L’ad Messina promette un utile 2019 superiore a quello dell’anno scorso. I risultati del primo trimestre hanno superato le attese degli analisti. Avanti con Prelios sulla gestione degli utp
di Luca Gualtieri

Il rallentamento dell’economia non spaventa il vertice di Intesa Sanpaolo che anzi, dopo un primo trimestre migliore rispetto alle attese del mercato, promette di chiudere il 2019 con un utile superiore a quello dell’anno scorso. Sono questi alcuni dei messaggi lanciati ieri dal consigliere delegato Carlo Messina nel corso della conference call di presentazione dei risultati. Intesa ha chiuso il primo trimestre con un utile netto di 1,05 miliardi, in calo del 16,1% rispetto allo stesso periodo del 2018, ma al di sopra dei 901 milioni previsti dal consensus di mercato. Nel dettaglio i proventi operativi sono scesi dell’8,8% a 4,4 miliardi, con interessi netti a 1,76 miliardi (-5,2%) e le commissioni nette a 1,9 miliardi (-7%). Quanto alla solidità patrimoniale, il Cet1 pro forma a regime si è attestato al 13,5% (13,1% in base ai criteri transitori per il 2019), tenendo conto di 840 milioni di dividendi maturati nel trimestre. In merito alle singole aree di business, la Banca dei Territori ha chiuso il trimestre con un utile netto di 459 milioni (+9,5%), il corporate e invesment banking ha guadagnato 363 milioni (-45,7%), le international subsidiary bank 181 milioni (-0,5%), il private banking 232 milioni (-4,1%), l’asset management 117 milioni (-3,3%) e la divisione insurance 157 milioni (-21,1%).

«Siamo particolarmente soddisfatti del primo trimestre dell’anno», ha dichiarato Messina. «In un contesto più complesso del previsto, Intesa conferma la capacità di raggiungere risultati importanti, in linea con l’obiettivo di un utile netto superiore a quello del 2018. Siamo stati in grado di ottenere questo risultato senza ricorrere ad alcuna voce straordinaria», ha aggiunto il banchiere. Quanto alle previsioni, «confermiamo un pay out ratio dell’80% e siamo pertanto in linea con l’impegno di premiare i nostri azionisti con un significativo dividendo». Venendo alla qualità del credito, gli npl lordi sono diminuiti di un miliardo nel primo trimestre e di circa 30 miliardi dal settembre 2015, realizzando nei primi 15 mesi del piano 2018-2021 già il 64% dell’obiettivo di riduzione previsto. Il livello di copertura complessivo si è invece attestato al 54,1%, raggiungendo il 66,2% per le sofferenze.

A questo proposito Messina ha notato che «nel trimestre il flusso dei nuovi npl si colloca ai minimi storici, grazie alla nostra capacità di gestire in maniera proattiva le nuove erogazioni e grazie alla qualità delle nostre aziende clienti, attualmente molto più solide e profittevoli rispetto a quanto non fossero prima della crisi del 2008. Intesa Sanpaolo è fattore di accelerazione della crescita dell’economia reale del Paese», ha concluso il ceo, sottolineando che «nel primo trimestre 2019 in Italia le erogazioni a medio e lungo termine a famiglie e imprese sono state pari a 10,5 miliardi». Il banchiere si è anche soffermato sull’operazione che Intesa sta discutendo con Prelios in merito alla gestione degli unlikely to pay: «Sono valutazioni che faremo entro fine giugno, inizio luglio. Quello è il periodo in cui capiremo se accelerare da soli o se fare una partnership e sapremo che tipo di partnership fare». Secondo quanto anticipato da MF-Milano Finanza, la banca starebbe lavorando alla cessione di un portafoglio da 4 miliardi al 50-55% del valore nominale, mentre un ulteriore stock da 6 miliardi potrebbe essere affidato in gestione. (riproduzione riservata)

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