di Andrea Giacobino
Importante divergenza fra i due grandi azionisti francesi del Credito Valtellinese. La si riscontra leggendo il verbale dell’assemblea soci della banca del 24 aprile, il cui piatto forte era rappresentato dall’azione di responsabilità proposta dal cda presieduto da Alessandro Trotter nei riguardi degli ex vertici, il presidente Giovanni De Censi e l’ad Miro Fiordi. Sulla proposta hanno partecipato alla votazione 143 azionisti, portatori di oltre 3,4 miliardi di titoli pari al 49,5% del capitale. I favorevoli sono stati l’88,7%, i contrari l’1% e gli astenuti il restante 10,2%. Tra chi ha votato a favore, oltre ai rappresentanti dei fondi, c’è stata la lussemburghese Dgfd del finanziere francese Denis Dumont, che ha in mano il 5,7% della banca. A sorpresa, invece, fra gli astenuti è comparso Credit Agricole Assurances, emanazione dell’istituto d’oltralpe possessore del 5% del capitale della banca italiana. Tra i voti contrari, ovviamente, quello degli oltre 10 milioni di azioni in mano a Fiordi, ma anche quello dei 24,6 milioni di titoli in possesso della Fondazione Lambriana Attività Religiose e Caritative, espressione della Diocesi di Milano. La cosa non stupisce gli addetti ai lavori, perché il Credito Valtellinese proprio sotto la presidenza De Censi ha assorbito il Credito Artigiano, banca milanese vicina alla Curia meneghina e inoltre l’ex presidente del Creval è stato uno tra i rappresentanti della finanza cattolica tanto da aver fatto parte del consiglio di sovrintendenza dello Ior. (riproduzione riservata)

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