Secondo i risultati dell’edizione 2019 della Global Risk Management Survey di Aon, le preoccupazioni relative all’andamento economico e al commercio globale mettono a dura prova la capacità delle aziende di investire adeguatamente nel prepararsi a garantire la continuità della loro attività.

“Le aziende di tutte le dimensioni si stanno impegnando per dare priorità ai loro sforzi nella gestione del rischio, in un contesto caratterizzato da numerosi cambiamenti ed incertezze”, ha commentato Rory Moloney, Amministratore Delegato di Aon Global Risk Consulting. “Quella che una volta era una strategia collaudata per la mitigazione dei rischi – ovvero, basarsi sul passato per prevedere il futuro – oggi rappresenta una sfida e, unita a un’economia globale sempre più competitiva, fa sì che si abbia un livello di preparazione nella gestione dei rischi più basso di tutti i tempi. Di conseguenza, i piani di gestione del rischio devono avere un approccio diverso rispetto al passato”.

Aon realizza ogni due anni uno studio che coinvolge migliaia di risk manager in 60 Paesi appartenenti a 33 settori diversi per identificare i principali rischi e le sfide che le aziende si trovano oggi ad affrontare.

Da quanto emerge nella Global Risk Management Survey del 2019, gli intervistati hanno indicato il rallentamento dell’economia al primo posto della classifica dei rischi. Segue, al secondo posto, il danno reputazionale all’azienda e/o al brand quale conseguenza di eventi negativi aziendali che possono essere diffusi attraverso piattaforme social media 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

Al terzo posto troviamo il rischio legato ai rapidi cambiamenti di mercato, che era posizionato al 38° posto nella precedente indagine. Quest’ultimo rischio trova le sue principali cause in un aumento delle politiche protezionistiche del commercio internazionale, che includono la crescente attività di regolamentazione e le tensioni geopolitiche.

In Italia, con 416 manager che hanno partecipato alla survey di Aon, la percezione dei rischi è leggermente diversa rispetto al ranking mondiale: si posiziona al 1° posto l’accelerazione dei tassi di cambiamento dei fattori di mercato seguita da 2) crisi economica/lenta ripresa; 3) rischio di prezzo delle materie prime; 4) crescente concorrenza; 5) danni a reputazione/brand; 6) interruzione dell’attività; 7) rischio di cash flow/liquidità; 8) rischio di disponibilità di capitale / rischio di credito; 9) rischio di credito della controparte; 10) rischio di concentrazione (di prodotto, di persone, geografico…).

“La partecipazione dei manager italiani alla nostra survey continua a crescere di edizione in edizione, e va di pari passo con una cultura della gestione del rischio che negli ultimi anni è molto maturata anche nelle aziende del nostro Paese”, ha dichiarato Enrico Vanin, Amministratore Delegato Aon Spa e Aon Hewitt Risk&Consulting. “Il nostro approccio glocal ci permette di essere per le aziende dei consulenti nella gestione del rischio a tutto tondo. Grazie ad un know-how e ad un osservatorio internazionale privilegiato, siamo in grado non solo di individuare i principali rischi che contraddistinguono il nostro Paese e quelli degli altri principali mercati internazionali, ma anche l’impatto che questi avranno sul business delle singole aziende italiane, ognuna con le sue peculiarità e le sue aree di rischio specifiche, da gestire e mitigare”.

Per la realizzazione della nuova edizione della Global Risk Management Survey, Aon ha raccolto le risposte nell’autunno del 2018, un periodo caratterizzato da un’enorme incertezza in tutto il mondo, alimentata da diversi fattori: indebolimento dei mercati azionari, conflitti di politica commerciale, azioni normative aggressive, massicci richiami di prodotti, una serie di devastanti disastri naturali, cyber-attacchi di vasta portata e scandali aziendali. Questi rischi macroeconomici più ampi, uniti alla velocità del cambiamento tecnologico, stanno contribuendo alla crescente importanza assunta da nuove minacce che potrebbero arrestare i sistemi di approvvigionamento e, in generale, le attività commerciali. Di conseguenza, un terzo dei primi 15 rischi emersi, sono delle “new entry” nella lista stilata da Aon, tra cui proprio l’accelerazione dei tassi di cambiamento dei fattori di mercato e l’affermarsi di nuove tecnologie.

I risk manager coinvolti nel sondaggio a livello globale segnalano che il livello di preparazione nella gestione dei rischi ha raggiunto il livello più basso degli ultimi 12 anni, in quanto molti dei rischi percepiti come i più rilevanti, quali il rallentamento dell’economia e la crescente concorrenza, non sono assicurabili. Questa situazione comporta che gli stessi risk manager debbano gestire direttamente i rischi, piuttosto che trasferirli, al fine di attenuare le minacce e proteggere le aziende dalla potenziale volatilità.

“I cambiamenti nei risultati dell’indagine di quest’anno indicano che il risk management deve diventare una funzione strategica a livello aziendale”, ha aggiunto Moloney. “Questo aspetto, unito all’uso di dati e analisi predittive in grado di formulare intuizioni attuabili, aiuterà le aziende a proteggere i loro profitti, adattandosi al tempo stesso ai cambiamenti sempre più rapidi e alle oscillazioni economiche”.

Alcuni ulteriori dati conclusivi

• L’invecchiamento della forza lavoro sale al 20° posto rispetto al 37° posto nel 2017. Si prevede che salirà al tredicesimo posto entro il 2022. Nel complesso, l’invecchiamento della popolazione e la carenza di forza lavoro non solo cambiano l’andamento sociale ed economico di un paese, ma causano anche volatilità all’interno delle organizzazioni.

• Il cambiamento climatico sale al 31° posto rispetto al 45°posto nel 2017, in quanto la frequenza e la gravità delle catastrofi naturali contribuiscono a generare crescenti preoccupazioni circa il loro impatto sull’economia globale.

• Gli attacchi cyber e le violazioni dei dati si posizionano al 6° posto nel ranking e dovrebbero passare al 3° posto tra i rischi più alti a livello globale nel 2022. Il rischio cyber continua ad occupare il primo posto per il Nord America e, per la prima volta, si prevede che venga riconosciuto tra i primi 10 rischi identificati dall’America Latina. Si prevede inoltre che passerà da un ranking 8 a 4 in Europa, da 8 a 4 in Medio Oriente e in Africa da 8 a 2.

• Le tecnologie disruptive costituiscono una preoccupazione crescente tra gli intervistati della ricerca, salendo al 14° posto rispetto al 20° posto nel 2017 a livello mondiale. Questo trend è citato come uno dei primi 10 rischi per il 50% di tutti i settori industriali.

La top 10 dei rischi dell’edizione 2019 a livello globale:

1. Crisi Economica/Lenta ripresa
2. Danni a reputazione/Brand
3. Rapidi cambiamenti di mercato (economici, tecnologici, normativi ecc.)
4. Interruzione dell’attività
5. Aumento della concorrenza
6. Attacchi Cyber/Data Breach
7. Rischio di aumento del prezzo delle materie prime
8. Flusso di cassa/liquidità
9. Incapacità di innovare/soddisfare i bisogni dei clienti 10. Cambiamenti Normativi/Legislativi