Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Dopo il downgrade dell’Italia l’agenzia Fitch ha tagliato di un livello il rating sulla solidità patrimoniale delle Generali, portandolo da A ad A- con outlook stabile e superiore di 4 notch rispetto ad un livello non investment grade. La decisione è stata giustificata con il recente abbassamento del rating sovrano della Repubblica italiana alla luce del fatto che la qualità del credito di Generali è in gran parte legata al rating italiano vista l’esposizione in Btp pari a circa 62 miliardi. Dopo il giudizio della società di rating Generali ha ribadito la propria solidità patrimoniale aggiungendo peraltro «come l’Agenzia abbia implementato uno stress test legato al presente scenario pandemico Covid-19, i cui risultati avrebbero portato alla conferma del rating di Generali».
Ancora una bacchettata Antitrust contro Compass per i prestiti abbinati in modo forzoso alla stipula di polizze assicurative. Il Garante per la concorrenza contesta alla società finanziaria la mancata ottemperanza della diffida, che imponeva di mettere fine a una pratica giudicata scorretta e considerata alla stregua di «un indebito condizionamento sui clienti». Già lo scorso novembre, peraltro, l’Autorità era intervenuta con una sanzione per 4,7 milioni di euro nei confronti della controllata di Mediobanca. All’epoca il procedimento aveva riguardato anche le società di assicurazioni Europ Assistance Italia, Metlife Europe e Metlife Europe Insurance, i cui impegni presi sono stati tuttavia giudicati sufficienti e tali da chiudere il procedimento senza sanzioni.
Carlo Messina non perde occasione per confermare la tempistica e i termini dell’offerta pubblica di scambio annunciata da Intesa Sanpaolo nel febbraio scorso su Ubi Banca. Soprattutto non esita a rappresentare la crisi sanitaria come un fattore di accelerazione per gli effetti che avrebbe sulla redditività del settore bancario. Nel contesto conseguente all’epidemia da Covid-19 la motivazione strategica dell’offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria sulle azioni ordinarie di Ubi Banca assume ancora «maggiore valenza, in particolare in considerazione delle sinergie – soprattutto di costo – nonché dell’aumento del grado di copertura dei crediti deteriorati e della riduzione dei crediti unlikely to pay e in sofferenza», spiegava ieri la nota diffusa da Intesa in occasione dai dati trimestrali.
Si allarga il cerchio dell’ingarbugliata vicenda dei 26,6 milioni di Btp sottratti a Net Insurance. A essere coinvolta è ora anche la siiq Aedes, che a questo punto potrebbe essere portata in giudizio dalla compagnia di assicurazione. In filo conduttore della vicenda sembra fare capo a Gianluigi Torzi, italiano con società in Inghilterra, il cui nome è emerso in relazione agli affari degli immobili del Vaticano a Londra ma anche alla questione della Popolare di Bari (da cui il manager si è però più volte chiamato fuori). La storia riguarda un pacchetto cospicuo di titoli di Stato che sono misteriosamente spariti dalle casse di Net Insurance prima che, nel 2018, la compagnia assicurativa specializzata nella cessione del quinto fosse rilevata dalla spac Archimede e poi fusa in quest’ultima. Per risolvere la questione l’amministratore delegato di Net Insurance, Andrea Battista, a fine 2019 aveva trovato una soluzione: un accordo con la controparte che, dietro promessa di mantenere il riserbo sul nome, avrebbe restituito a rate i 26,6 milioni entro la fine del 2020. In effetti 8 milioni sono stati restituiti ma nel frattempo il nome della controparte è venuto fuori con la pubblicazione sul sito Internet inglese Law360, nel quale vengono registrate tutte le cause legali aperte nel Paese, della controversia aperta tra Net Insurance e Torzi. E anche il piano di rimborso ha avuto uno stop.
C’è qualcuno che crede che il sistema di protezione sociale, cosiddetto welfare state, resterà lo stesso dopo il Covid-19? Beh, va avvertito che si tratterà di scelta obbligata non di balletto politico. Il Covid-19 non è stato altro che un acceleratore di un processo in corso, intravisto e negato per paura e opportunità, oggi obbligato. Era già crollato tutto. Oggi, sulle macerie, si fanno i conti. I milioni di lavoratori discontinui, professionisti a mille euro al mese, rider, borsisti, precari in senso ampio, non aspetteranno. Non si accontenteranno di dichiarazioni da Bruxelles e di 600 euro per fare la spesa. È cambiato il modello, il paradigma, è cambiato alcuni anni fa, ma si pensava che l’ammortizzatore sociale famigliare avrebbe compensato la crescita dei nuovi poveri fino al momento della transizione a nuovi piccoli borghesi. Il concetto di welfare allargato e integrato è l‘unica via d’uscita. Sostegno dall’inizio del lavoro all’entrata in pensione. Incrocio di sistemi assicurativi, protezioni statali, delle Casse previdenziale per i loro milioni di iscritti.

