L’Eiopa ha lanciato il terzo test per i fondi di previdenza, dopo quelli del 2015 e del 2017. E questa volta debutta lo screening sui profili Esg
di Carlo Giuro

Torna per i fondi pensione la prova degli stress test. E’ stato lanciato nelle scorse settimane dall’Eiopa (l’autorità europea di vigilanza delle assicurazioni e dei fondi pensione) il nuovo esercizio per il settore pensionistico professionale europeo con tre obiettivi principali. In primo luogo lo scopo è valutare la vulnerabilità dei fondi pensione nell’ipotesi di uno o più scenari avversi, per capire come i rischi derivanti dagli shock nel settore previdenziale europeo possono riversarsi nell’economia reale con implicazioni negative sulla crescita e sull’occupazione. Si intende poi esaminare come i meccanismi prudenziali nazionali assorbano gli episodi di volatilità nel tempo. Ulteriore motivazione è costituita, e questo accade per la prima volta, da un’analisi dell’esposizione delle forme pensionistiche ai rischi Esg, derivanti cioè da fattori ambientali, sociali e di governance. Ciò va in parallelo con l’evoluzione normativa. Va infatti ricordato come la direttiva Iorp II, appena recepita in Italia, riserva molta attenzione all’investimento Esg. E’ opportuno ricordare come negli schemi di direttive della Covip, la cui consultazione pubblica si è chiusa lo scorso 13 maggio, si prevede come i fondi pensione negoziali e preesistenti con soggettività giuridica debbano, disporre di un sistema di governo idoneo ad assicurare la sana e prudente gestione dei rischi che gravano sul fondo pensione, inclusi i rischi Esg. Il sistema di gestione dei rischi e la valutazione interna degli stessi devono, quindi, prendere in considerazione anche gli aspetti riguardanti le tematiche Esg ai quali il fondo è o potrebbe essere esposto, nonché le relative interdipendenze con altri rischi. Quanto ai portafogli, nel documento sulla politica di investimento andranno illustrate le modalità con cui la politica di gestione tiene conto dei fattori Esg. E’ poi previsto che i fondi pensione possano prendere in considerazione anche il potenziale impatto a lungo termine delle loro decisioni di investimento sui profilo Esg. Indicazioni in tal senso sono già presenti nelle «Disposizioni sul processo di attuazione della politica di investimento», ovvero il documento prevsto dalla Covip che ha lo scopo di definire la strategia finanziaria che la forma pensionistica intende attuare per ottenere, dall’impiego delle risorse affidate, combinazioni rischio e rendimento efficienti nell’arco temporale coerente con i bisogni previdenziali degli aderenti (devono anche essere chiaramente definiti i compiti e le responsabilità dei soggetti coinvolti nelle varie fasi del processo di investimento). Infine, tutte le forme pensionistiche complementari devono dare informazioni ai potenziali aderenti sul se e sul come sono tenuti in conto i temi Esg, inclusi quelli climatici, nella strategia di investimento. Analoga informativa andrà fornita nelle comunicazioni periodiche agli aderenti. L’oggetto dei nuovi stress test è rappresentato dalla verifica della sostenibilità e del finanziamento dei fondi pensione prestazione definita e del futuro reddito pensionistico previsto per i membri dei fondi pensione a contribuzione definita. La valutazione di base del nuovo esercizio si riferisce all’impatto diretto di uno scenario di mercato stressato sulla sostenibilità e sul finanziamento dei fondi pensione a benefici definiti e sul futuro reddito pensionistico previsto per i membri dei fondi pensione a contribuzione definita. I fondi pensione partecipanti dovranno completare l’esercizio e presentare i risultati all’Autorità nazionale di vigilanza competente, per l’Italia la Covip presieduta da Mario Padula, entro il 19 giugno 2019. I risultati dovrebbero essere resi noti entro la fine dell’anno. Va ricordato come si tratta della terza edizione degli stress test che nelle versioni precedenti avevano avuto luogo nel 2015 e nel 2017. (riproduzione riservata)

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