Già acquistate 5,5 milioni di azioni proprie al servizio di un piano di incentivi i
Il gruppo è il primo datore di lavoro in Italia con 138 mila addetti e spenderà 50 milioni di euro per comprare 7 milioni di titoli da destinare al personale. Lo scorso luglio la firma sul welfare
di Anna Messia

Poste Italiane prepara il maxi piano di incentivi per il personale. Per ora è poco più di un’idea ma intanto il gruppo guidato da Matteo Del Fante, partecipato al 35% da Cassa Depositi e Prestiti e al 29,26% dal ministero dell’Economia, ha già iniziato a mettere da parte i titoli azionari necessarie realizzare l’iniziativa. Tra il 4 e il 15 febbraio Poste Italiane ha acquistato in particolare 5.257.965 azioni proprie a un prezzo medio di 7,608 euro, per un controvalore complessivo di 40 milioni, pari allo 0,4% del capitale. Una mossa realizzare nell’ambito del piano di riacquisto di azioni proprie deliberato dall’assemblea degli azionisti il 29 maggio dello scorso anno, che rientra nel piano di buyback già annunciato al mercato.
Iniziativa che, tra l’altro, non sembra ancora conclusa e il cui sbocco potrebbe essere appunto proprio l’avvio di un piano a favore dei dipendenti di Poste Italiane , come si legge nel bilancio 2018 appena pubblicato dalla società. «L’acquisto di azioni proprie è finalizzato alla costituzione di un magazzino titoli, per un controvalore fino a 50 milioni di euro, anche in relazione a eventuali piani di incentivazione per il personale», si legge nei documenti. L’intenzione è in particolare di arrivare ad avere a disposizione per il progetto circa 7 milioni di azioni, pari a meno dell’1% del capitale. A un anno dall’avvio del nuovo piano industriale Deliver 2022, Del Fante potrebbe quindi decidere dare un’accelerata ulteriore spingendo sugli incentivi ai dipendenti.

Il 2018 come noto si è chiuso, per Poste Italiane , con un utile netto di 1.399 milioni (+709 milioni rispetto al 2017) e un risultato operativo di 1.499 milioni (+33,5%) entrambi superiori ai obiettivi del business plan. Anche il titolo, ieri vicino a 9,5 euro, continua a viaggiare sui massimi. Il gruppo è tra l’altro il primo datore di lavoro in Italia, con 138 mila dipendenti e 28.635 portalettere. Già al momento della quotazione a Piazza Affari, nel 2015, avvenuta al prezzo di 6,75 euro, i dipendenti del gruppo ottennero il diritto di sottoscrivere due lotti minimi di 50 euro, con una bonus share rafforzata, pari a un’azione gratuita ogni 10 possedute per almeno un anno.
Ora potrebbero quindi arrivare nuovi incentivi. A luglio dello scorso anno il gruppo guidato da Del Fante ha tra l’altro sottoscritto con le organizzazioni sindacali un piano sul welfare. Un accordo sul premio di risultato (legato alle performance delle varie società del gruppo) che prevede per i dipendenti la possibilità, su base volontaria, di optare per la devoluzione dello stesso in beni e servizi di welfare, in aggiunta a quelli già previsti, come la previdenza complementare. Si tratta, per esempio, delle spese scolastiche, o di quelle di assistenza per gli anziani o piuttosto degli abbonamenti per il trasporto pubblico, che il dipendente può ricevere usufruendo dei benefici fiscali visto che la nuova normativa sul welfare non prevede alcuna tassazione a carico del lavoratore per quel tipo di servizi. (riproduzione riservata)

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