Lo tsunami borsistico mondiale causato dalla pandemia di Covid-19 è costato caro all’«oracolo di Omaha», com’è stato soprannominato Warren Buffett, quarto uomo più ricco del mondo. La sua holding, Berkshire Hathaway, nel primo trimestre 2020 ha registrato una perdita di 50 miliardi di dollari (46,1 miliardi di euro), secondo quanto ha riportato Le Figaro. Un’enormità, dovuta alla perdita di valore in borsa dell’immenso portafoglio di azioni posseduto da Berkshire Hathaway. Il suo gruppo rivendica un giro d’affari di 250 miliardi di dollari (228 miliardi di euro) e conta all’incirca 380 mila dipendenti, secondo quanto ha riportato Le Monde. Dopo questa emorragia, il miliardario di 89 anni ha annunciato di aver venduto ad aprile, in piena crisi, la quasi totalità del 10%, circa, che deteneva nelle principali compagnie aeree americane (American Airlines, Delta Airlines, Southwest Airlines). Nel 2016 aveva acquistato per 37 miliardi di dollari la società Precision, attiva nel settore aerospaziale.
Nel 2020 il comparto agrituristico italiano ha perso 970 mln di euro, pari al 65% del fatturato. La stima, calcolata da Ismea, è frutto del tracollo della domanda internazionale, prima voce di fatturato per gli agriturismi con un 59% dei pernottamenti complessivi, che si traduce in mancati incassi stimabili in circa 700 mln di euro. Il settore nel 2018 aveva raggiunto la cifra record di 13,4 mln di pernottamenti. Al crollo degli arrivi esteri si aggiunge la caduta della domanda interna a seguito del lockdown, per il quale sono saltati sia il periodo pasquale sia i ponti del 25 aprile e del primo maggio, con effetti stimabili in una perdita di circa 200 mln di euro, pari al 40-50% della quota annua derivante da ospiti italiani.

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  • Italia, Pil a picco Quest’anno -9,5% ripresa nel 2021
L’Italia crolla, con una recessione da Covid 19 più profonda rispetto alla media europea. Se per il gabinetto Conte nel 2020 la nostra economia franerà dell’8%, secondo Bruxelles la recessione arriverà a un picco negativo intorno al 9,5%. Con la conseguenza di portare il deficit oltre l’11% e il debito a un soffio dal 160%. Per una volta l’Italia non sarà maglia nera d’Europa, alcuni Paesi faranno segnare un tracollo economico peggiore del nostro, intorno 10%. L’anno prossimo invece l’economia dell’eurozona farà registrare un rimbalzo positivo del 6,3%. Per l’Italia il dato del 2021 sarà leggermente migliore rispetto alla media dei partner, con una crescita del 6,5%. Performance che si potrebbe facilmente spiegare con le leggi della fisica: più alta la caduta, più alto il rimbalzo. Il tonfo di quest’anno intanto impatterà sul deficit, che secondo la Commissione Ue lieviterà intorno all’11% del Pil, dato superiore al 10,4 previsto dal governo ad aprile, per ripiegare nel 2021 al 5,6%. Rispetto ai calcoli del Tesoro, vengono peggiorate anche la previsioni sul debito: se nel Def si prefigurava un suo aumento fino al 155,7% del Pil, secondo l’Europa a fine 2020 si attesterà leggermente al di sotto del 160% per poi scendere di qualche punto nel 2021 (a Roma stimano fino al 152,7%, a Bruxelles intorno al 155%).
  • Intesa, nel trimestre utile record da 1,15 miliardi e ne accantona altri 1,5
L’effetto-Covid si abbatte anche sui conti (prospettici) di Intesa, che tuttavia stupisce il mercato con un risultato trimestrale in netta crescita, salutato in Borsa con un rialzo del 5,45%. Ieri, la banca guidata da Carlo Messina ha annunciato un utile netto di 1,151 miliardi, in rialzo del 9,6% rispetto allo stesso periodo del 2019 e ben più alto delle stime degli analisti. Questo nonostante un accantonamento lordo aggiuntivo di 300 milioni per anticipare possibili effetti della crisi da Covid sui prestiti. A questo cuscinetto la banca ha destinato anche la plusvalenza del passaggio a Nexi di alcune attività legate alle carte di credito, per un valore lordo di 1,2 miliardi. Dunque, una “scorta” complessiva di 1,5 miliardi, sufficiente e forse persino superiore alle necessità di rettifiche sui crediti. Confermata, invece, la politica di dividendi: il 75% degli utili distribuiti per il 2020 e il 70% l’anno dopo. Ma Messina ha anche confermato l’intenzione di distribuire il dividendo sul 2019 – sospeso come per tutte le banche su indicazione Bce – se verrà meno questa raccomandazione.

