Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

logo_mf

Francia e Germania aprono a un fondo alimentato da debito comune per il rilancio dell’Unione europea, ma con condizioni per i Paesi che dovessero accedervi. Ieri, Parigi e Berlino hanno presentato un piano che contiene fra l’altro la proposta di un Recovery Fund da 500 miliardi di euro. La Commissione europea avrebbe il compito di raccogliere le risorse sul mercato, emettendo debito a nome dell’Ue, e poi di distribuirle fra gli Stati membri e fra i settori economici, in proporzione al danno subito dalla pandemia e «nel rispetto delle priorità europee» fra cui la transizione verde e la trasformazione digitale. Si tratterebbe di trasferimenti e non di prestiti: «i beneficiari del piano di rilancio non dovranno rimborsare gli aiuti», ha sottolineato il presidente francese, Emmanuel Macron in una videoconferenza congiunta con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. La proposta precisa che il fondo sarà uno strumento «straordinario», «temporaneo» e «legato a un piano di rimborso vincolante oltre il prossimo quadro finanziario pluriennale a carico del bilancio dell’Ue».
È stato un aprile molto positivo per i fondi d’investimento specializzati sull’oro, a conferma del ruolo di bene rifugio del metallo prezioso durante le fasi d’incertezza come l’attuale. Come dimostra l’analisi mensile condotta da Fida Ratings, il mese scorso le performance hanno premiato le azioni del settore aurifero con nove fondi presenti nella top 10. Il primato assoluto spetta però all’energia ed è andato al Sisf Global Energy Eur C Eur di Schroder, che ha ottenuto un rendimento mensile del 47%.
La delega da 500 milioni per un eventuale aumento di capitale, che l’assemblea degli azionisti di giugno di Cattolica Assicurazioni sarà chiamata a votare, «è semplicemente una richiesta per dotare il consiglio e il management della flessibilità necessaria in termini di capitale». Lo ha spiegato il direttore generale della compagnia, Carlo Ferraresi, nel corso della presentazione agli analisti dei conti trimestrali chiusi con un utile di 14 milioni (-45%).
Nei giorni scorsi i Lloyd’s di Londra, i più blasonati assicuratori al mondo, hanno fatto sapere che le loro perdite a causa del Coronavirus potrebbero raggiungere 4 miliardi di dollari e per l’intero sistema assicurativo il conto potrebbe arrivare alla cifra monstre di 203 miliardi. Qualche settimana prima era stato colosso americano del brokeraggio, Aon ad annunciare cattivi presagi con il taglio degli stipendi a tutti i suoi dipendenti del 20% (assicurando che non ci saranno licenziamenti) in previsione della pesante recessione economica. In Italia c’è un tema che in queste settimana agita i sonni di assicuratori e broker: la responsabilità civile delle imprese per i dipendenti che dovessero contrarre il virus e la possibilità che, con una semplice polizza infortuni, il cliente sia di fatto assicurato contro il virus. «I rischi di cause legali su entrambi i fronti sono altissimi e le perdite che potrebbero provocare alle assicurazioni italiane potrebbero essere ingenti» dice a MF-Milano Finanza, Luciano Lucca, presidente di Assiteca
Importante divergenza fra i due grandi azionisti francesi del Credito Valtellinese. La si riscontra leggendo il verbale dell’assemblea soci della banca del 24 aprile, il cui piatto forte era rappresentato dall’azione di responsabilità proposta dal cda presieduto da Alessandro Trotter nei riguardi degli ex vertici, il presidente Giovanni De Censi e l’ad Miro Fiordi. Sulla proposta hanno partecipato alla votazione 143 azionisti, portatori di oltre 3,4 miliardi di titoli pari al 49,5% del capitale. I favorevoli sono stati l’88,7%, i contrari l’1% e gli astenuti il restante 10,2%. Tra chi ha votato a favore, oltre ai rappresentanti dei fondi, c’è stata la lussemburghese Dgfd del finanziere francese Denis Dumont, che ha in mano il 5,7% della banca.
  • Assicurazioni, via al polo Intesa Sanpaolo Rbm Salute
Intesa Sanpaolo Vita ha assunto il controllo di Rbm Assicurazione Salute, acquistando per cassa dal gruppo RBHold della famiglia Favaretto il 50% più un’azione al prezzo di 325 milioni. Confermato il piano di incremento della partecipazione fino al 100% del capitale, in modo progressivo dal 2026 al 2029, che avverrà a un prezzo determinato in base al raggiungimento di obiettivi di crescita prestabiliti, secondo una formula mista patrimoniale e reddituale. Con questa operazione, autorizzata dall’Ivass il 16 aprile, il gruppo rafforza la sua posizione nel business salute, cresciuto in Italia del 9,3% nel periodo 2015-19 e con prospettive di espansione per i prossimi anni. La nuova compagnia, che prenderà il nome di Intesa Sanpaolo Rbm Salute, vede la conferma di Marco Vecchietti nel ruolo di ad e dg del primo polo assicurativo nel ramo malattia con 577 milioni di premi e una quota di mercato del 18%. Nella classifica dei gruppi assicurativi Intesa Sanpaolo Vita è il secondo operatore in Italia, con 690 milioni di premi e una quota di mercato del 21,5%. La nuova realtà si rivolgerà sia alla clientela tradizionale composta da fondi sanitari, aziende ed enti pubblici, sia alla clientela retail e imprese di Intesa Sanpaolo. «L’integrazione, oltre a rafforzare il nostro posizionamento come Wealth Management & Protection Company, conferma la volontà di raggiungere la leadership nel business non-motor retail», spiega Nicola Maria Fioravanti, ad di Intesa Sanpaolo Vita, «e di affermare il nostro modello di successo di banca assicurazione nel mercato italiano».

