso i primi dati sul settore, nel periodo della pandemia: i fondi negoziali, si legge, «registrano 32 mila posizioni in più (1%), portandone il totale, a fine marzo, a 3,192 milioni, mentre nelle forme pensionistiche di mercato i fondi aperti contano 1,570 milioni di posizioni, crescendo di 19 mila unità (1,2%) rispetto alla fine del 2019, e per i Pip «nuovi» il totale delle posizioni è di 3,437 milioni, in ascesa di 18 mila unità (0,5%).

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  • Previdenza complementare Un trimestre nero per i piani individuali: – 12%
Nella consueta panoramica realizzata dalla Covip, l’autorità di vigilanza del settore, emerge che nel trimestre tutte le forme pensionistiche complementari hanno pagato il fio della crisi. Nel primo trimestre 2020 le performance dei Pip “nuovi” (i Piani individuali pensionistici) di ramo terzo, le unit linked, hanno registrato il calo maggiore, pari al 12,1%; un risultato molto pesante, che diventa addirittura un — 18% per la versione azionaria di questi prodotti. Più prudente l’andamento dei fondi negoziali, quelli frutto della contrattazione collettiva, che hanno perso in media il 5,2% nel trimestre (con punte di — 10,1% per i prodotti azionari) mentre i fondi aperti hanno ceduto il 7,5% (-14,1% le linee azionarie). Su un periodo più lungo, dieci anni e tre mesi, le cose vanno decisamente meglio: anche includendo gli ultimi tre mesi, i rendimenti sono positivi per tutti e superiori alla rivalutazione nel periodo del Tfr. Da primo gennaio 2010 al 30 marzo scorso, infatti, i fondi negoziali e aperti hanno reso il 3% composto annuo e le unit linked dei Pip il 2,4% contro una rivalutazione annua composta del 2% del Tfr. I Pip mediamente corrono di più negli anni buoni — per esempio nel 2019 hanno guadagnato in media il 12,2% contro l’8,3% dei fondi aperti e il 7,2% dei negoziali — ma alla lunga i rendimenti medi per macro-settori tendono ad accorciare le distanze, probabilmente compensando le differenze di stili di gestione con costi. Ad esempio nel decennio gennaio 2010-gennaio 2020 le sole linee azionarie hanno reso il 5,7% annuo composto per i fondi negoziali e aperti, mentre i Pip hanno reso il 5,3%.

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  • I manager: «Crisi, serve una risposta condivisa»
Il World Economic Forum, in partnership con Zurich, ha intervistato 350 manager e ceo di tutti i settori industriali sulle loro paure in tempo di Covid e postCovid. I principali timori sono — com’era facile aspettarsi — la recessione, il fallimento, la disoccupazione e tutte le implicazioni della crisi economica. Il report invita i leader ad agire subito contro gli shock sistemici più probabili nel futuro come la crisi climatica, le turbolenze geopolitiche, l’aumento delle disuguaglianze, le tensioni psicologiche delle persone, le lacune nella governance tecnologica e la continua pressione sui sistemi sanitari. A lungo termine questi rischi avranno implicazioni serie e di vasta portata per le società, l’ambiente e la governance delle tecnologie innovative. Per il Wef, se i leader mondiali, le imprese e i decisori politici non collaborano per gestire le conseguenze della pandemia, nei prossimi 18 mesi aumenteranno difficoltà economiche e malcontento sociale. «Nello scenario post Covid-19 tutti i rischi sono strettamente interconnessi tra loro», fa notare Alessandro Castellano, ceo di Zurich Italia. «Le percezioni della comunità imprenditoriale sulle maggiori preoccupazioni globali si riflettono non solo nell’impatto sulle aziende e sui rischi economici, ma anche nelle più ampie conseguenze in ambito ambientale, sociale e tecnologico — continua Castellano —. Questa crisi sta incidendo profondamente sulle abitudini ma ci può offrire anche un’opportunità. Con la ripartenza delle economie, avremo la possibilità di fare leva sulle nuove tendenze di consumo anche in relazione ai nuovi bisogni per perseguire una ripresa fondata su una maggiore attenzione al cliente, alla sostenibilità e all’uguaglianza sociale» .
  • Cinema e live, perdite per 1 miliardo e mezzo
Cinema e teatri riaprono, in condizioni complicate, il 15 giugno. Per i grandi concerti dal vivo se ne riparlerà l’anno prossimo, perché aggregano le folle, e in questo momento è pericoloso. La fetta più consistente è quella che ruota attorno alla musica pop e agli spettacoli dal vivo. Per quanto riguarda i lavoratori autonomi ci troviamo di fronte ad una varietà di soggetti molto spesso privi di tutele, o di partite Iva che lavorano con contratti legati al singolo concerto. Le stime fotografano quasi 250mila occupati, più altri 160mila trasversali. Insomma siamo di fronte a una città da 400mila abitanti.