  • L’infortunio da Covid preoccupa le imprese
«Dagli associati sento molta preoccupazione e anche tanta amarezza – spiega il presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi – perché ancora una volta emerge la mentalità italiana anti-impresa: siamo tutti arrabbiatissimi». Insoddisfazione legata agli effetti concreti delle nuove regole, che assimilano il contagio da Covid-19, se contratto in azienda, a infortunio sul lavoro e non a malattia. È il risultato del combinato disposto del decreto Cura Italia e delle ultime circolari Inail, che aprono spazio a potenziali profili di responsabilità anche penale per il datore di lavoro che non abbia adottato le misure necessarie a prevenire il rischio-contagio, con reati che possono arrivare a contemplare anche l’omicidio colposo. Anche se la circolare 13 dell’Inail e il vademecum successivo in risposta alle domande più frequenti hanno chiarito che nel caso di lavoratori di imprese estranei alle categorie a maggiore rischio (ospedali ecc…) l’onere della prova sul contagio in azienda non è a presunzione diretta (semplice) e dunque non è l’imprenditore a doversi discolpare, questo non basta a cancellare la preoccupazione. Cruciale sarà comunque il pronunciamento del medico, che davanti alla segnalazione del contagio dovrà dare una prima valutazione sull’eventuale ruolo dell’azienda, parere dirimente per avviare la pratica verso l’Inps (malattia) oppure l’Inail (infortunio).
  • Un miliardo di danni nell’agriturismo
Tra pranzi mancati e soggiorni saltati, quest’anno per gli agriturismi italiani verrà meno un incasso da un miliardo di euro. Una crisi di fatturato senza precedenti, per un comparto che nel 2018 aveva raggiunto la cifra record di 13,4 milioni di pernottamenti. Le stime arrivano dall’Ismea, secondo la quale alla fine del 2020 la perdita per gli agriturismi sarà pari al 65% del reddito previsto per quest’anno. Il dato è il risultato innanzitutto del tracollo della domanda internazionale, prima voce di fatturato per queste strutture, con un 59% dei pernottamenti complessivi. A questo va aggiunta la caduta della domanda interna a seguito del lockdown, che ha fatto mancare gli incassi sia della Pasqua che dei ponti del 25 aprile e del 1° maggio, con effetti stimabili in una perdita di circa 200 milioni di euro, pari al 40-50% della quota annua derivante da ospiti italiani. Infine,sempre da un punto di vista della domanda interna, vanno aggiunti altri 70 milioni di mancati incassi derivanti dalla cancellazione delle visite nelle 1.500 fattorie didattiche, abitualmente prenotate tra aprile e maggio sia dalle famiglie che dalle scuole in gita.
  • Axa. Dalla pandemia impatto significativo
Il gruppo assicurativo Axa si attende «un significativo impatto sul risultato 2020» dalla crisi del Covid-2019. Nel primo trimestre il giro d’affari è risultato in calo del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a 31,7 miliardi di euro. L’indice di Solvency si è attestato al 182%.
  • Generali sconta l’Italia Fitch taglia il rating
Outlook stabile ma merito di credito tagliato. La scure di Fitch si abbatte su Generali come effetto del downgrade dell’Italia. L’agenzia rating ha abbassato ieri il giudizio sul Leone di Trieste portando la valutazione da A- a BBB+ con prospettive stabili. Il provvedimento, ha spiegato Fitch, è legato al fatto che la qualità del credito della compagnia assicurativa è collegato al profilo finanziario del paese data l’esposizione del gruppo sui titoli di Stato emessi dall’Italia. Un’equazione che nel tempo non sembra dunque mutare minimamente, nonostante la compagnia in più occasioni si sia spesa per sottolineare come la relazione non sia così scontata.
  • Net Insurance, Aedes, PopBari e il giallo dei titoli scomparsi
Che relazione c’è tra Net Insurance, Aedes e la Popolare di Bari? Apparentemente nessuna. Ma tra la compagnia assicurativa specializzata nella copertura della cessione del quinto dello stipendio, l’immobiliare e la banca appena commissariata corre un filo rosso, che passa da Londra, Malta e il Lussemburgo, e intreccia prestiti obbligazionari e “garanzie” sparite in una girandola di passaggi dove gli organizzatori replicano sempre lo stesso schema nel far da sponda a società con fame di capitali. Ma andiamo con ordine. Il fil rouge si dipana dalla caccia a 26,67 milioni di BTp svaniti nel nulla. Titoli che Net Insurance, sotto la precedente proprietà della famiglia Amato, aveva messo a disposizione di alcune società lussemburghesi e poi londinesi, con apparente deposito presso una banca internazionale, così ottenendo la sottoscrizione di un bond da 15 milioni di euro. La compagnia ha bisogno di sistemare i ratio patrimoniali, ma non trova di meglio che rivolgersi a un broker molisano basato a Londra, Gianluigi Torzi, finito ultimamente sotto i riflettori per aver trattato per conto del Vaticano l’acquisto dal finanziere Raffaele Mincione dell’immobile londinese di Sloane Avenue, a pochi passi dal Chelsea Cloisters, il residence dove era solito soggiornare Roberto Calvi.

