L’appeal fiscale resta uno dei punti di forza delle polizze Vita tradizionali, ma tassi ai minimi e nuove regole prudenziali sui bilanci costringono le compagnie a rimodulare l’offerta puntando sempre più sulle multi-ramo (che combinano le unit linked del ramo III e gestioni separate del ramo I) e meno sui contratti puri di ramo I, mentre le unit linked hanno un andamento di raccolta altalenante legato alla dinamica dei mercati perché hanno come sottostanti fondi o sicav (mentre le ramo I hanno il capitale garantito e investono prevalentemente in obbligazioni e per questo sono apprezzate in un momento di mercato incerto come l’attuale). Le polizze a premio unico hanno continuato a rappresentare la scelta privilegiata dei contraenti e questo si spiega con il bacino che attira maggiormente le polizze Vita, ovvero investitori con elevate disponibilità che preferiscono investire una tantum, a differenza del mondo dei fondi dove i piani di accumulo sono più frequenti. Intanto sul fronte della trasparenza tra il 2018 e l’inizio di quest’anno la normativa europea e italiana ha fatto passi avanti per dare informazioni più chiare ai risparmiatori.
A loro vantaggio le polizze Vita hanno più di una virtù: da una parte (quasi sempre) offrono agli investitori buoni rendimenti (le gestioni separate nel 2018 hanno reso in media un 2-2.5% netto), consentono di proteggersi dai rischi legati alla vita delle persone e per di più sono un asset che resta al di fuori dell’asse ereditario -caratteristica utile quando si vuole destinare patrimonio a soggetti specifici- , oltre ad avere appeal fiscale (sempre nel caso delle gestioni separate). Tutte qualità delle polizze Vita che evidentemente piacciono molto agli italiani, che negli ultimi anni hanno continuato a sottoscrivere con fiducia questi prodotti che sono arrivati a rappresentare quasi il 16% dei loro risparmi complessivi. Solo qualche anno fa la loro incidenza era decisamente più contenuta: meno del 4% nel 1997 e pari al 10% del 2009.
Un nuovo strumento a disposizione del pubblico e degli addetti ai lavori. E l’Osservatorio sul Risparmio Assicurativo realizzato da MF-Milano Finanza in collaborazione con Assinews, la piattaforma informativa specializzata di Class Editori, che sarà pubblicato nell’edizione cartacea del newspaper e su milanofinanzait. Si tratta di un’estensione al mercato del risparmio assicurativo delle analisi presenti da anni nella sezione «Occhio ai Titoli» riferita alla recensione di obbligazioni, Etf e certificati. Le analisi e le comparazioni saranno anche consultabili a livello di database e riprese su Classcnbc Saranno dapprima analizzati la strutturo di ciascun prodotto e gli aspetti connessi alla componente assicurativa, per poi passare alle caratteristiche legate alla gestione finanziaria dei prodotti assicurativi del ramo Vita.
Visto quasi sempre come un settore difensivo, l’healthcare potrebbe in realtà rivelarsi come uno dei grandi driver per un portafoglio (sempre ben bilanciato si intende). Soprattutto perché resta uno dei settori maggiormente legato all’innovazione tecnologica. Come ha spiegato Alex Gold, portfolio manager del FF Global Healthcare Fund Fidelity International «abbiamo allocato circa il 40% del fondo su imprese di Medical Technology che hanno prospettive di crescita migliori, guadagnando in visibilità e in ritorni positivi rispetto alle società large cap nell’ambito farmaceutico e biotecnologico». Scelta coniugata all’attività di stock picking. «La performance del fondo è incrementata del 21% (al netto delle commissioni) rispetto, invece, agli indici dedicati all’healthcare a livello globale e di mercato che sono cresciuti solo del 14%. Il driver principale è stata l’attività di stock picking con approccio bottom-up laddove la filosofia di investimento del gestore, focalizzata sull’acquisto di società di qualità, ha ripagato».

