In Europa 4 mila piccole assicurazioni andranno verso i big, dice Donnet. All’assemblea (che ha confermato i vertici) il ceo ha indicato i nuovi obiettivi del Leone. C’è cassa per crescere anche in Asia ma la Cina non sarà l’Eldorado, ha spiegato. I Benetton votano con Assogestioni
di Anna Messia

Per Generali è arrivato il momento di cogliere opportunità d’espansione nell’industria assicurativa. La compagnia ha capitale e cassa per muoversi e guarderà a occasioni di sviluppo in Europa, in particolare nell’Est, ma anche in Asia e Sud America. Ad annunciarlo sono stati ieri i vertici di Generali , il presidente Gabriele Galateri e l’amministratore delegato Philippe Donnet, durante l’assemblea che a Trieste ha approvato il bilancio 2018 (chiuso con un utile netto di 1,47 miliardi) e li ha confermati nei rispettivi incarichi con l’elezione del nuovo cda per il prossimo triennio.

L’assise ha visto una partecipazione record, con la presenza del 55,8% del capitale rispetto al 52,8% dello scorso anno. A crescere sono stati in particolare i soci privati, ovvero il gruppo Benetton (passato dal 2,99% al 4%), Caltagirone (dal 4% al 5%), Leonardo Del Vecchio (dal 3,16% al 4,86%) e Mediobanca (stabile al 12,9%). La lista di Mediobanca ha incassato il 60,78% dei consensi, mentre quella Assogestioni, votata dal 39% del capitale presente (e che ha nominato Roberto Perotti e Ines Mazzilli), ha ricevuto l’inaspettato sostegno della famiglia Benetton, non in polemica con Piazzetta Cuccia o con il management, ma a dimostrazione della carattere finanziario della partecipazione nel Leone, come hanno fatto filtrare da Ponzano Veneto. Tornando ai piani di crescita, «mai la situazione patrimoniale della compagnia è stata così forte, mai la credibilità nei confronti dei mercati finanziari è stata così alta e mai un piano strategico di Generali è stato così ambizioso», ha dichiarato ieri Donnet, sottolineando che dall’Investor Day del 2016 a oggi il titolo ha guadagnato oltre il 48% rispetto al +18% dell’indice europeo del settore assicurativo, mentre dal piano annunciato a novembre le azioni sono salite di oltre il 22% contro il +12% dell’indice. «Con Generali 2021 possiamo fare ancora meglio», ha assicurato il ceo, aggiungendo che gli obiettivi del business plan saranno raggiunti in qualsiasi condizione macroeconomica. «L’80% del nostro business è in Europa ma siamo poco dipendenti dall’andamento economico. Il settore Danni cresce quando l’economia va bene ma l’asset management e le polizze Vita salgono quando c’è la crisi e il risparmio si incrementa». E a questi fenomeni si aggiungono fattori strutturali, legati all’invecchiamento della popolazione in Europa. «A differenza di altri competitor pensiamo che il mercato europeo sia tutt’altro che saturo. C’è una popolazione che invecchia e deve far fronte a esigenze che gli Stati sono sempre meno in grado di soddisfare». Obiettivo del piano è far crescere l’utile per azione (del 6-8% l’anno) e «mantenendo il multiplo attuale sul prezzo del titolo pensiamo che possa crescere la quotazione», ha aggiunto. Inoltre la cedola (pari quest’anno a 0,90 euro) salirà ma soltanto grazie all’incremento dell’utile, ha sottolineato il ceo.
Il piano prevede di destinare 3-4 miliardi alle acquisizioni e Donnet ha detto di guardare all’asset management ma anche al settore assicurativo. L’obiettivo è rafforzare la leadership in Europa e occasioni si potrebbero presentare a Est. «In Europa ci sono circa 4.000 società assicurative di piccole e medie dimensioni alle prese con una regolamentazione sempre poi stringente», ha detto Donnet, «e Generali sarà uno dei gruppi aggregatori». Mentre in Asia il focus sarà su Cina, India, Indonesia e Vietnam. Riguardo alla Cina Donnet ha detto di non attendersi crescite sorprendenti dei premi e di puntare a redditività e contenimento dei rischi. «La Cina non sarà l’Eldorado e la priorità sarà rafforzare il presidio di questo business», ha concluso il ceo. (riproduzione riservata)
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