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  • Marsh: ricavi cresciuti del 14% nel primo trimestre
Marsh & McLennan Companies (MMC) ha segnato l’anniversario di un anno dall’acquisizione di Jardine Lloyd Thompson (JLT) con un fatturato consolidato nel primo trimestre di 4,7 miliardi di dollari, con un aumento del 14% rispetto allo stesso trimestre del 2019.
L’utile operativo è stato di 1,1 miliardi di dollari rispetto ai 938 milioni di dollari dell’anno precedente.
L’utile netto è stato di 754 milioni di dollari, o 1,48 dollari per azione diluita, nel primo trimestre. Questo si confronta con 716 milioni di dollari, o 1,40 dollari per azione diluita, nell’anno precedente.
La società non ha riportato alcun impatto dalla crisi del coronavirus nel primo trimestre, ma anticipa gli effetti futuri.

  • La crisi pesa sulla solvibilità di AXA
Martedì il gruppo assicurativo francese ha fornito una panoramica dell’impatto della pandemia sui suoi conti. Senza entrare nel dettaglio dell’evoluzione del suo risultato netto, il peso massimo del settore europeo ha avvertito che avrebbe dovuto subire “in modo significativo” lo shock creato dalle misure di contenimento generalizzate adottate per contrastare il coronavirus. Nell’immediato, il gruppo ha evidenziato un netto peggioramento della propria solvibilità a causa delle turbolenze di mercato di inizio anno. L’indice di solvibilità del Gruppo si è attestato alla fine del primo trimestre al 182%, rispetto al 198% della fine dello scorso anno. Tale peggioramento è dovuto in particolare alle turbolenze sui mercati delle imprese e dei titoli di Stato. “Il bilancio del Gruppo rimane forte in queste condizioni di mercato volatili”, ha dichiarato Thomas Buberl, Amministratore Delegato di AXA, in un comunicato. Sul fronte commerciale, il Gruppo vanta una “buona performance” nel primo trimestre. I ricavi sono cresciuti del 4%, “in particolare grazie ad un contesto di prezzi favorevoli nel settore delle assicurazioni commerciali property-casualty”. I ricavi sono aumentati nelle principali linee di business e in tutte le aree geografiche in cui il Gruppo opera, che sono molto internazionali. L’assicuratore, che mantiene la suspense sul dividendo, ritiene che sia troppo presto per stimare con precisione l’impatto della crisi. Tuttavia, non nasconde il fatto che le sue prospettive rischiano di peggiorare”.

Handelsblatt

 

  • Allianz: il riallineamento strategico non è messo in pericolo dalla pandemia
Il più grande assicuratore europeo ha avuto un anno record. Tuttavia, stanno emergendo gli effetti del coronavirus. Il figlio problematico di Allianz è la linea di assicurazione sui beni. Alla fine di febbraio avevano già lavorato al Piano B nel team organizzativo. Quando il governo tedesco ha spianato la strada alle assemblee generali annuali via Internet a marzo, era chiaro che anche il gruppo avrebbe scelto questa opzione. Il rischio per la salute degli azionisti sarebbe stato troppo grande se si fossero incontrati come al solito nella sala olimpica di Monaco.