Generali non rifinanzierà 1,25 miliardi di euro di indebitamento senior in scadenza a gennaio 2020 nell’ambito del piano di riduzione del debito previsto dalla strategia triennale: lo ha annunciato la compagnia in occasione dell’evento Exploring Generali svoltosi a Londra. Assieme alla riduzione di 250 milioni di debito subordinato nel 2019 già comunicata, questa iniziativa permetterà di raggiungere nel 2020, quindi con un anno d’anticipo rispetto ai programmi, il limite inferiore della forchetta target di taglio dell’indebitamento che il Leone aveva ipotizzato nel novembre scorso. Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Philippe Donnet e presieduto da Gabriele Galateri ha inoltre presentato un nuovo scenario di stress sui mercati finanziari, che conferma la solidità patrimoniale della compagnia assicurativa.
Si è svolta ieri a Milano l’edizione 2019 di Spazi Aperti, la giornata dedicata alle famiglie dei dipendenti di Allianz Italia cui hanno aderito oltre 1.700 partecipanti tra genitori e figli. La compagnia assicurativa guidata dall’a.d. Giacomo Campora ha coinvolto in tutto 2.200 persone anche nelle sedi di Trieste, Torino e Roma. Negli spazi di gioco allestiti per l’occasione nella sede di CityLife il tema dominante di questa edizione è stato il mondo delle nuove tecnologie informatiche, tra laboratori e giochi.
Aci e Sara Assicurazioni lanciano al 102° Giro d’Italia la campagna di sensibilizzazione verso gli utenti della strada vulnerabili, pedoni e ciclisti con l’hashtag #rispettiamoci. In tutte le tappe del Giro, l’Automobile Club d’Italia e gli istruttori del Centro di Guida Sicura Aci-Sara di Vallelunga illustreranno un decalogo con consigli e indicazioni per automobilisti e ciclisti chiamati a condividere la strada in sicurezza. Sara Assicurazioni presenterà i nuovi servizi di assistenza e tutela, espressamente studiati per chi va in bici.
Vittoria assicurazioni, attraverso un’operazione di buyout, ha ceduto l’80% delle quote della controllata Gestimmobili a Maurizio Monteverdi e Filippo Peschiera, che hanno rilevato rispettivamente il 44 e il 36% del capitale. Sono stati inoltre definiti nuovi contratti di servizi immobiliari pluriennali in riferimento agli immobili posseduti sempre dal gruppo. L’obiettivo è realizzare una trasformazione dell’asset allocation del settore immobiliare in diversi comparti tipologici, alla luce di un nuovo indirizzo strategico più orientato al rendimento da locazione stabilizzato. La consistenza delle masse gestite ammonta a circa 700 milioni di euro.
L’infortunio per rimozione protezioni ad opera dell’addetto non determina automatica responsabilità omissiva del datore di lavoro. Lo ha affermato la Corte di cassazione sez. penale che con sentenza n. 20833 del 15/5/19 ha ritenuto esente da responsabilità per violazione del dl 81/2008, art. 71 (che fa obbligo all’imprenditore di verificare la sicurezza delle macchine introdotte nella propria azienda e di rimuovere le fonti di pericolo) il direttore generale di un’azienda, allorché non sia fornita la prova che il medesimo era a conoscenza del fatto che i lavoratori procedevano, in modo non episodico, ad eseguire le lavorazioni senza la protezione della quale la macchina era corredata. Nel corso del giudizio era emerso – dalle dichiarazioni dello stesso infortunato – che la rimozione della protezione era eseguita con modalità tali da non essere notati dal personale preposto al controllo, che non avrebbe tollerato tale condotta. Ciò avrebbe peraltro dimostrato che in azienda vi erano procedure e personale preposto alla vigilanza, per garantire l’espletamento «in sicurezza» delle lavor

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  • Generali, meno debito cedute le polizze della filiale inglese
Prosegue il piano di riduzione del debito per Generali. La compagnia ha annunciato che non rifinanzierà 1,25 miliardi di indebitamento senior in scadenza a gennaio 2020. «Questa iniziativa — si legge in una nota — congiuntamente alla già comunicata riduzione di 250 milioni di debito subordinato nel 2019, permetterà di raggiungere già nel 2020 il limite inferiore della forchetta-obiettivo di riduzione del debito» previsto nell’ambito del piano triennale al 2021, quando era stato ipotizzato un taglio di 1,5-2 miliardi. A Londra per una giornata di incontri con gli investitori, il Leone di Trieste ha anche annunciato la cessione del portafoglio Vita della propria filiale locale, costituito da polizze del valore di 680 milioni di euro, a una società controllata da Reinsurance Group of America.
