Nonostante gli effetti economici della pandemia, Cattolica assicurazioni ha archiviato il primo trimestre con numeri positivi. La raccolta premi complessiva è migliorata del 2,8% su base annua a 1,549 miliardi di euro. Nel business Danni diretto si è riscontrata una flessione dell’1,9%. L’aumento della raccolta Vita è stato del 4,9%, con una forte incidenza delle unit linked (28,7% sul totale). Il combined ratio è migliorato al 92,6%. Il risultato operativo ha segnato un deciso incremento del 20,5% a 72 milioni e il roe operativo si è attestato al 7,4%. L’utile netto di Gruppo, pari a 14 milioni, è sceso del 45,9% a causa di svalutazioni su investimenti nel settore azionario e su alcuni fondi comuni. L’utile adjusted è diminuito del 38,3% a 18 milioni.
A seguito del lockdown si è verificato un forte calo della nuova produzione soprattutto nel Vita. A partire dalle settimane centrali di marzo, e fino all’inizio di maggio, si è assistito a un -45,1% nella nuova produzione Auto, a -61,6% nel Non auto e a -81% nel Vita. Al tempo stesso si è riscontrata una flessione nelle denunce dei sinistri in quasi tutti i rami, particolarmente in quelli Auto dove in alcune settimane la contrazione è arrivata all’80%. I riscatti Vita sono diminuiti del 76% rispetto ai primi due mesi dell’anno. Tuttavia, a partire dall’ultima settimana di aprile, si è assistito a un parziale recupero, con la nuova produzione Auto in crescita rispetto alla media delle settimane precedenti (+23%) e quella Vita a +10%.
«I risultati confermano la resilienza del gruppo di fronte a eventi eccezionali», ha sottolineato il direttore finanziario Atanasio Pantarrotas. «Il trimestre è stato caratterizzato da una crescita della raccolta del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e da un calo della sinistralità, in particolare nei rami Auto. Il risultato operativo risulta in crescita del 20,5%. Al termine di una fase di elevata volatilità dei mercati l’utile netto di gruppo si attesta a 14 milioni, per effetto di svalutazioni su investimenti, e si registra la tenuta della solidità patrimoniale, con un Solvency-II ratio pari a 1,47 volte il requisito regolamentare. A oggi, pur consapevoli dei numerosi rischi legati alla pandemia, fatti salvi ulteriori eventi straordinari, confermiamo un risultato operativo a fine anno compreso fra 350 e 375 milioni».

Siglata la pace con i soci dissidenti
Pace fatta tra il cda della compagnia veronese e i dissidenti. Il cda ha approvato in via definitiva, con il voto contrario dell’ex a.d. Alberto Minali, le proposte di modifiche statutarie che verranno sottoposte all’assemblea straordinaria del 26 giugno (27 in seconda convocazione). I contenuti riprendono la totalità di quelle approvate dal board il 20 marzo, con alcune aggiunte.
Le riforme riguardano diversi elementi: la riduzione del numero degli amministratori da 17 a 15; l’aumento da uno a due dei rappresentanti della lista di minoranza; la possibilità che l’amministratore delegato possa non avere la qualità di socio; l’introduzione di criteri (di genere, esperienza e professionalità oltre che anagrafici) «per assicurare una più articolata e trasparente diversity nella composizione del consiglio e altresì un equilibrato, prospettico ricambio professionale e generazionale»; la specificazione del requisito di indipendenza, individuando talune situazioni che potrebbero incidere ai fini della valutazione della sussistenza del requisito, in particolare un’anzianità di carica temporalmente significativa; l’introduzione di un limite temporale di tre mandati continuativi per l’eleggibilità alle cariche di presidente e vicepresidente; una più precisa configurazione delle funzioni in capo all’a.d. e dei flussi informativi endoconsiliari; la previsione che spetta all’assemblea la determinazione di un tetto complessivo di compensi per gli amministratori, fatto salvo quello del capoazienda.
I soci Francesco Brioschi, Massimiliano Cagliero, Giuseppe Lovati Cottini, Credit Network & Finance e SH64, che avevano richiesto una convocazione di assemblea straordinaria con all’ordine del giorno una proposta di varie modifiche dello statuto, hanno dichiarato di rinunciare alla loro richiesta, «apprezzando e condividendo l’esigenza che all’assemblea venga portata in approvazione una sola proposta di riforma dello statuto come definita e licenziata dal cda, dopo le opportune interlocuzioni, sia per chiarezza verso i Soci sia nel superiore interesse della società».
«Con grande soddisfazione il consiglio di Cattolica propone ai soci un nuovo passo in avanti nel processo di riforma dello statuto della società, per adeguarlo alle novità del codice di autodisciplina e alle migliori esperienze del mercato e della governance», ha dichiarato il presidente Paolo Bedoni. «È un processo di costante riforma del nostro statuto avviato da anni e che nel 2018 ha avuto significativi aggiornamenti, con l’adozione del sistema di amministrazione e controllo monistico. Esprimo, anche a nome del cda, il compiacimento per la decisione di alcuni soci che, contribuendo all’affinamento della proposta, hanno ritirato la richiesta di assemblea straordinaria».

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