Oltre 120 mila imprese sono a rischio fallimento. Senza la moratoria sui debiti le iniezioni necessarie per evitare una grossa crisi di liquidità per le imprese oscillano tra 42 e 107 miliardi di euro. Mentre, con l’utilizzo della moratoria, servirebbero tra i 30 e gli 80 miliardi. Sono le cifre previste dal Cerved, per contrastate la caduta di ricavi causati dall’emergenza sanitaria, che secondo le stime, si prospetta del 18%, tra 2020 e 2019, con una perdita del fatturato per le imprese che potrebbe arrivare a 640 miliardi tra 2020 e 2021.
Nell’ipotesi in cui l’emergenza termini a giugno 2020 (c.d. soft), senza la moratoria sui debiti, potrebbero entrare in crisi di liquidità circa 124 mila imprese italiane, con perdite nei ricavi stimate a circa il 7,4% nel 2020, pari a circa 220 miliardi nel 2020 rispetto ad uno scenario senza epidemia.
Se invece si prospetta uno scenario hard, con la durata prolungata dell’epidemia fino alla fine del 2020, il numero di imprese in fallimento salirebbe a 176 mila a fine anno.
In questo caso, la caduta dei ricavi nel 2020 sarebbe pari al 17,8% rispetto al 2019, per una perdita di 470 miliardi rispetto le previsioni senza il Covid-19.
Con un pieno utilizzo della moratoria sui debiti, in caso di ripartenza a giugno 2020, si prevede il fallimento di circa 26 mila società in meno, per un totale di circa 100 mila società in crisi, di cui oltre 60 mila fallirebbero tra marzo e aprile. Mentre, la durata prolungata dell’emergenza rischia di far fallire circa 145 mila imprese (30 mila in meno rispetto all’ipotesi senza moratoria).
Per evitare la crisi delle imprese, sotto l’ipotesi di moratoria sui debiti, nello scenario soft sarebbero necessari circa 30 miliardi di euro tra marzo e agosto, con un ulteriore supporto di massimo 8 miliardi a giugno. Le cifre da immettere nel sistema aumentano, se si volesse ripristinare la liquidità di partenza delle imprese e se si considerano le società che sarebbero entrate in crisi anche senza l’emergenza sanitaria.
Nello scenario hard le iniezioni per salvare tutte le imprese ammonterebbero a 80 miliardi: ai 30 miliardi spesi tra marzo e agosto previsti per lo scenario soft, se ne dovrebbero aggiungere altri 50 miliardi a sostegno delle imprese fino ao fine 2020.
Senza la moratoria sui debiti le iniezioni necessarie salirebbero rispettivamente a 42 e 107 miliardi.
Inoltre, in entrambi i casi, il costo sociale di questi fallimenti sarebbe importante: i lavoratori a rischio sarebbero 2,8 milioni nello scenario soft e 3,8 milioni in quello hard.
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