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L’utile netto di Generali Assicurazioni , in forte crescita nel primo trimestre, ha battuto le previsioni degli analisti che sono però rimasti sorpresi dal calo del Solvency ratio, che nello stesso periodo è passato dal 217 al 207%. Colpa dei recenti cambiamenti dei criteri contabilizzazione richiesti dall’Eiopa, hanno chiarito però subito dalla compagnia triestina, aggiungendo che oggi l’indice è già risalito al 212% nonostante in portafoglio ci siano 59,5 miliardi di Btp. Parole che sono bastate a riportare il titolo in positivo dopo una perdita iniziale. Anche perché i risultati industriali sono positivi: l’utile netto di gruppo è stato di 744 milioni in crescita del 28,1%, battendo le attese degli analisti di 715 milioni. Un’impennata dovuta all’effetto dismissioni, come le attività in Belgio (per 128 milioni) oppure Leben in Germania, la cui cessione si è perfezionata il 30 aprile. Mentre l’utile netto normalizzato è salito a 616 milioni (+6%), in linea con gli obiettivi del nuovo piano strategico.
La cessione del 17% di Fineco e le manovre attorno a Commerzbank hanno riportato Unicredit sotto i riflettori del mercato. Sono molte le indiscrezioni che si rincorrono insistentemente in questi giorni, anche se non è nello stile della casa commentarle. Tra le più insistenti quelle che puntano direttamente alla partecipazione più sensibile di piazza Gae Aulenti, quell’8,4% di Mediobanca che oggi ne fa non solo il primo azionista della merchant ma anche uno dei perni della cosiddetta Galassia del Nord. Nelle sale operative si è molto speculato su un’imminente dismissione della quota. Non solo perché in più di un’occasione l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier ha definito quell’8,4% una partecipazione finanziaria e non strategica, ma anche perché il valore di carico (10,2 euro per azione) non è più molto lontano dal prezzo di borsa, che ieri sfiorava i 9 euro. Con queste premesse ha avuto finora buon gioco chi ipotizzava la rottura dello storico legame che unisce le due istituzioni finanziarie e un più ampio riassetto dei poteri sull’asse Milano-Trieste. Tanto più che nel comunicato dello scorso 7 maggio Unicredit accennava alla «vendita di alcuni asset» oltre al 17% di Fineco .

Assicurazione obbligatoria per la responsabilità civile per i consigli di amministrazione delle società di capitali ad eccezione delle cooperative. Albo per il consulente finanziario, atti notarili in lingua straniera e affitti d’azienda con competenza allargata e possibilità per i comuni di effettuare operazioni di leasing pubblico. Sono questi alcune delle novità presentate con emendamenti della Lega al decreto Crescita e che saranno esaminate oggi per valutare quali tra gli oltre 1.200 emendamenti finiranno nei cosiddetti segnalati da parte del relatore Giulio Centemero.
Parte bene il 2019 di Generali Assicurazioni che ha chiuso il primo trimestre dell’anno con risultati in linea con i propri piani. Secondo gli esperti, i conti hanno evidenziato un «utile netto leggermente meglio delle stime. «Un’ottima partenza per il nostro piano industriale», ha detto il general manager del gruppo, Frederic de Courtois, che ha parlato di «risultati molto positivi», evidenziando «l’accelerazione della crescita, sia nel ramo vita, sia nel ramo danni, i margini sempre a migliori livelli e lo sviluppo dell’asset management». Nel 1°trimestre dell’anno l’utile netto del gruppo è salito del 28,1% a 744 mln euro, riflettendo anche il risultato delle dismissioni. L’utile normalizzato è stato pari a 616 mln (+6%), in linea con gli obiettivi del piano strategico. Il risultato operativo è cresciuto del 6,9% a 1,3 mld, il preliminary regulatory solvency ratio è al 207%, con un calo da inizio anno derivante dal recepimento atteso di cambiamenti regolamentari.

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  • Generali, utile oltre le attese a 744 milioni nel trimestre
Piace il dato sull’utile, superiore alle attese, e rassicura il messaggio sul raggiungimento «di tutti gli obiettivi di piano» ribadita dal general manager Frederic de Courtois. Sono questi i punti-chiave della presentazione ai mercati della trimestrale di Generali, che ha riportato un utile netto di gruppo di 744 milioni, in aumento del 28,1% grazie anche al risultato di varie dismissioni (+6% l’utile normalizzato). I premi lordi complessivi si sono attestati a 18,9 miliardi, in aumento del 6,6%; in particolare il ramo danni è aumentato del 3,1%. Il combined ratio (differenza tra premi incassati e spese, sinistri compresi) è stato pari al 91,5% mentre il solvency ratio – l’indicatore di solidità chiesto dalla Vigilanza – si è attestato al 207%, in calo di 10 punti rispetto alla fine del 2018. Un risultato che aveva in prima battuta fatto sbandare il titolo in Borsa, che poi invece ha chiuso in rialzo dello 0,82%. In realtà si tratta in larga misura (7 punti percentuali) dell’effetto del cambiamento delle regole volute dall’Autorità europea e già a fine aprile il dato era risalito al 212%. Positivi i messaggi sul versante dell’auto, dove anche in Italia la raccolta è tornata a crescere (+1,7%). Infine, Generali ha rassicurato gli investitori sull’impatto dello spread sui conti del gruppo.