  • Le compagnie cinesi “Boeing deve risarcirci per lo stop al 737 Max”
Nel momento di massima tensione sui dazi commerciali, la Cina torna all’attacco degli Stati Uniti. E stavolta è un attacco dal cielo. Le 13 principali compagnie aeree cinesi chiedono un risarcimento al produttore Boeing. Lamentano danni per 597 milioni di dollari perché costrette a fermare 96 apparecchi, modello Boeing 737 Max. Lo stop è arrivato — in Cina come nel resto del mondo — dopo che l’incidente di un 737 Max ad Addis Abeba (il 10 marzo 2019) ha fatto 157 morti, di cui 8 italiani. Intanto la Sec — la Consob americana — sta verificando se la Boeing abbia correttamente informato i suoi azionisti sui problemi del 737 Max dopo il primo incidente (di ottobre 2018). Non solo. La Sec — scrive l’agenzia Bloomberg — vuole anche che i bilanci della Boeing riflettano adeguatamente gli impatti potenziali che la situazione avrà sul conto economico dell’azienda.

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  • Weinstein, alle vittime 44 milioni
Il primo conto, provvisorio, di «MeToo» ammonta a 44 milioni di dollari. È la cifra che Harvey Weinstein si prepara a versare per chiudere 15 cause civili, incardinate nella Corte di New York. L’ex produttore, l’ex padrone di Hollywood, 67 anni, è accusato di abusi, violenze sessuali, da circa 80 donne. Tra di loro anche star del cinema americano come Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow e altre attrici tra Rose McGowan e Asia Argento. La notizia, pubblicata dal Wall Street Journal, non è ancora confermata ufficialmente. Non ci sono, quindi, dettagli più precisi sull’accordo raggiunto tra i legali di Weinstein e alcune delle sue vittime. A New York, Weinstein deve fronteggiare il processo per un’accusa di stupro, avvenuto in un albergo nel 2013, e per aver costretto un’altra donna a un atto di sesso orale nel 2006. Sul piano penale, dunque, non cambia nulla: le udienze dovrebbero cominciare il prossimo settembre, come già programmato. L’imputato si è subito dichiarato «innocente» e mantiene questa posizione.
  • Generali, accordo per cedere il portafoglio vita nel Regno Unito «Debito, obiettivo raggiunto»
Un annuncio e un’operazione per Generali. Da una parte, infatti, il gruppo triestino ha reso noto di non rifinanziare 1,25 miliardi di debito senior in scadenza a gennaio 2020, il che permetterà, insieme alla già comunicata riduzione di 250 milioni di debito subordinato nel 2019, di raggiungere con un anno di anticipo il target di riduzione del debito di 1,5 miliardi. Dall’altra, Generali ha firmato un accordo per la cessione del portafoglio chiuso Vita della propria filiale inglese con una società controllata da Reinsurance Group of America — una delle principali società di riassicurazione nei rami vita e salute nel mondo — corrispondente a fine 2018 a circa 680 milioni di «Best Estimates Liabilities». L’operazione rafforza ulteriormente la posizione di capitale di Generali con un aumento pari a circa 1 punto percentuale del Solvency ratio regolamentare del gruppo e permette di concentrarsi sul core business. «Grazie alla cessione del portafoglio chiuso Vita libereremo risorse che potranno quindi essere reimpiegate per nuove opportunità di investimento», ha spiegato Cristiano Borean, cfo di Generali. Tornando alla riduzione del debito, lo stock complessivo scenderà da 11,5 a 10 miliardi, con un corrispondente calo della spesa per interessi dai 673 milioni di fine 2017 ai 577 milioni stimati per gennaio 2020.
