La compagnia assicurativa bolognese sta elaborando prove di fattibilità per verificare l’utilizzo della tecnologia collegato al core business. Attività affidata alla controllata Leithà
di Andrea Montanari

Il futuro del business assicurativo passa dall’applicazione della tecnologia blockchain alle polizze? Così pare. Almeno leggendo tra le pieghe del verbale dell’assemblea di UnipolSai dello scorso 30 aprile. Perché il gruppo bolognese guidato da Carlo Cimbri ha, in qualche modo, aperto a questa possibilità. E lo ha fatto non durante l’assise dei soci e il question time in sala. Ma rispondendo alle domande che un paio di piccoli soci hanno inoltrato in formato elettronico.
In particolare, spulciando il documento spunta un quesito, il numero 41, formulato da un piccolo socio che domanda alla società se vi sia un investimento «nel ramo blockchain, paragonabile al servizio internet di 20 anni fa». E se il quesito pare scolastico o elementare è nella risposta fornita dall’azienda emiliana che si trova un indizio dell’interesse concreto per questa tecnologia.
«Il gruppo, tramite la controllata Leithà, specializzata in AI (intelligenza artificiale) e BigData, segue gli sviluppi della tecnologia blockchain/Distributed Ledger. Nell’ambito di tale attività, sono in corso alcune prove di fattibilità per verificare l’utilizzo e l’utilità di tale tecnologia». Quali saranno i risultati della sperimentazione ancora non è dato saperlo, ma l’apertura è importante. Ovviamente, tutto è legato allo sviluppo del core business di UnipolSai.

Nulla, insomma, a che vedere con bitcoin o criptovalute. Ma resta il fatto che Cimbri e i suoi manager valutano con attenzione le potenzialità della blockchain.
Ma cosa fa questa Leithà? La piccola società controllata dal colosso assicurativo di Bologna è specilizzata in progetti di ricerca per sperimentazione di soluzioni informatiche innovative per il gruppo di riferimento. A gestirla sono il presidente Roberto Giay, affiancato dal vice presidente Enrico San Pietro e dall’amministratore delegato Renzo Giovanni Avesani che riveste anche il ruolo di chief risk officer e chief innovation&economist officer dello stesso gruppo Unipol . Leithà garantisce servizi alla stessa compagnia quotata e alle controllate Auto Presto&Bene, Linear e Unisalute e ha chiuso il 2018 con un fatturato di poco superiore ai 5 milioni e un utile netto di 127mila euro.
Va detto che già all’inizio dello scorso anno, il settore assicurativo italiano si era fatto promotore di un progetto di innovazione tecnologico-digitale con il lancio della prima soluzione blockchain per migliorare il servizio nella valutazione dei rischi destinata al mercato assicurativo italiano corporate.
In particolare, un gruppo di compagnie (Generali Global Corporate & Commercial Italia, Aig Italia e UnipolSai) e di broker (Aon e Willis Towers Watson), col supporto del centro di Blockchain Distributed Ledger Technology di Capgemini Italia, avevano realizzato una piattaforma per la distribuzione, condivisione e sincronizzazione dei dati di rischio in modo sicuro e efficiente. (riproduzione riservata)

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