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  • Generali, aumentano gli utili Premi, scatto nel ramo vita. «Vogliamo crescere in Russia»
Generali chiude il primo trimestre con un utile netto pari a 744 milioni in aumento del 28,1%, risultato che comprende anche i profitti delle dismissioni. L’aumento «normalizzato» è del 6% a 616 milioni, in linea con gli obiettivi del nuovo business plan. «Si tratta di un’ottima partenza per il nostro piano strategico», ha detto il general manager del gruppo Generali Frederic de Courtois in conference call, «sono numeri che ci pongono tra i principali player mondiali della nostra industria, siamo in linea con i target e fiduciosi di raggiungerli». I premi lordi crescono del 6% a 18,8 miliardi, con uno scatto del ramo vita, la cui raccolta netta è aumentata del 62% superando i 4 miliardi. Su Ingosstrakh, la compagnia russa nella quale il gruppo guidato da Philippe Donnet detiene il 38,5%, de Courtois ha detto che «non ci sono notizie, niente update». Ha quindi aggiunto che il gruppo «conferma la volontà di investire e di crescere in Russia». Infine, su eventuali conseguenze dell’impennata dello spread in questi giorni, il cfo Cristiano Borean ha detto che «la solidità della compagnia resta stabile, non vediamo impatti significativi».

  • Srl, meno sindaci e revisori Vincoli soft sui controlli interni
Meno sindaci o revisori per le srl. Almeno rispetto alle attese e anche alle stime sinora fatte. Perchè sarà certo drastico l’impatto, se approvato, dell’emendamento presentato dalla Lega al decreto crescita. L’emendamento interviene sui parametri che, in base al nuovo Codice della crisi d’impresa, rendono obbligatoria l’adozione dell’organo di controllo interno da parte soprattutto delle società a responsabilità limitata. Intrecciato a questo tema, per certi versi, c’è quello toccato poi da un altro emendamento della Lega che introduce l’obbligo di assicurazione da responsabilità civile, tutti gli amministratori delle società di capitali. Una conseguenza anche questa del Codice della crisi d’impresa che ha significativamente rafforzato gli obblighi di buona gestione e vigilanza da parte dei componenti del consiglio di amministrazione.
  • Generali, utili e premi in aumento ma il solvency scende a 207 e delude
«Sono solo tre mesi ma rappresentano un’ottima partenza per il nostro nuovo piano industriale, siamo in linea con i target e fiduciosi sul raggiungimento degli obiettivi». È con queste parole che Frédéric de Courtois, general manager del gruppo Generali, ha commentato i risultati al 31 marzo della compagnia triestina pubblicati ieri. Numeri che registrano un utile netto in forte crescita, complice l’effetto delle dismissioni, profitti operativi in linea con quanto indicato dal piano strategico e comunque al top del consensus stimato dagli analisti, e premi in ascesa. Unico neo, il calo del Solvency ratio che è passato dal 217% di fine anno al 207% del primo trimestre. La società in proposito ha spiegato che la discesa dell’indicatore di solidità patrimoniale è riconducibile per almeno sette punti al recepimento di alcune modifiche normative che entreranno presto in vigore. Il mercato, tuttavia, si aspettava una Solvency stabile e non una variazione simile. Nonostante questo il titolo, partito male, ha chiuso la seduta in rialzo dello 0,82% a 17,13 euro.
  • «Lloyd’s si rafforza in Europa per contenere i danni della Brexit»
Speriamo nell’esito migliore ma intanto ci prepariamo al peggio: questo l’atteggiamento pragmatico del settore assicurativo britannico di fronte all’incognita di Brexit. Non potendo escludere un’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea senza un accordo, per limitare i danni Lloyd’s of London nel novembre scorso ha aperto una sede a Bruxelles. Abbiamo chiesto l’esperienza diretta di Sir Roger Bramble, un veterano del settore, membro di Lloyd’s dal 1959 e presidente di BdB, broker e rappresentante di Lloyd’s.

  • AG2R La Mondiale e la Matmut vogliono voltare pagina 
Una settimana dopo l’annuncio della separazione, AG2R La Mondiale e la Matmut vogliono voltare pagina più in fretta possibile. Le rispettive assemblee generali devono pronunciarsi tra il 27 e il 29 maggio sul processo di divorzio, che, essendo consensuale, dovrebbe procedere rapidamente e concludersi entro la fine dell’anno. Nel frattempo i due gruppi vogliono concentrarsi sulle rispettive strategie fino al 2020, ambizioni di crescita esterna comprese.