Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali


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Riaperture aziendali ad alto rischio: datori di lavoro in allarme perché temono pesanti sanzioni penali nel caso in cui un loro dipendente si ammali di Covid-19. E attenzione, perché a essere preoccupati non sono solo i negligenti, ma anche i datori «virtuosi» che abbiano puntualmente posto in essere tutte le misure necessarie per contrastare e contenere la diffusione del Covid-19 dettate dai protocolli di sicurezza del 14 marzo e del 24 aprile 2020: infatti, in caso di lavoratore contagiato, l’imprenditore rischia di trovarsi automaticamente intrappolato nelle insidiose morse di un procedimento penale. A evidenziarlo sono i Consulenti del lavoro, attraverso un approfondimento pubblicato il 12 maggio dalla Fondazione Studi che evidenzia l’opportunità di un scudo penale.
E se è indubbio che il rischio, come puntualizzato anche nei giorni scorsi dall’Inail, si risolverà in un’archiviazione laddove venga esclusa la responsabilità del datore, altrettanto sicuro è che quest’ultimo dovrà comunque passare per la spesso non celere fase delle indagini e magari anche per un provvedimento di sequestro.

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Le emissioni di Bot e Btp nei prossimi mesi assorbiranno una quota rilevante degli investimenti. Ma le società del settore possono puntare su nuovi servizi e sugli strumenti per finanziare l’economia reale, come i Pir.
In tempi di coronavirus, protagonisti del risparmio gestito si sono scoperti più simili alle ditte di consegna a domicilio piuttosto che alle compagnie aeree: finora hanno fatto buoni affari, in qualche caso ottimi (per Banca Generali il trimestre che si è chiuso è il migliore dal 2015), in qualche altro, come Azimut, li paradiso stavolta può attendere, anche se secondo il fondatore Pietro Giuliani tutto è sotto controllo. Insomma, la gestione del soldi sfida le leggi di gravità? E soprattutto, durerà?
Il numero uno della divisione Nicola Fioravanti spiega i piani del gruppo dopo l’acquisto di Rbm.
Intesa Sanpaolo guarda già avanti. Dopo l’acquisizione. perfezionatasi nei giorni scorsi. di Rbm, la compagnia specializzata nella sanità, ora il comparto assicurativo della prima banca Italiana è pronto alla nuova sfida: diventare primo nel ramo danni (esclusi i segmenti Rc auto e polizze corporate) entro la fine dei 2021: «Un obiettivo alla nostra portata», spiega Nicola FioravantI, ad di Intesa Sanpaolo Vitae responsabile dell’intera divisione Insurance.

