Per alcuni paesi sono già disponibili i primi dati ufficiali che incorporano gli effetti iniziali delle misure di contenimento del contagio della Covid-19 sulle principali economie.

Secondo quanto riporta Eurostat – il sistema statistico europeo – nel primo trimestre il PIL complessivo dei paesi appartenenti all’area dell’euro si è contratto del 3,8%; nel trimestre precedente aveva registrato una lieve crescita (+0,1%).

In Francia e in Spagna la diminuzione è stata più pronunciata (-5,2% e -5,8%, rispettivamente; -0,1% e +0,4% nel IV trimestre 2019). Non è ancora disponibile il dato ufficiale della Germania, ma alcuni indicatori puntano a una contrazione di minore entità. 

Il Burea u of Economic Analysis (BEA), l’unita di ricerca economica del Dipartimento del commercio degli Stati Uniti, ha diffuso le stima sull’andamento del PIL americano e delle sue componenti nel primo trimestre del 2020.  Nei primi tre mesi del 2020 l’economia americana si sarebbe contratta dell’1,2% rispetto al trimestre precedente, durante il quale era cresciuta di mezzo punto percentuale. La chiusura della maggioranza dei comparti del commercio al dettaglio si è tradotta in un crollo dei consumi delle famiglie (-2,0%, +0,4% nel IV trimestre 2019); la forte incertezza sull’esito e la tempistica della crisi ha indotto le imprese a posticipare i piani di investimento riducendo in modo consistente anche l’attività di accumulazione di capitale (-1,4%), che già era in sofferenza da alcuni trimestri (-1,5%, -0,3% e -1,6%), prevalentemente a causa delle tensioni commerciali con la Cina. Sul fronte esterno si è registrata una forte caduta delle esportazioni (-2,2%, +0,5% nel precedente trimestre), compensata da una contrazione ancora più profonda delle importazioni (-4,1%, -2,2%). Vari analisti concordano nel valutare questo dato non indicativo della vera portata della crisi, attendendosi un calo fino a 2-3 volte superiore molto più consistente nel trimestre successivo.  

Il 30 aprile anche l’ISTAT ha divulgato le stime preliminari sulla crescita del PIL italiano nel primo trimestre dell’anno in corso. Basandosi sulla valutazione delle dinamiche nelle componenti dell’offerta e su alcuni indicatori congiunturali, l’Istituto stima che la crisi sanitaria legata alla pandemia e le misure di contenimento del contagio hanno determinato una contrazione di “entità eccezionale” già nel I primo trimestre dell’anno.

Nei primi tre mesi del 2020 si stima che PIL italiano, calcolato in termini reali e tenendo conto degli effetti di calendario e della stagionalità, sarebbe diminuito del 4,7% rispetto al trimestre precedente e del 4,8% rispetto al corrispondente trimestre del 2019. La variazione congiunturale aggregata ha sofferto della contrazione del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi.  Sul fronte della domanda, si registrano profonde contrazioni sia nelle componenti private della domanda interna sia nella componente estera netta. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -4,9%.

I mercati finanziari
Il 30 aprile l’indice azionario generale dell’area dell’euro ha registrato un incremento del 3,0% rispetto a 7 giorni prima (-18,7% rispetto a inizio anno); l’aumento prosegue una serie di moderati rialzi – in un contesto comunque di forte volatilità – cominciata a metà marzo che ha permesso di recuperare oltre la metà il crollo registrato subito dopo il lockdown. Tutti gli indici settoriali hanno segnato rialzi di entità diversa nel periodo in esame: bancario, +5,5% (-40,6% da inizio 2020); industriale, +3,3% (-24,9%); assicurativo, +7,0% (-26,1%). 

Venendo al confronto internazionale sulla performance del comparto assicurativo in borsa, in tutti i principali paesi gli indici settoriali hanno registrato rialzi da moderati a forti negli ultimi 7 giorni: l’indice italiano è cresciuto del 7,1% (-26,1% dal 1° gennaio 2020); +6,2% nel Regno Unito (-27,4%); +10,0% in Francia (-35,3%); +6,0% in Germania (-20,9%).

Fonte: ANIA

pandemia Covid-19