Analisi di ItaliaOggi sugli strumenti di calcolo messi a disposizione dalle casse previdenziali

Proliferano le simulazioni telematiche sulle pensioni
di Simona D’Alessio
Liberi professionisti (sempre più) consapevoli della necessità di far (letteralmente) i conti col «peso» del proprio futuro pensionistico. E, così, emerge dalla ricognizione di ItaliaOggi, proliferano al ritmo di centinaia di migliaia all’anno le simulazioni, grazie a strumenti telematici messi a disposizione da alcune Casse previdenziali sui propri siti. Tre le opzioni che Inarcassa dà ad ingegneri e architetti per stimare gli importi: potranno calcolare (indicando una data di pensionamento) il valore dei trattamenti di anzianità, vecchiaia e della prestazione contributiva, decidendo se ottenere subito il risultato, o visualizzare i redditi. Il sistema (usato, nei primi tre mesi del 2018, oltre 20.100 volte, come si può leggere nella tabella in pagina) propone pure di inserire, anno per anno, l’ammontare dei contributi facoltativi ed offre tre diversi scenari per il computo, ovvero «base» (ponendo che «il tasso annuo di capitalizzazione sia uguale, nel lungo periodo, al tasso di crescita del Pil indicato dal ministero del welfare»), «dinamico» (basato su «una crescita più sostenuta dei redditi» degli iscritti) ed «ottimistico» (prevede anche «l’utilizzo di parte del rendimento del patrimonio di Inarcassa»).
Opportunità pure per gli infermieri di servirsi del software Enpapi (che vanta, in un anno, più di 14.300 simulazioni, «in media 36 al giorno») di variare la retribuzione, l’aliquota di versamento e la data dell’andata in quiescenza, per verificare in che modo possano incidere sull’assegno finale; l’applicativo della Cassa forense (nato, era stato riferito durante il lancio, con l’intento di dare «proiezioni specifiche su quel che il salvadanaio in cui si ripone il risparmio previdenziale ridarà» agli avvocati), da gennaio 2016 ad aprile 2018 ha registrato «339.692» accessi.
L’analisi della «busta arancione» a misura di medici e dentisti (Enpam) mostra come, a voler sapere quanto s’incasserà ripiegato il camice bianco, siano più liberi professionisti (Quota B), che dipendenti; in prevalenza, è dai 60 anni in su che ci si interroga (ad esempio, nel 55% delle oltre 96.000 quantificazioni per la pensione anticipata della Quota A). Simulazioni «molto dettagliate» (in media, all’anno, «circa 5 per iscritto, per complessive 350.000 dal 2015 a oggi») quelle consentite da Pes, il software dei dottori commercialisti associati alla Cnpadc: esaminando i dati, si evince che, nell’anno in corso, la fascia anagrafica maggiormente interessata a determinare l’ammontare della pensione è quella 56-60 anni, con 7.400 calcoli eseguiti.
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