Da oggi tornano le vendite allo scoperto a piazza Affari. La Consob, alla luce della progressiva normalizzazione delle condizioni generali di mercato, ha deciso di sospendere il divieto temporaneo all’assunzione di nuove posizioni nette corte e all’incremento delle posizioni esistenti. In ogni caso l’authority continuerà a monitorare attentamente l’andamento generale dei mercati finanziari. Nel caso in cui le condizioni lo richiedessero, la Consob si farà portatrice di un’istanza per un’azione coordinata a livello europeo. Lo stop era stato introdotto il 17 marzo per un periodo di tre mesi. Col passare del tempo è stata osservata una progressiva normalizzazione delle condizioni generali di mercato, cui tuttavia si è associata una riduzione della liquidità.
Se l’alunno in un compito scritto definisce la maestra «impazzita» e «sclerata» e si spinge fino a scrivere: «Io la rinchiuderei in una casa da ricovero!», la condotta offensiva e denigratoria del minore determina l’insorgenza della responsabilità extracontrattuale in capo ai genitori (cosiddetta culpa in educando). È questo il principio affermato dal Giudice di pace di Conegliano (Tv) con una sentenza depositata il 4 maggio scorso (50/2020). Il magistrato onorario ha anche condannato i genitori dell’alunno, autore della condotta antigiuridica, al pagamento di 1.000 euro di danni alla docente e al pagamento delle spese legali fissate nell’ordine di 1.200 euro, più 131.50 euro per esborsi, 180 euro per spese generali, il 20% per l’Iva e il 4% per i contributi previdenziali.
La sentenza è di particolare attualità perché mette in luce un fenomeno molto diffuso, che consiste in condotte irriguardose da parte degli alunni nei confronti degli insegnanti, troppo spesso tollerate e derubricate in sede disciplinare. E altrettanto spesso giustificate dai genitori.
  • Rbm salute a Intesa Sp per 325 mln
Intesa Sanpaolo Vita ha assunto il controllo di Rbm assicurazione salute, rilevando direttamente per cassa, dal gruppo RbHold della famiglia Favaretto, il 50% più un’azione per 325 milioni di euro. È stato inoltre confermato il piano di incremento della partecipazione fino al 100% del capitale, in maniera progressiva dal 2026 al 2029. Con questa operazione Ca’ de Sass rafforza il proprio posizionamento nel business Salute, cresciuto in Italia del 9,3% tra il 2015 e il 2019 e con ulteriori prospettive di espansione nei prossimi anni. La nuova compagnia, che si chiamerà Intesa Sanpaolo Rbm Salute, vede la conferma di Marco Vecchietti nel ruolo di amministratore delegato della prima realtà assicurativa nel ramo malattia con 577 milioni di euro di premi e una quota di mercato del 18% . Ora Intesa Sanpaolo Vita risulta il secondo operatore in Italia, con 690 milioni di premi e una fetta di mercato del 21,5%. Intesa Sanpaolo Rbm Salute si rivolgerà sia alla clientela tradizionale di Rbm (fondi sanitari, aziende ed enti pubblici), sia alla clientela retail e imprese del gruppo bancario.
  • Cattolica, flessibilità di capitale
La delega da 500 milioni di euro per un eventuale aumento di capitale, che l’assemblea degli azionisti di Cattolica assicurazioni sarà chiamata a votare, «è semplicemente una richiesta per dotare il cda e il management della flessibilità necessaria in termini di capitale»: lo ha spiegato l’a.d. Carlo Ferraresi agli analisti. «Era già stata fatta numerose volte in passato. Ricordiamo che abbiamo qualche opportunità di m&a nel futuro prossimo. Tralasciando per un attimo il discorso Ubi, la cui partita, leggendo i giornali, non mi sembra essersi ancora conclusa, abbiamo anche la possibile estensione della joint venture con il Banco per la rete ex Bpm. La delega all’aumento è solo la possibilità di attuarlo». Su un nuovo accordo di bancassurance con Ubi, il direttore finanziario Atanasio Pantarrotas ha detto che, «se l’ops di Intesa Sanpaolo avrà successo, avremo un altro interlocutore e immagino possa scegliere altre strade, quindi vedremo»

