È quanto i francesi di Axa hanno pagato per l’alleanza con Mps nel Vita e nel Danni, compresi gli esborsi per seguire gli aumenti dell’istituto. Un matrimonio caro, insomma, ma che sta dando frutti
di Anna Messia
Se c’è un partner che da più di dieci anni tiene fede all’alleanza con Mps , rimasta salda anche nei momenti di più profonda difficoltà della banca senese, è il colosso assicurativo francese Axa . I fari sull’istituto toscano si sono accesi di nuovo in questi giorni dopo le dichiarazioni del deputato della Lega Claudio Borghi, che ha messo in discussione il concordato con la Bce parlando di cambio di mission per il Monte, oltre che di mantenimento sotto il controllo del Tesoro a tempo indeterminato. Dichiarazioni che hanno provocato uno scivolone del titolo Mps in borsa e la pronta reazione del commissario europeo per la Concorrenza Margrethe Vestager, che ha ribadito che lo Stato italiano, dopo l’attuazione del piano concordato con Bruxelles e «quando le cose torneranno in acque tranquille», dovrà uscire dall’azionariato. Il Tesoro, azionista dell’istituto con il 68,24%, dovrà quindi disinvestire, mentre Axa , che fino alla fine dello scorso anno aveva seguito tutti gli aumenti di capitale lanciati dalla banca per tenere ferma la presa anche sulle azioni, avrà ben poco da dire in quell’operazione, visto che nel frattempo si è pesantemente diluita proprio con l’ultimo piano di salvataggio, quello che ha visto l’ingresso del ministero appunto. Con quella manovra i soci francesi sono scesi infatti dal 3,17% allo 0,038%, mentre, ironia della sorte, nel capitale è spuntato un altro azionista, storico concorrente del gruppo francese: Generali Assicurazioni , che grazie alla conversione delle sue obbligazioni subordinate detiene oggi il 4,3% di Mps . Neppure con quel nuovo socio, che poteva sembrare piuttosto scomodo, l’alleanza nel business bancassicurativo tra Mps e Axa è stata indebolita. Anzi, l’accordo è stato rinnovato a fine 2016 per altri dieci anni, ovvero fino al 2027, prorogando quell’alleanza che era stata firmata, a suon di milioni, a marzo 2007. Del resto sia per il Monte che per Axa la partnership nelle polizze rappresenta un pilastro del business e nonostante le difficoltà di Siena l’accordo bancassicurativo, con le due joint venture Axa Mps Vita e Axa Mps Danni, continua a restituire risultati in crescita, anche se con inevitabili fluttuazioni.
Nell’ultimo bilancio 2017 le due compagnie non hanno staccato dividendi, come si evince dai documenti pubblicati dalla banca, e i ricavi totali nel Vita sono scesi a 2,25 miliardi rispetto ai picco dei 2,9 miliardi del 2016, ma in entrambe le società c’è stato comunque un miglioramento dell’utile di periodo, nonostante l’anno scorso sia stato caratterizzato da un profondo riassetto della banca, chiuso con una perdita di 3,5 miliardi. E se si guarda il bilancio dello scorso anno della banca guidata da Marco Morelli, si vedono chiaramente i benefici dell’accordo: «I dividendi, proventi e utili delle partecipazioni, in aumento rispetto al 2016, ammontano a 101 milioni, in prevalenza rappresentati dal contributo di Axa Mps », si legge nei documenti di Montepaschi . Dal canto suo più volte Patrick Cohen, arrivato alla guida Axa Italia a fine 2016, ha sottolineato che la joint venture Axa Mps è una storia di sviluppo e di successo importante, con la banca che ha dimostrato di saper resistere sul territorio. «Un’alleanza strategica, forte e proficua», l’ha definita. La joint venture con Mps apporta del resto circa 4,7 miliardi di premi ad Axa rispetto ai 6,3 miliardi complessivi del gruppo in Italia e proprio grazie a quell’accordo chiuso nel 2017 con i senesi la compagnia francese è riuscita a farsi più spazio in Italia. Una partnership che coinvolge oltre 1,8 milioni di clienti (sui circa 4 milioni complessivi di Axa ) e che rappresenta una quota di mercato sulla bancassicurazione auto del 10% e dei danni non auto del 12%, con un tasso di crescita medio dei premi nell’ultimo triennio del 10%.
Certo, non si è trattato di una partnership che i francesi hanno ottenuto a prezzi di saldo: per rilevare il 50% di Mps Vita e Mps Danni, oltre al 50% del business fondi pensione aperti della banca, Axa nel 2007 fu pronta a sborsare in contati 1,15 miliardi. Poi, a distanza di tre anni, nel 2010, il perimetro coinvolto dall’accordo si estese e Axa per allargare la distribuzione delle polizze alle 1.000 filiali di Antonveneta, rilevata nel frattempo da Mps , pagò altri 240 milioni. In tutto, insomma, solo per rilevare le due società Axa ha pagato in questi anni 1,39 miliardi, ai quali bisognerebbe poi aggiungere il miliardo scarso speso nel frattempo per partecipare agli aumenti di capitale lanciati in questi anni dalla banca. Fu così per il maxi-aumento da 5 miliardi lanciato nel 2014, che, considerando la quota del 3%, significò un esborso di circa 150 milioni, e poi ancora per la ricapitalizzazione da 3 miliardi del 2015 e quelle successive. «Siamo sempre stati azionisti di Mps e in tutto abbiamo investito quasi 900 milioni», aveva ricordato il cfo di Axa , Gerard Harlin all’indomani dell’accordo firmato con Bruxelles e ribadendo che Mps è e resterà un partner di lungo termine del gruppo assicurativo di Parigi. (riproduzione riservata)
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