Confimprese, l’associazione delle imprese del commercio a rete, ha chiesto ai propri legali di intervenire nei confronti del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ivass per mettere in evidenza le forti criticità scatenate dell’emergenza pandemica che hanno fortemente penalizzato il sistema delle MPMI (microimprese, piccole e medie imprese).

L’associazione guidata da Mario Resca, che oggi rappresenta 350 brand commerciali, 40mila punti vendita e 700mila addetti, sostiene che l’emergenza sanitaria ha aperto nuovi scenari per il mercato assicurativo, con conseguenti legittime istanze da parte degli assicurativi.

L’istanza presentata dai legali di Confimprese evidenzia come l’attività dei comparti turistico-alberghiero e della ristorazione, gravemente penalizzati dalle chiusure decise dal Governo, siano di fatto rimaste senza alcuna entrata economica, continuando però a pagare in questo periodo polizze dai costi proibitivi, a fronte una probabilità di rischio nulla, vista la chiusura totale o parziale di queste attività. “Pensiamo agli alberghi, ai B&B, e ai ristoranti vuoti, vale lo stesso discorso anche per stabilimenti balneari e bar. Alla luce di tutto questo, il sistema delle assicurazioni deve adeguarsi alla nuova situazione, visto l’evidente crollo del rischio”.

Il premio assicurativo è calcolato sulla base del rischio assunto dall’assicuratore, a fronte di un’analisi imparziale e personale di una serie di fattori, tra cui vanno annoverati a titolo esemplificativo le previsioni sulla frequenza e sul costo medio dei sinistri, oltre a ipotesi demografiche e finanziarie. “Nel corso della fase precontrattuale, il distributore è tenuto a verificare le esigenze e le richieste del contraente al fine di individuare il prodotto più adatto e coerente con le necessità da questo manifestate”.

Alla luce di queste considerazioni e anche in virtù degli artt. 1897 e 1898 c.c., Confimprese Italia chiede “un’equa rivalutazione dei prodotti assicurativi e la rinegoziazione dei termini contrattuali, che tengano conto del fatto che il rischio dichiarato in fase di stipula del contratto non corrisponde più al rischio reale, ed altresì che le imprese si vedono impossibilitate a sostenere costi divenuti eccessivamente gravosi a causa di un evento sopravvenuto ed oggettivamente imprevedibile. Per questi motivi è auspicabile anche un sinergico confronto tra i vari protagonisti dello scenario assicurativo, volto a conformare le politiche e le linee guida del comparto assicurativo alle contingenti complessità del nuovo contesto socio-economico, onde evitare il pericolo di storture che possano pregiudicare la tutela assicurativa dei cittadini, assicurati e danneggiati, e finanche la stabilità finanziaria del sistema”.

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