 


  • Dal 1° luglio ecobonus e sismabonus al 110% Progetti e permessi al via
Via dal 1° luglio al superbonus al 110% per gli interventi di riqualificazione energetica e di adeguamento antisismico. Con la firma del Capo dello Stato l’agevolazione record nella storia fiscale italiana è legge, all’articolo 119 del Dl rilancio, e può partire. Il termine del 1° luglio vale per la fatturazione delle spese sostenute: questi quaranta giorni potranno essere impiegati per la progettazione degli interventi, la scelta dei fornitori, le approvazioni nelle assemblee di condominio. L’intervento agevolato spetta ai condomini, ma anche alle singole unità immobiliari nei condomini e, con alcuni limiti, per gli edifici unifamiliari (solo se adibiti a prima casa). I condomini sono comunque i destinatari principali dell’agevolazione, tanto è che i limiti di spesa sono molto alti. L’altro pilastro del superbonus è la possibilità generalizzata di cedere la detrazione di imposta a una banca, a una assicurazione o a un altro intermediario finanziario oppure di scontare subito lo sgravio fiscale nella fattura dei fornitori che a loro volta saranno liberi di cederlo a una banca o ad altri soggetti. La cedibilità del credito con il fisco e il beneficio al 110% producono un risultato straordinario: la possibilità di realizzare i lavori a carico dello Stato, senza pagare nulla, senza anticipazione di neanche un euro. L’eccedenza di sconto fiscale del 10% oltre alla spesa sostenuta consente infatti di ripagare fornitori e banche che anticipano le somme per realizzare i lavori o installare gli impianti. Per chi realizza i lavori antisimici c’è la possibilità di acquistare una polizza anticalamità con detrazione al 90%.
  • Covid, circolare Inail pronta ma sulla legge il governo è diviso
Il riconoscimento di un caso di infezione Covid-19 come infortunio per il quale scatta la tutela Inail non determinerà alcun presupposto per individuare una responsabilità civile o penale ai danni del datore di lavoro. È questo il caposaldo della nuova circolare che dovrebbe essere pubblicata oggi. Una rassicurazione in più per il mondo delle imprese, impegnate in questa delicatissima fase di riapertura di tutte le attività. L’ultimo confronto tecnico sul testo è avvenuto ieri sera al ministero del Lavoro, presenti i vertici dell’Istituto di assicurazione. La circolare aggiorna e migliora l’interpretazione data dalla precedente, la n. 13 adottata nei primi giorni di aprile sulla profilatura del nuovo infortunio introdotto con l’articolo 42 del dl 18 “Cura Italia”. Nel nuovo testo dovrebbe essere pure previsto che Inail, effettuati i suoi rigorosi accertamenti medico-legali, non farà alcuna azione di rivalsa nei confronti dell’azienda se non nel caso estremo di un rinvio a giudizio, a riprova della forte volontà di dare piena sicurezza alle imprese che hanno rispettato i protocolli stabiliti sia a livello nazionale sia dalle Regioni per mitigare al massimo i rischi di esposizione, prossimità o aggregazione nei luoghi di lavoro. Per la certezza piena di una tutela nei confronti dell’azione giudiziaria – per la quale non basta la clausola generale prevista dall’articolo 2087 del Codice civile – alla circolare dovrà fare seguito una norma specifica. Opzione sulla quale l’accordo sembra totale tra le forze di maggioranza e opposizione.
  • Ristoranti al tappeto: -80% di ricavi
All’appello manca circa un terzo dei ristoranti, molti di questi stellati, che ha deciso di aspettare a sollevare la saracinesca. Per chi ha aperto purtroppo il bilancio delle prime ore di attività è negativo: tra pizzerie e ristoranti, trattorie e agriturismi il calo dei consumi è stato vicino all’80% secondo le ultime stime di Coldiretti. Pesa indiscutibilmente la scelta di chi non ha voluto o non ha fatto in tempo a riaprire ma molto spesso pesa ancora di più l’effetto smart working dovuto alla chiusura quasi totale degli uffici. In Lombardia, per esempio, ha riaperto il 50-70% di bar e ristoranti, a dirlo è la locale Confcommercio, con un trend in aumento ora dopo ora. Fatti e rifatti i conti Edoardo Maggiori, giovane ristoratore di Milano, si prepara a registrare a fine anno perdite intorno al 70%.
  • Sorveglianza sanitaria estesa alle aziende finora escluse
Durante lo stato di emergenza per Covid-19, la sorveglianza sanitaria dovrà essere messa in atto nei confronti dei dipendenti più a rischio anche dai datori di lavoro che per norma non sono tenuti. Questo è quanto prevede la bozza di decreto legge rilancio, che riguarda sia il comparto privato che quello pubblico.

  • Non autosufficienza, debito sociale: il progetto shock del governo francese
Tra qualche anno, Olivier Véran potrebbe non apparire tanto come il Ministro della Salute che ha dovuto gestire la crisi del coronavirus, quanto piuttosto come l’artefice di un “quinto rischio” per la previdenza sociale, dedicato al finanziamento della non autosufficienza. Secondo le nostre informazioni, il governo si sta preparando a inviare molto presto due fatture alle parti sociali. Essi prevedono una massiccia sconfitta del debito sociale e l’assegnazione di una frazione di CSG alla perdita di autonomia, ogni anno, a partire dal 2024. Questo approccio è stato suggerito dalla necessità di sollevare l’Agenzia Centrale degli Enti di Previdenza Sociale (Acoss), che funge da “banca” per le amministrazioni sociali. Il suo tetto di scoperto autorizzato è stato innalzato lunedì per la seconda volta dall’inizio dell’epidemia e ora raggiunge i 95 miliardi di euro. Non c’è scelta, dato che nei suoi conti si sono accumulati più di 50 miliardi di mezzi di pagamento. Le pensioni o gli assegni familiari devono essere pagati, mentre le entrate della previdenza sociale stanno crollando.