di Michele Damiani
Multe nel caso di offese ai professionisti sanitari. Aggredire un operatore del Ssn potrà configurare un’aggravante di reato. Fino a 16 anni per lesioni a danno di medici, infermieri e altro personale. È quanto previsto dal disegno di legge recante «disposizioni in materia di sicurezza gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni», approvato ieri dalla Camera in seconda lettura con alcune modifiche rispetto al testo uscito dal palazzo Madama. Tra queste, è stato tolto l’obbligo delle strutture sanitarie di costituirsi parte civile nel caso di aggressioni nei confronti di componenti del loro personale.
Il testo, composto di 11 articoli, prevede una serie di misure a tutela dei professionisti sanitari, in particolare per quanto riguarda le aggressioni e le violenze subite. Le disposizioni riguarderanno tutte le professioni sanitarie come definite dalla legge 3/2018 (dai medici agli infermieri, ai tecnici sanitari).
Viene modificato il codice penale: commettere violenza nei confronti di un operatore sanitario sarà un’aggravante di reato; le condanne per lesioni gravi saranno da 4 a 10 anni, mentre per lesioni gravissime da 8 a 16. Tutele anche nei confronti dei comportamenti non violenti ma aggressivi: ingiurie e offese potranno essere punite con una multa che va da 500 a 5 mila euro. I reati di violenza o di percosse contro medici, infermieri ecc diventerò inoltre procedibile d’ufficio
Le disposizioni riguarderanno anche chiunque effettua attività di assistenza e di cura. Verrà istituito un «Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie», in seno al Ministero della salute, per monitorare il fenomeno. Rispetto al testo del Senato, come detto, salta l’obbligo delle strutture sanitarie di costituirsi parte civile nel caso un proprio dipendente subisse un’aggressione o una violenza.
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