Repubblica_logo

  • Blackrock: le società attente al sociale più resistenti al virus
Dice Blackrock, colosso Usa che investe 7.500 miliardi di dollari, che il crollo peggiore della storia non ha distolto l’attenzione dei clienti dalla “sostenibilità” in Borsa. Il leader dei fondi globale rintraccia una «nuova resilienza»: cosa rende un’azione coriacea a ribassi come quelli (mai) visti col Covid-19? Finora l’aggettivo, in ingegneria usato per testare la resistenza all’urto, è stato declinato in modi vari: buona qualità e scarsa correlazione alla volatilità di Borsa. Ma per il gestore, «nell’attuale crisi, con il suo impatto trasformativo devastante, le aziende che hanno buone relazioni con la comunità o una solida cultura aziendale mostrano performance finanziarie più resilienti». La messe di dati di Blackrock conferma: 51 dei 57 indici sostenibili hanno battuto «i loro ampi parametri di mercato». E i flussi globali di fondi ed Etf nella nicchia sono saliti a 40,5 miliardi di dollari nel primo trimestre, con aumento record di 7,3 miliardi negli Usa. Il crollo del petrolio, e delle major, è solo una ragione parziale.

corsera

  • Il test nelle fabbriche a prova di virus. Chi è infetto non contagia i colleghi
Appena quattro contagiati su 1.518 lavoratori testati al tampone e un’incoraggiante indicazione: «In azienda gli infetti non hanno diffuso il contagio. Pare che le misure di contenimento applicate sotto i capannoni stiano funzionando». A tirare le somme è Michele Mongillo, il medico che ha seguito per la Regione Veneto questo esperimento pilota, il primo a livello nazionale, per capire quale sia il rischio di propagazione del virus nei luoghi di lavoro. «La percentuale di positivi, tutti asintomatici, è decisamente sotto le aspettative. Il che fa pensare che il rischio sia contenuto». L’analisi, coordinata dalla task force veneta antivirus della dottoressa Francesca Russo, dirigente del Dipartimento prevenzione della sanità regionale, ha preso in considerazione 9 aziende di medie e grandi dimensioni dell’area padovana, colpita dal primo focolaio Covid-19, divampato il 21 febbraio a Vo’ Euganeo con il primo decesso nazionale. Otto di queste non hanno mai chiuso i battenti, appartenendo alle categorie dei servizi essenziali. Risultato: in sette (Acqua Vera, 232 lavoratori testati, Luxardo, 60, Maschio, 186, Malvestio, 215, Parker, 89, Sacchettificio Nazionale Corazza, 241, e Brembana & Rolle, 108), tutti i tamponi hanno dato esito negativo. Cioè, nessun dipendente è risultato infetto al momento del tampone. Mentre ce n’erano decine qualche settimana prima, come dimostrano gli esiti dei test sierologici tradizionali, quelli fatti con il prelievo del sangue. Da questi ultimi è risultato che il 3,5% dei dipendenti era stato infatti contagiato senza accusare sintomi e ha superato la malattia sviluppando gli anticorpi. I malati inconsapevoli non hanno quindi infettato quasi nessuno, pur continuando a lavorare.
  • La responsabilità per chi si ammala. Salve le aziende che rispettano le regole
Sulla questione della responsabilità del datore di lavoro in caso di contagio del dipendente il governo sembra aver trovato una via d’uscita. La nuova formulazione dice che il «rispetto dei contenuti dei protocolli o delle linee guida (…) costituisce a tutti gli effetti pieno assolvimento dell’obbligo di cui all’articolo 2087 del codice civile», quello che impone al datore di lavoro di adottare le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica del lavoratore. L’azienda che rispetta le regole, con mascherine, rispetto delle distanze, controllo della temperatura e via dicendo è quindi al riparo da ogni responsabilità. Come spiega la relazione tecnica del nuovo testo, «l’attuale fase di ripartenza, avviata nonostante il rischio di contagio sia ancora sussistente, presuppone la definizione del rischio accettabile». E per questo dai «datori di lavoro si può esigere soltanto l’adozione delle misure di contenimento individuate dai protocolli o dalle linee guida» ma «non si può pretendere a posteriori che abbiano fatto di meglio e di più». Uno scudo che il Pd vorrebbe inserire in un emendamento al dl imprese, mentre il M5S vorrebbe limitarsi a una circolare Inail. E che sarebbe valido non solo per le aziende private ma anche per il datore di lavoro pubblico, lo Stato.

  • Effetto Covid-19: dividendi a rischio fino a 500 miliardi