Lo strumento di garanzia statale per l’assicurazione dei crediti commerciali a breve termine, contenuto del decreto rilancio, è indispensabile alle aziende italiane per mantenere il loro livello di competitività a livello mondiale. Lo sostiene Willis Towers Watson sulla base dell’analisi condotta sul mercato assicurativo nazionale e sul raffronto con le esperienze analoghe in alcuni altri Paesi dell’Unione Europea.

“Lo strumento di garanzia statale contenuto nel Decreto consente alcuni importanti benefici, tra cui la stabilizzazione, fino a fine anno, di un importo di transazioni commerciali compreso tra 20 e 35 miliardi di euro, il supporto alla liquidità delle aziende italiane, anche attraverso lo smobilizzo dei crediti commerciali da parte del sistema bancario e delle società di factoring e il contenimento della prevista contrazione del PIL sul 2020 e 2021 rispetto al 2019” spiega Claudia Messori, Head of Credit Financial Solutions di Willis Towers Watson.

Il rischio di credito commerciale infatti si intensifica e si inasprisce in questo particolare contesto di fragilità dei mercati. L’azienda, attraverso la propria attività di brokeraggio assicurativo, ha evidenza del calo dei fatturati assicurati nel primo trimestre di moltissime aziende italiane appartenenti ai più svariati settori – eccetto l’industria agroalimentare e il settore farmaceutico, e di un aumento della sinistralità, destinata a crescere in maniera significativa nei prossimi mesi. La riduzione delle vendite potrebbe persistere per tutto il 2020, mentre per il 2021 il contesto è tuttora troppo incerto per previsioni attendibili. Alcuni settori stanno, inoltre, registrando un forte calo del fatturato anche a causa del basso prezzo delle materie prime, col maggiore impatto che al momento ricade sull’oil & gas.

In moltissimi casi, le esposizioni di molti assicurati verso i propri debitori affidati dalle compagnie assicurative è diminuita; queste ultime dovranno agire tempestivamente quando sarà necessario, post-crisi COVID- 19, procedere con un aumento degli affidamenti sulle controparti con rischio medio ed oggetto oggi di riduzioni. Le aziende assicurate contro il rischio credito dopo la crisi del 2008-2009 e fino alla fine del 2019, si sono abituate a vedersi ridurre di anno in anno il premio assicurativo (a parità di rischio) essendo in una fase di soft market. Considerato lo scenario, senza ombra di dubbio ora siamo entrati in una fase di hard market e per il new business Willis Towers Watson un rialzo del pricing da parte delle compagnie e la formulazione di importanti richieste di riforme contrattuali mediante aumenti dei tassi di premi e inserimenti di correttivi al fine riequilibrare gli andamenti tecnici e remunerare il maggior rischio anche a fronte delle riduzioni consistenti dei fatturati assicurati previsti per il 2020.

Infine, secondo l’azienda, il factoring, ossia la cessione di crediti commerciali tramite fattura, potrebbe assumere un ruolo di prominenza nella ripartenza dell’economia, dato che la situazione di profonda crisi attualmente vissuta dall’economia italiana aumenta la probabilità di insolvenza delle imprese, rendendo sia l’erogazione di prestiti che l’assicurazione dei crediti estremamente più rischiose per gli istituti privati. Per questa ragione è fondamentale che lo Stato abbia attuato la garanzia pubblica sia sul credito di emergenza sia sul credito assicurato, come peraltro già fatto con risultati positivi in Francia e Germania, fin dalla precedente crisi del 2008-2009.

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