Il decreto Rilancio ha comunque stanziato 3 miliardi e 250 milioni per la Sanità nel suo complesso, di cui un miliardo e 200 milioni per l’assunzione di nuovo personale. Non solo medici. Sono 9 mila e 600 gli infermieri che verranno contrattualizzati. Si investirà di più — come ha scritto Margherita de Bac sul Corriere — per rafforzare le Unità speciali di continuità assistenziale (Usca). La cifra di un miliardo e 400 milioni verrà destinata per raddoppiare le postazioni di terapia intensiva oltre quota 11 mila. La dotazione italiana — come ha spiegato il ministro della Salute, Roberto Speranza — si collocherà così al di sopra della media dei Paesi Ocse. In sostanza, nel 2020, la spesa sanitaria crescerà — se aggiungiamo anche ciò che era stato previsto da provvedimenti precedenti, in particolare il Cura Italia — di quasi 7 miliardi. «In due mesi il governo — commenta Domenico Mantoan, direttore generale della Sanità e del Sociale della Regione Veneto e presidente dell’Aifa, l’agenzia del farmaco — ha dato all’intero settore una cifra  pari a quella stanziata negli ultimi quattro anni. E la metà ce la ritroveremo tutta come spesa corrente. Dunque, il Servizio sanitario nazionale impegnerà poco più di 120 miliardi l’anno. Se poi si dovesse accedere al prestito previsto dal Mes, ci troveremmo a gestire tra Stato e Regioni un capitale cospicuo, enorme. Con quale disegno? Quale l’impatto sul territorio? Quale la garanzia di efficienza nella spesa?».
La crisi sanitaria spingerà molte persone ad accettare la penalizzazione economica prevista da Quota 100 o da altre misure di abbandono anticipato perché una rendita decurtata è meglio di zero reddito.
Ma questo rischia di mettere di nuovo a dura prova il sistema, dove sempre meno cittadini versano contributi.
Un fondo statale per salvare 300 mila aziende dal rischio insolvenza. Uno scudo per tutelare le linee di credito commerciale, da impresa a impresa, coperte dalle compagnie assicurative. La proposta sostenuta da Coface Italia, società attiva nei crediti commerciali e nel risk management, assieme ad altri operatori del settore, ha trovato spazio nel decreto Rilancio varato dal governo. Per la misura sono stati messi a disposizione fino a due miliardi di euro.
In sintesi, il decreto prevede che Sace, società per azioni di Cassa depositi e prestiti, conceda una garanzia sull’assicurazione dei crediti. Con il supporto di Confindustria, Ania, l’associazione delle imprese assicurative italiane, e gli assicuratori hanno proposto uno schema vicino al modello tedesco: «Una garanzia pari al 90% degli indennizzi generati dalle esposizioni relative ai crediti commerciali». Questo permetterebbe di salvaguardare transazioni tra aziende per un valore che va dai 20 ai 35 miliardi di euro nel 2020.

  • Lo sport teme l’alt a 200 grandi eventi
Le finali di Coppa del Mondo di sci alpino? Annullate. Il campionato europeo di calcio? Spostato in avanti di un anno? Il Golden Gala di atletica in programma a Napoli? Forse a settembre si farà. Le final four europee di volley e basket maschile? Rinviate. La Milano-Sanremo di ciclismo? Altro che classica di primavera, quest’anno un calendario completamente rifatto la piazza a sabato 22 agosto. E il mondo dei motori con la Formula Uno, la FormulaE, i rally, la MotoGP? Tra tanti rinvii e qualche cancellazione si conta di (ri)partire in estate. Tutto, o quasi, cambia nell’anno del Covid-19. E lo sport non può che essere coinvolto. Mentre per i campionati nazionali di calcio l’obiettivo è uno sprint pieno di ostacoli per provare a salvare la stagione, ci si misura con le difficoltà legate agli eventi internazionali (230, per quasi 600 giornate-gara) che erano stati programmati nella sola Europa per il 2020. Solo il 13% – rileva uno studio condotto da PtsClas per Il Sole 24 Ore, che fa il punto della situazione al 30 aprile – si era già concluso prima dello stop imposto dall’emergenza sanitaria. Per il resto il 14% degli appuntamenti previsti è stato annullato (ma sembra inevitabile che il numero aumenti), il 50% ha subìto un rinvio e il 23% è in attesa di conferma.
  • Nuovi Pir più flessibili ma sarà decisivo l’accesso del retail
La misura del decreto Rilancio rubricata come «Incentivi per gli investimenti nell’economia reale» è una seria risposta all’esigenza di convogliare il risparmio verso l’economia reale. La norma promuove gli investimenti – sia in capitale di rischio sia in capitale di debito – nel mondo delle società non quotate, tramite la creazione di una nuova forma di Piano individuale di risparmio (Pir) che potrà essere costituito da ciascun contribuente in aggiunta a quello ordinario. Viene meno, quindi, l’unicità dei Pir, con la possibilità per il costituente di duplicare i benefici fiscali (esenzione redditi finanziari e imposta di successione) ad essi sottesi attraverso la costituzione di un Pir ordinario e uno nuovo. La seconda novità è l’ampliamento del novero degli investimenti qualificati e del loro vincolo di concentrazione.