  • Banca Generali per lo sport
Con l’ultima tappa di Savona, martedì 28, che segue quella di Milano di giovedì scorso, si chiude l’edizione 2019 di «Banca Generali – Un Campione per Amico», manifestazione di educazione sportiva nei confronti dei bambini, che ogni anno coinvolge oltre 10 mila ragazzi e di cui la banca del gruppo Generali guidata da Gian Maria Mossa è da dieci anni sponsor dell’iniziativa. I testimonial che incontrano i bambini sono icone dello sport come Adriano Panatta, Andrea Lucchetta, Francesco Graziani e Jury Chechi.

  • Generali stringe i tempi sul debito: «Obiettivi anticipati di un anno»
Generali raggiungerà il target di riduzione del debito già nel 2020. Un anno prima rispetto all’obiettivo del 2021 anche se il traguardo che verrà tagliato in anticipo sarà quello relativo alla parte bassa della forchetta indicata in occasione dell’investor day dello scorso novembre. In particolare, per fine 2020 il Leone avrà ridotto di 1,5 miliardi l’esposizione. E questo grazie all’iniziativa annunciata ieri dalla società di non rifinanziare 1,25 miliardi di debito senior in scadenza a gennaio del prossimo anno. Ciò, sommato alla contrazione di 250 milioni di debito subordinato nel 2019, permetterà alla compagnia di centrare il limite inferiore del range (1,5-2 miliardi)con 12 mesi di anticipo. In particolare, il debito finanziario a fine gennaio 2020 risulterà ridotto di 1,5 miliardi portando così lo stock complessivo di 11,5 miliardi a 10 miliardi. Resta evidentemente valido l’impegno a far calare il debito fino al massimo di 2 miliardi totali per il 2021. In questo quadro, già il primo step permetterà a Trieste di tagliare la spesa per interessi, dai 673 milioni di fine 2017 ai 577 milioni stimati per gennaio 2020, dunque una riduzione di 96 milioni a fronte di un target di piano al 2021 di 70-140 milioni.

  • Il consulente finanziario europeo
Domani i cittadini italiani si recheranno alle urne per dare un voto all’Europa. In questi venti anni, sotto l’ombrello dell’euro, i risparmi delle famiglie del nostro Paese sono cresciuti da 2.700 miliardi a 4.300 miliardi. Plus24 dedica la sua copertina all’Europa e a quanto ha fatto sia per tutelare la ricchezza degli italiani in questi anni di acque agitate sui mercati finanziari, sia per rendere più efficienti le regole del gioco dell’industria finanziaria dell’Eurozona. Per i risparmiatori del nostro Paese passare dalla lira all’euro, nei primi anni del Duemila, è stato un momento positivo soprattutto in Borsa, quanto le quotazioni raggiungevano valori stellari spinte dalla corsa all’oro dei titoli della new economy. La coda davanti ai monitor delle filiali bancarie da parte di chi fino ad allora aveva solo investito in mattone, BoT e BTp si allungava di giorno in giorno. Spesso si compravano titoli più per sentito dire che per vera conoscenza del settore. Il “fai da te” imperava e tutti si consideravano un po’ “esperti” di finanza e investimenti. Poi la bolla è scoppiata e ci sono state le prime pesanti perdite a cui si sono aggiunte quelle della lunga crisi dei mercati finanziari partita dagli Usa con i subprime e il crack Lehman e trasformatasi successivamente in crisi bancaria e finanziaria in un effetto domino che non ha risparmiato l’Europa e di cui ancora oggi paghiamo il conto. Per gli italiani il prezzo è stato tra i più salati dei Paesi dell’Eurozona: è ancora vivo il ricordo di quando il 9 novembre del 2011 lo spread BTp-Bund volò fino a 590 punti e le cui oscillazioni ancora oggi non si sono stabilizzate, lasciando il nostro Paese in uno stato di cardiopatia cronica.
