Flussi netti a -3,9 mld di euro dopo i -597 mln di marzo, ma il patrimonio tocca un nuovo record grazie all’effetto mercato. Dai fondi uscite per 3,2 mld (flessibili e azionari i più colpiti dai riscatti) e dalle gestioni per 1,04 mld. Sottoscrittori ancora lontani dal risparmio gestito nonostante il mese sia stato positivo per i mercati. Sotto la parità tutti i big
di Paola Valentini

Si chiude con un rosso di 3,9 miliardi di euro la raccolta del risparmio gestito di aprile, un dato peggiore rispetto ai -597 milioni segnati a marzo a causa dei deflussi sia dai fondi aperti per 3,21 miliardi (in peggioramento dai -620 milioni del mese precedente), sia dalle gestioni di portafoglio per 1,04 miliardi (+111 milioni a marzo), mentre sono positivi soltanto i fondi chiusi (348 milioni, dai -88 milioni di marzo). Ma, in ogni caso, grazie all’effetto dei mercati che sono stati positivi nel mese, il patrimonio ha raggiunto un nuovo massimo storico a 2.171,8 miliardi (1.082,4 miliardi nei fondi e 1.089,4 miliardi nelle gestioni di portafoglio).
Da inizio anno l’industria italiana del risparmio gestito, in base alla mappa mensile di Assogestioni, segna flussi netti per 51,63 miliardi ma il dato va depurato dei 53 miliardi entrati a gennaio per via di un’operazione infragruppo una tantum realizzata dalle Poste Italiane sulle proprie gestioni di portafoglio, categoria che, proprio per questo motivo, da inizio anno mostra un saldo positivo pari a 54,72 miliardi. Sono invece in rosso per 3,63 miliardi i fondi aperti (e i fondi chiusi segnano +547 milioni).
I sottoscrittori quindi si tengono ancora lontani, come accaduto nei mesi precedenti, dai fondi, memori ancora delle pesanti perdite del 2018, anche se, almeno nel primo quadrimestre dell’anno, azioni e bond hanno avuto un andamento positivo. La battuta d’arresto infatti c’è stata a inizio maggio per via delle tensioni sul fronte del commercio internazionale che sono tornate protagoniste dopo una fase di calma.

Quanto al dettaglio della raccolta dei fondi aperti, i prodotti azionari restano sotto la parità ma riducono comunque il disavanzo (-739 milioni dai -1,26 miliardi di marzo), peggiorano il risultato negativo invece i flessibili (da -735 milioni a -1,3 miliardi) e i monetari (da -762 milioni a -1,81 miliardi).Tengono la rotta i bilanciati (a 251 milioni da 272 milioni) e restano sempre in positivo, ma perdono colpi, gli obbligazionari (da 1,89 miliardi a 419 milioni). Mentre i fondi hedge hanno ancora un saldo negativo (-29 milioni a marzo e -26 milioni ad aprile)
Nei quattro mesi gli azionari sono in rosso per 2,43 miliardi, i flessibili per 4,1 miliardi, i monetari per 373 milioni e gli hedge per 163 milioni, invece i bilanciati mostrano una raccolta positiva per 818 milioni, gli obbligazionari per 2,63 miliardi (in forte ripresa dopo i massicci riscatti del 2018 per via dei timori di rialzi dei tassi che si sono dissipato a inizio 2019 dopo i messaggi rassicuranti di Fed e Bce).
Sul fronte del passaporto, i fondi di diritto italiano chiudono il mese con una raccolta negativa per 1,89 miliardi (-4,6 miliardi nei quattro mesi) e i prodotti di diritto estero per -1,32 miliardi restando comunque positivi da inizio anno (965 milioni). La classifica della raccolta per società di gestione, sempre in base ai dati della mappa dell’associazione del risparmio gestito presieduta da Tommaso Corcos, vede tutti i big in rosso: Generali -802,1 milioni (la compagnia precisa che il suo risultato è dovuto principalmente ad operazioni infragruppo), Intesa Sanpaolo -606,1 milioni (di cui -726,3 milioni riferiti a Eurizon e +120,3 milioni di Fideuram), Amundi -172 milioni, Anima -306,9 milioni, Poste -937,8 milioni, Bnp Paribas -813,2 milioni.
In positivo, invece, Pramerica (63,5 milioni), Mediolanum (183,9 milioni), Allianz (131,7 milioni), Axa Im (157,9 milioni) e Azimut (12,6 milioni). Si segnala, tra le società di minori dimensioni, il risultato di State Street Global Advisors che mostra la raccolta più alta di tutta l’industria nel mese con 561,4 milioni grazie ai flussi per 559 milioni nelle gestioni di portafoglio (in attivo soltanto per 2 milioni i fondi aperti). Tra i gruppi esteri senza una rete di distribuzione propria in Italia spiccano Morgan Stanley con 55,4 milioni e Franklin Templeton, tornata in attivo dopo molti mesi di deflussi, con 144,8 milioni. Sotto la parità invece Invesco (-82,1 milioni), M&G (-126 milioni) e Jp Morgan Am (-76,2 milioni).

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