L’impatto sull’economia dell’epidemia di Coronavirus potrebbe avere analogie con quanto osservato nella crisi ’73-’74: “le strozzature nella produzione indotte dalle misure di contenimento e la frammentazione delle catene globali del valore, causata della diffusione a livello mondiale del contagio, potrebbero esercitare spinte al rialzo sull’inflazione, attenuando le pressioni di segno opposto indotte dalla caduta della domanda aggregata e dal tracollo del prezzo del petrolio. Lo sottolinea Bankitalia in una pubblicazione sulla sfida per le previsioni al tempo del coronavirus.

Secondo Via Nazionale, “un modello stimato su dati con una struttura di correlazione diversa potrebbe perciò fornire previsioni distorte, se tali eventualità non vengono esplicitamente tenute in considerazione.

Per queste ragioni, Bankitalia ritiene “inevitabile” che le previsioni di medio termine combinino sia le indicazioni provenienti dal modello econometrico, che sfruttano le correlazioni tra variabili osservate

in storia, sia valutazioni discrezionali, che consentono di tenere conto di tutte le informazioni disponibili. Queste due componenti sono sempre presenti nell’attività previsiva, ma in questo frangente il peso della seconda sarà inevitabilmente superiore a quello che solitamente le viene attribuito.

Il coronavirus, mette in evidenza palazzo Koch, “è una sfida anche per chi fa previsioni: è difficile prefigurare l’evoluzione del contagio, non ci sono ancora informazioni statistiche affidabili, ci sono meccanismi economici nuovi a causa della pandemia”. Nonostante queste difficoltà i dati sulla fiducia e le aspettative di famiglie e imprese e quelli relativi al mercato del lavoro mostrano che “i costi economici e sociali della pandemia saranno enormi”.

Tra i fattori che rendono più difficile fare previsioni sull’economia – oltre alla mancanza di informazioni da incertezza sull’efficacia delle politiche sanitarie e di distanziamento sociale – Via Nazionale indica la dimensione, la durata e la diffusione geografica dello shock; la compresenza di shock di domanda e di offerta, da cui dipendono le relazioni tra le principali variabili economiche, in particolare crescita e inflazione; la molteplicità dei canali di trasmissione attraverso cui gli effetti della pandemia si trasmettono all’attività produttiva.

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