  • Regole Ue ed euro, quale impatto sui risparmiatori
Le elezioni europee che si svolgono domani rappresentano un test chiave per il futuro delle istituzioni di Bruxelles. Mai come questa volta le “ricette” presentate dai partiti in lizza sono così alternative e vedono contrapporsi i fautori di una maggiore integrazione contro i sostenitori degli stati nazionali. Questa tornata elettorale cade anche a 20 anni dall’introduzione contabile dell’euro (i biglietti cominciarono a circolare nel 2002) e per i risparmiatori italiani è tempo di fare bilanci su cosa ha rappresentato l’euro e l’Europa per i loro investimenti. Ma l’Europa non è solo moneta e mercato; è anche la creazione di un quadro regolamentare di tutele, che probabilmente i risparmiatori di singoli paesi non avrebbero potuto conseguire. Dal punto di vista della tutela dei risparmiatori si è andati dal privilegiare il solo aspetto della trasparenza a una protezione basata su una vera e propria separazione dei risparmiatori rispetto ad alcuni prodotti che vengono ritenuti “tossici” per loro in ogni caso. La trasparenza infatti si basa sul concetto di un risparmiatore “razionale”, capace di fare le proprie scelte una volta informato. Nel tempo però si è fatta strada la consapevolezza di un’asimmetria informativa difficilmente colmabile per il risparmiatore retail. Per questo la revisione delle direttive emanate prima o a cavallo della crisi di inizio secolo, sono state aggiornate negli ultimi anni (si veda l’articolo in basso) con una dotazione di strumenti più effettivi. Il prezzo è a volte una limitazione severa rispetto a possibilità di investimento che abbinano una combinazione rischio/rendimento più alti, peraltro superabili in un’ottica di portafoglio equilibrato attraverso i meccanismi consulenziali.
  • Meno scommesse più protezione
Il paradosso è che si spera nella sorte, puntando sul gioco ben 100 miliardi di euro all’anno, ma non ci si protegge da quello che il “caso” potrebbe riservare: le coperture relative ai rischi legati alla vita umana valgono circa 4,8 miliardi di euro (stima Prometeia su dati Ivass Ania del 2017) . Alla base di questo fenomeno ci sono attitudini culturali, scarsa consapevolezza delle potenziali conseguenze economiche in caso di eventi avversi, ma anche disinformazione sulle reali coperture degli enti previdenziali. I numeri parlano chiaro ed emergono da un’analisi elipsLife (controllata al 100% da Swiss Re). La ricerca, realizzata in collaborazione con Prometeia, fotografa la protezione offerta dal sistema previdenziale pubblico (primo pilastro), da quello integrativo (secondo pilatro) e da quello volontario (terzo pilastro). Il focus è sul cosiddetto rischio biometrico (decesso o invalidità grave). Un evento a cui pochi pensano, nonostante la statistica ci dica che solo il 90% degli uomini raggiunge i 65 anni di età. La copertura da questi rischi della vita scarseggia anche negli accordi collettivi di lavoro dove, come spesso capita, i più fortunati sono i manager che hanno anche questo benefit. Ma la maggior parte dei lavoratori italiani (il 97%) ne è ancora sprovvisto.
  • Rischio? Meglio coprirsi insieme»
Parla Massimo Carassinu, amministratore delegato di elipsLife in Italia. La compagnia è controllata al 100% da Swiss Re, uno dei principali riassicuratori mondiali, e opera con clienti istituzionali (settore B2B) e si concentra su prodotti assicurativi contro le conseguenze finanziarie di malattie e infortuni. Tra i clienti c’è anche il fondo pensione del gruppo Intesa Sanpaolo.
  • «In Italia investiamo sul ramo assicurativo»
«In particolare vediamo opportunità sui bond emessi da Intesa Vita, Generali e Unipol Sai»
Anthony Smouha,  amministratore delegato e membro del comitato di gestione di Atlanticomnium S.A, e gestore per diverse strategie sul credito di Gam tra cui le strategie Gam Star Credit Opportunities